giovedì 16 febbraio 2012

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


GATTI E FILOSOFIA
(in memoria del GGB, il Grande Gatto Bito)

MIO MIAO, Sandol Stoddard, Remy Charlip
Orecchio acerbo 2012

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

Gli ho detto
salve gatto
sì gli ho detto così

gli ho detto
ciao mio miao
eccomi qui

gli ho detto
se apri un occhio
mi vedrai

e come sono fatto
scoprirai

E il grande gatto rosso gli occhi li apre ma per scoprire di essere diventato, suo malgrado, un giocattolo nelle mani di un bambino. Un gatto vero è molto più divertente di un gatto di peluche. A patto che ci stia. Eh sì, perché se al tuo gatto di pezza puoi infilarlo nella culla, fargli indossare golfini e cappellini, oppure puoi portarlo in giro sul tuo carrettino,


non hai molte possibilità di fare lo stesso con un gatto vero. Anzi, nessuna possibilità: al gatto rosso perennemente in fuga da giochi che detesta, non resta che chiarire con questo bel bambino come stanno le cose.


Un gatto appartiene solo a se stesso. Fa ciò che vuole e lo fa quando vuole. A un gatto piace esplorare tutto intorno e annusare l'aria e il mondo. Piace nascondersi tra l'erba alta o girare sopra i tetti. E invece a un bambino cosa piace fare? Ridere, fischiare e andare in bicicletta. Ma allora apparentemente non ci sono punti di contatto. O forse, a ben vedere, ci si può incontrar su un letto? 
 

Mio Miao, come già accadde per un altro libro di Charlip, Fortunatamente (Orecchio acerbo, 2011), è di nuovo un libro di filosofia.
In Fortunatamente abbiamo imparato a capire che non sempre tutto va per il meglio, che spesso il futuro può nascondere un imprevisto o un problema da risolvere, che di fronte alle avversità non resta altro da fare che rimboccarsi le maniche per trovare una soluzione che porti un po' più in là.

In quel suo cadenzato alternare pagine bianco/nero e pagine coloratissime sembra ricordare a tutti, grandi e piccoli, che la vita è fatta di cose che vanno diritte e di cose che vanno storte, ma che comunque va vissuta intensamente perché alla fine, se abbiamo usato intelligenza e cuore, tutti in fondo troveremo la nostra festa.
Torniamo a Mio Miao: non si può parlare di gatti senza ritornare a parlare di filosofia. I gatti sono filosofi per indole e per predisposizione. Stare immobile per intere giornate ad una finestra per guardare il passaggio sottostante, oppure dormire in uno scatolino per potersi sentire concentrato in se stesso, oppure ancora camminare sotto il naso di chi legge solo per il gusto di entrargli nei pensieri, tutto questo solo un gatto lo sa fare. Tra gli animali che ci circondano, forse il più indipendente, il gatto può essere un ottimo maestro di vita. Il primo a scoprirlo è proprio il bambino della Stoddard e di Charlip che, su suggerimento del suodisé gatto rosso, capisce che fare ciò che ci piace è una gran cosa, che poter decidere della propria vita è altrettanto bello. L'autonomia e l'indipendenza però non ci nega l'incontro con chi è altro da te, anzi. Essere felici con se stessi, come lo è il grande gatto rosso o il bambino, garantisce che nel loro essere amici potranno dire di essersi scelti l'un l'altro ogni giorno con il gusto e la consapevolezza di entrambi di volerlo fare veramente. E solo allora sarà vero amore.


Carla

Noterella al margine. Va da sé che entrambi i libri sono due albi illustrati di razza. E va da sé che in Mio Miao hanno contribuito alla bellezza del risultato finale persone che amano i gatti massimamente: da una parte Francesca Lazzarato che ci regala, nella sua traduzione e adattamento, un testo di nitore e divertimento fuori dal comune e dall'altra gli 'Orecchi acerbi' che hanno saputo vedere in questo libro, che sta per compiere cinquant'anni, un grandissimo libro anche per i bambini di oggi. Evviva!


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