mercoledì 27 luglio 2011

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

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RITI DI PASSAGGIO

IL LEONE, Joseph Kessel
Salani, 2011

NARRATIVA PER GRANDI (dai 12 anni)

Sono due le cose importanti per un lettore 'sfarfallante' tra gli scaffali di una libreria: la copertina del libro e una 'quarta' ben scritta. Non dico nulla di nuovo e gli editori lo sanno fin troppo bene, che entrambe possono fare la differenza, quanto meno all'inizio della carriera di un libro. Ce n'è una terza, però, che raramente porta su false piste il lettore in cerca di libro: ed è l'incipit. Questo libro ha un inizio che su di me ha funzionato come un cappio che a tutti costi mi tirava dentro.

" Aveva cercato di sollevarmi le palpebre per vedere cosa nascondevano? Non avrei potuto dirlo con certezza. Uscendo dal sonno avevo avuto la sensazione che un pennello leggero e ruvido passasse più volte sul mio viso. Quando fui del tutto sveglio, la vidi sul cuscino, accanto a me, che mi osservava con attenta insistenza. Non era più grande di una noce di cocco e del color del cocco era il suo corto pelame. Vestita così da capo a piedi sembrava un peluche. Solo il muso era coperto da una maschera di seta nera attraverso la quale brillavano due gocce: gli occhi."(p.9)

Ecco fatto, non lo ho più mollato.
La storia, in due parole, è quella di una bambina inglese che ha la fortuna di vivere con la sua famiglia nella Riserva reale del Kenya, perché suo padre ne è il direttore. Per Patricia è realtà quella che per molti bambini rimarà sempre sogno: lei non ha animali di peluche che la circondano, ma gazzelle, scimmie, elefanti in carne ed ossa. E poi,nella vita della bambina, c'è King, un magnifico esemplare di leone maschio con il quale, essendo cresciuti assieme, ha stabilito un esclusivo vincolo di affetto. Patricia e King sono praticamente inseparabili e vivono una straordinaria storia di amicizia. Fino al momento in cui un giovane Masai la chiede in sposa e la magia si spezza.
Attraverso gli occhi attenti del narratore, viaggiatore di passaggio in Africa, noi vediamo scorci di vita coloniale che già tanta buona letteratura ci ha raccontato, ma soprattutto siamo portati a ragionare su due grandi questioni: il rapporto tra uomo e natura e la perdita dell'innocenza.
Ciascun personaggio del libro si pone in modo differente nei confronti della Natura potente che lo circonda: c'è chi la teme, c'è chi invece la vuole possedere o, viceversa, viverci in armonia. Ed è su questa diversità di approccio che ruota l'intero romanzo. Da una parte gli inglesi, apparentemente dominatori del mondo, e dall'altra i masai, liberi perché padroni solo della propria lancia.
La protagonista Patricia, nonostante dimostri di avere un talento naturale nella relazione con gli animali - talento che io personalmente ho riscontrato solo in alcuni bambini di mia conoscenza (e penso al piccolo Matteo che all'acquario di Genova 'dialogava' con il piccolo di foca, Giotto, al di qua di un cristallo molto spesso che li separava, ma solo fisicamente) -, spesso si comporta come se fosse 'la padrona' del leone: è gelosa, possessiva, esclusiva e talvolta anche un po' prepotente nei confronti di King. Ma lei è una bambina occidentale e conosce solo questo tipo di amore. Credo che sia, a onor del vero, piuttosto difficile per un "piccolo" disgiungere la parola 'amore' dalla parola 'mio'.
Ed è proprio qui, nel confronto, o forse dovrei dire scontro, tra modi di concepire la vita così distanti che si delinea la seconda questione: il rito di passaggio verso la vita adulta. Se fino a quel momento tutto ha concorso nel far credere al lettore che spetti al giovane masai dimostrare al mondo il suo coraggio nel superare la grande prova per accedere al mondo dei grandi, all'ultimo, invece toccherà alla bambina inglese intraprendere il cammino verso un doloroso e cruento passaggio. E questo, inevitabilmente, significherà per lei la fine della fanciullezza.
Nel dare un parere su questo gran bel romanzo, non vorrei fermarmi a giudicarlo una lettura suggestiva di un mondo lontano ed esotico. Lo suggerirei, piuttosto, solo a lettori ne ne possano cogliere certe complessità.
Noterella al margine: ho sorriso nel pensare che il quadro di Henri Rousseau, Il sogno, un particolare del quale compare come copertina, se fosse stato visto nella sua interezza avrebbe raccontato ancora di più il contenuto del libro, per di più avvalorando la chiave di lettura che io ne suggerisco. Bene così, perché da che mondo è mondo, è il particolare scoperto che fa sognare il resto celato...


Carla

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