venerdì 4 maggio 2012

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LA PECORA E IL PENSIERO SEMPLICE

IL VIAGGIO DI MISS TIMOTHY, Giovanna Zoboli, Valerio Vidali
Topipittori 2012

ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)



" 'E se lei non è più lei  bisogna che lei ritrovi se stessa. Miss Timothy, la informo che domani partirà alla ricerca di sé.' Miss Timothy non aveva alcuna voglia di partire. Oltre al fatto che, in effetti, non era più lei e quindi era anche diventata pigra, i viaggi la scombussolavano. Ma niente la scombussolava quanto non ubbidire. E in particolare non ubbidire a Mr. George, che era il più bell'allevatore dello Yorkshire."

Eppure Miss Timothy deve partire perché non è più la stessa. Lo ha detto Mr. George e, per di più, si è messa a fare anche la brutta lana. Brutta lana, brutto segno. Così, messe in valigia quelle poche cose che una pecora in viaggio deve avere per forza con sé, la Timothy sale sull'autobus. Pieno di altre novantanove Miss Timothy come lei, le porterà in giro per il mondo, dall'isola greca a Parigi, passando per Berlino e Roma. In alcuni momenti del viaggio tutte solidali, per esempio nella scelta della cartolina da mandare a Mr. George, e in altri ferme a ribadire la propria individualità, per esempio nella scelta della cartolina da mandare a Mr. George, le cento Miss Timothy sono lì insieme che continuano a perdere e a ritrovare se stesse, per poi riperdersi di nuovo.
Così come lo è stata la partenza, anche il ritorno avviene un giorno, quasi per caso. E così giunge il momento di tornare a casa, di far vedere le foto a Mr. George e di scegliergli un souvenir adatto. Felice di essere di nuovo a casa (sebbene viaggiare l'avesse molto divertita), felice di una felicità fatta quasi di nulla, Miss Timothy non ha risolto il proprio problema, ma la lana ora la fa bella. Buona lana, buon segno. Certo è che se le si chiedesse chi lei sia ora, non saprebbe rispondere. Ma che importa?, dice lei, meglio dormirci su.


Io lo sapevo che questo libro mi sarebbe piaciuto. Me lo sentivo. Una storiellina, solo in apparenza piccola e lieve, dal fortissimo gusto anglosassone, so british, fin nel profondo: nell'ironia, nell'ambientazione, nel gusto non sense, nel ritmo tamburellante come una pioggerella insistente (così tanto britannica anch'essa). Se britannico è lo stile britannica è anche la protagonista, la nostra Miss Timothy che tanto richiama quelle pallide signore inglesi, un po' vacue, con gli occhi azzurrini e spenti e la voce belante, dalla facile infatuazione, dalle caviglie fragili, dalla pelle diafana, dai ricciolini grigiastri in testa e dal vestito perennemente di cattivo gusto e fuori moda.
Questa Miss Timothy, geniale nel suo pensiero semplice, è protagonista assoluta dell'intera vicenda perché capace di saltabeccare in tutta nonchalance dalla cose effimere a quelle fondamentali, dalla banalità alla filosofia, dal particolare all'assoluto. E sempre con un registro sottomesso, essa ci appare sobria e discreta, vero campione dell'understatement inglese.
Cercare se stessi e quindi ritrovarsi per poi riperdersi e quindi ritrovarsi ancora è in questo libro un gioco di stile per 'spaesare' il lettore, ma è anche una ironica presa di posizione rispetto al tema in sé.
A meno che Giovanna Zoboli, ormai 'posseduta' dal genio dell'humor inglese, non abbia voluto spiazzarci tutti, sostenendo che pensare fa male, fa fare la brutta lana...a me, piuttosto, pare di poter leggere fra le righe che capire chi si è lo si può fare solo quando essere se stessi significa saper essere anche altro. O no?



Carla

Noterella al margine. Vidali è assolutamente all'altezza della situazione. Autobus, gregge, galleria di ritratti, firme sulla cartolina, vetrina di pipe e cielo stellato sono tutte immagini che rimandano all'ordine, alla ripetitività, all'uguaglianza ma nello stesso tempo, attraverso delicati accenni, alludono alla volontà, alla ricerca e la tensione che ci dovrebbe essere in ognuno di noi verso l'essere unico.

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