mercoledì 23 novembre 2011

OLTRE IL CONFINE (libri dall'estero)


PENSARE E RIPENSARE

LA DUDA, Pia Valentinis
Libros del zorro rojo, 2010

ILLUSTRATI per PICCOLI, MEDI e GRANDI (dai 5 anni)

La prima cosa disegnata da Pia Valentinis che mi capitò tra le mani furono carte da gioco. Trentadue carte con soggetti diversi, ma tutti legati alle culture dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo: Giufà o Simbad il marinaio, l'ulivo e la sinagoga, il pane e il cielo stellato. Il gioco delle carte del Mediterraneo era stato pensato perché i bambini ci giocassero inventando storie ogni volta nuove con gli elementi raffigurati sulle carte. Una sua bella idea che risale almeno a una decina di anni fa.

Pia Valentinis appartiene alla rara categoria degli illustratori evocatori (le fa compagnia Mara Cerri, a mio modo di vedere). Tra tutte le tavole sue che ho avuto modo di vedere, non ho mai riscontrato nessuna sbavatura didascalica. Non è mai narrativa nell'illustrare, ma la contrario dimostra sempre una straordinaria capacità di trovare poetiche quanto simboliche sintesi di quello che il testo racconta lì accanto.
In questo senso furono emblematiche le sue illustrazioni di un gran bel libro di rime: Mammalingua di Bruno Tognolini. Tanto la vena poetica di Bruno che in quel libro toccò altissimi vertici, quanto le tavole della Valentinis hanno avuto la capacità di portare a galla quello che è il più profondo sentire di un essere umano di fronte alla grande emozione di una nascita.
Il libro La duda, il dubbio, è un gran bell'albo illustrato, pubblicato dai bravi editori spagnoli, di Libros del zorro rojo. 


E' un felice quanto riuscito esempio di alchimia tra testo e immagine. Entrambi i linguaggi espressivi, se compenetrati con intelligenza e sensibilità, danno vita a una sorta di valore aggiuntivo al libro che non è più semplicemente l'insieme di un testo scritto e di un'immagine che lo illustra, ma è molto di più: un elemento terzo, del tutto nuovo rispetto ai singoli ingredienti che lo hanno generato, non più leggibili o distinguibili singolarmente. Come dice Fabian Negrin, che gli albi illustrati li sa fare, negli albi illustrati esiste uno spazio vuoto tra testo e immagine, una zona di non detto, in cui il lettore può insinuarsi per trovarvi ulteriori spazi di immaginazione.
Raccontare a parole cosa sia un albo illustrato richiederebbe pagine e pagine, mi limito a darvi questa definizione e vi suggerisco di guardare alcune tavole. 
 
                            Che cosa mi metterò oggi?


 
                            Potrò?

                             Quanto dovrò aspettare?

                            Mi avrà visto? 

L'altro elemento che rende grandioso questo libro sta nella semplicità delle domande che prendono la forma del dubbio. Il fatto che siano semplici equivale a dire che sono di una autenticità e di una nettezza che quasi spaventa e proprio per questo sono universali. Lo sono a tal punto che ogni domanda, o dubbio che sia, assume valori e significati anche molto diversi a seconda del lettore che in quel momento ha in mano il libro.
Almeno una volta nella vita ci è capitato di dubitare di essere come gli altri ci vedono, oppure di aver fatto la cosa giusta in quell'occasione, di potersi fidare, di aver proprio esagerato... 

                            Lo avrò fatto bene?

Come ben si vede la Valentinis, attraverso i disegni rigorosamente in bianco/nero (tecnica che le è particolarmente congeniale) e un unico colore dominante, dà ogni volta una sua personalissima lettura di una domanda universale e lo fa sempre con grande ironia e poesia.

                            Cosa sarò da grande?

Terzo e ultimo motivo che mi fa amare questo libro sta nel fatto che nell'era della perfezione si vada a parlare con i bambini dell'eventualità che al mondo si possa sbagliare, o sia legittimo cambiare idea o sia lecito fermarsi a riflettere e si possa essere incerti sulla strada da intraprendere.

O no?

Carla

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