mercoledì 21 settembre 2011

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)


L'AFRICA, I MASAI E IL CORAGGIO


Quando ho finito di leggere Il leone  di Joseph Kessel, già recensito da Carla, ero veramente perplessa, per la duplice impressione che mi provocava: da una parte un bel libro d’avventura, avvincente e scritto con abilità; dall’altra un approccio, un’atmosfera segnata, per me, da un modo folkloristico di descrivere l’Africa, considerato che è stato scritto alla fine degli anni Cinquanta. La protagonista, la ragazzina inglese, figlia del direttore del parco in cui si ambienta l’azione, vede uomini e animali che popolano l’Africa come pedine del suo gioco, anche crudele; e il giovane guerriero Masai, che osa aspirare al suo cuore, è descritto come un invasato, a mala pena vestito e tanto folle da farsi uccidere da King, il leone che Pat ha allevato e che comanda a bacchetta (tanto da essere gelosa della sua famiglia felina). Il padre, direttore del parco, che interviene per porre fine al duello mortale fra leone e Masai, per una frazione di secondo si chiede se è lecito sparare al leone (!) . Nello stesso tempo, il moran, cioè il giovane guerriero che deve affrontare ancora la prova di coraggio che lo farà entrare definitivamente nel mondo adulto, è talmente fuori di sé da farsi abbindolare da una ragazzina che lo manipola così come manipola il leone; è un selvaggio che si nutre di latte e di sangue, irretito dall’orgoglio e dall’esaltazione guerresca. Sarà stato perché questo personaggio femminile è ostico da digerire, incosciente in quanto ragazzina, ma sapiente nello sfruttare i sentimenti altrui, ho fatto fatica a prendere le distanze da una descrizione del genere, lontana, per fortuna, dalla sensibilità contemporanea verso le culture 'altre' (che nel frattempo, spesso, sono state omologate e inglobate)! E che filtro robusto bisogna fornire ai giovani lettori per scremare l’avventura, avvincente quanto si vuole, da questo approccio molto segnato storicamente.

I bellissimi, fieri e coraggiosi guerrieri, pastori transumanti, atleti formidabili, ornati da collane e bracciali ormai conosciuti in tutto il mondo, fanno parte del mito e in questo modo entrano in una storia di tutt’altro taglio, scritta e illustrata da Thierry Dedieu ed edita da L’Ippocampo junior (www.ippocampoedizioni.it) in due volumi: Yacouba e Kibwe (La storia di Yacouba).
  

Anche qui, col tono della leggenda e abbandonando la cifra del realismo, si affrontano un piccolo moran, Yakouba, e un leone, Kibwe. Il leone è stremato da uno scontro con un suo pari e si rivolge al ragazzo dicendogli che non c’è onore nel battere un avversario nelle sue condizioni. Ma non affrontarlo significherà per lui il discredito presso la sua tribù. Il ragazzo sceglie il coraggio di dire no, la morale individuale vince sull’etica collettiva; pagherà il suo prezzo, verrà posto ai margini del gruppo, a pascolare la mandria di vacche. Ma questa mandria non sarà più attaccata dai leoni. I due protagonisti si incontrano nuovamente nel secondo libro, in cui, fedeli alla propria amicizia, saranno costretti a separarsi per sempre.
Questa volta la figura del guerriero Masai è vista come metafora di quel passaggio all’età adulta che richiede scelte difficili e atti di coraggio non sempre prevedibili. Il coraggio si misura nel numero di leoni abbattuti (questa sì, è la logica del grande cacciatore bianco), o nel saper riconoscere nella vita dell’altro un valore e una dignità irriducibili? E’ auspicabile ricevere il consenso del proprio gruppo, anche a scapito di ciò che si ritiene giusto, o è preferibile conservare il rispetto di se stessi, magari a costo dell’isolamento, sia pure momentaneo? Sapere di essere nel giusto rende abbastanza forti da sopportare la distanza dal resto della comunità? Il libro ha un testo breve (è pur sempre un illustrato) e affida l’efficacia del racconto alle immagini, con la forza del tratto nero che sottolinea l’essenzialità della storia; è l’esempio di come si possa trattare con semplice evidenza anche discorsi difficili, che un ragazzino magari non è in grado di razionalizzare, ma che hanno molto a che fare con il diventare grandi all’interno di un gruppo di 'pari'.

(Sul tema del conflitto fra etica pubblica ed individuale, nonché sul tema del passaggio di tradizioni da una cultura all’altra, guardate anche il bellissimo Antigone, riduzione per i ragazzi indiani dell’omonima tragedia greca, realizzato da Gita Wolf e Sirish Rao per la Tara Books; il libro è tradotto in italiano dalle edizioni Lapis www.edizionilapis.it).

Eleonora

"Il leone”, J. Kessel, Salani 2011
"Kibwe“ T. Dedieu, L'ippocampo junior 2007
Yakouba”, T. Dedieu, L’ippocampo junior 2009

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