venerdì 30 marzo 2012

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

IL DIFFICILE MESTIERE

IL MIO AMICO TARTATTA', Béatrice Fontanel, Marc Boutavant
La Nuova Frontiera Junior, 2012

NARRATIVA PER MEDI (dai 6 anni)

"Arrivò a scuola all'inizio dell'anno con dei capelli selvaggi da non credere. Si capiva che aveva cercato di appiattirli con l'acqua, ma il risultato erano tante ciocche tutte incollate che si raddrizzavano di continuo. Solo a guardarlo, io e i gli altri compagni dovevamo trattenerci per non scoppiare a ridere."

Il suo problema non sono solo i capelli selvaggi, ma anche il suo balbettare davanti a certe sillabe particolarmente difficili per lui: sulle Ta, sulle Ba, sulle Po, sulle Do. Il nuovo bambino in questa scuoletta francese è una vittima predestinata. Tutti lo prendono in giro sulla balbuzie, gli affibbiano subito un soprannome -Tartattà- e a lui diventano rosse le orecchie e la faccia si copre di macchie grandi come continenti. E' timido, goffo e impacciato. Persino la maestra lo maltratta, mandandolo dal direttore ingiustamente. Ma proprio in quell'occasione Basilio Tamburo, per tutti ormai Tartattà, trova un' insperata piccola mano tesa...
Sebbene, la cattiva sorte continui ad accanirsi contro di lui (un corso di teatro pieno di sillabe 'scivolose') e sebbene il nascondersi nel bagno non sia la soluzione migliore, Tartattà ora non è più solo. E, soprattutto, dalla cima di un tetto della scuola le cose si vedono con la giusta distanza...

In un microcosmo di una classe elementare di una scuola francese si ambienta questa piccola storia così autentica ed esemplare allo stesso tempo. Le mille difficoltà a farsi accettare, le molte paure di sembrare diverso, le tante insicurezze quotidiane sono -a ben vedere- non solo del piccolo Tartattà, ma patrimonio comune.
Chi non ricorda della propria infanzia certe paure, certi pudori e certe timidezze: io per esempio sono stata chiamata per cinque lunghissimi anni con un cognome sbagliato dall'omino dell'autobus che mi riportava da scuola a casa. Ma non glielo ho mai detto. Mi rifiutavo di fare pipì a scuola perché c'era un buco nella parete devisoria con il bagno dei maschi e così alla fine delle otto ore camminavo con le gambe incrociate per riuscire a trattenerla. Mia madre mi faceva l'orlo ai pantaloni troppo corto e tutti mi sfottevano per questo. A casa mia si diceva 'ma va, che roba!' perché dal nord arrivavamo e anche per questo a Roma venivo presa in giro. Speravo sempre che i miei compagni non notassero troppo i capelli bianchi del mio papà quando veniva, di rado, a prendermi a scuola. Ma invece lo notavano, eccome. Mi inventavo i fidanzati e mi scrivevo da sola appassionate lettere d'amore che puntualmente venivano smascherate.
Ecco, anche di questo è fatta l'infanzia.
Béatrice Fontanel racconta e Marc Boutavant illustra il difficile mestiere di fare il bambino.
Questo pare essere il primo titolo per l'Italia di una serie che, almeno in Francia, conta già almeno quattro puntate.
Marc Boutavant, per suo conto, ci aveva già introdotto nel piccolo ma frenetico universo dei bambini attraverso una fortunata (?) serie di fumetti che avevano come protagionista principale Ariol. Magnifici ed esilaranti.

Carla

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