martedì 12 giugno 2012

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LAVORARE SU DI NOI

TROPPA FORTUNA, Hélène Vignal
Camelozampa (Camelopardus), 2011



NARRATIVA PER GRANDI (dai 13 anni)

"La sera i miei genitori vanno alle riunioni di Maurice Lepoivre. A volte, non posso fare a meno di domandargli: 'Ma durante le riunioni cosa fate esattamente?' Mia madre rimane un bel po' senza dire niente. Poi tira un grosso sospiro, come quando uno si sta concentrando, e alla fine dice con voce da fantasma 'Lavoriamo su di noi'. Io questa cosa mica la capisco. Cosa vuol dire 'lavorare su di noi'? Non faccio domande. Aspetto senza dire niente. Perché a un certo punto capirò."

Chi racconta è una bambinetta di nove anni. Non capisce troppo bene che cosa le stia succedendo intorno: si limita a leggere gli avvenimenti in sequenza e ad accettarli, così come si accettano le regole di un gioco. Ci sono e basta.
Il vecchio Maurice Lepoivre che i genitori della bambina considerano il loro maestro spirituale è a capo di una comunità di individui, grandi e piccoli, che in lui vedono un imprescindibile punto di riferimento.
Le regole stabilite in questo gruppo sono rigide: non parlare, non lasciare spazio alle emozioni, saper mantenere il segreto, e soprattutto sentirsi migliori degli altri, che sono le persone comuni. Per ottenere ciò tutti sono chiamati a rispettare e a ripetere come un mantra lo slogan: lavorare su di noi. Tutti i membri della comunità sono chiamati a farlo, sia gli adulti sia i bambini che si riuniscono sempre nella grande casa. È questo che li fa sentire diversi e privilegiati. Loro sì che hanno avuto fortuna. Troppa fortuna.

Così arriva a pensare la protagonista di questo breve e intensissimo racconto. Lei, alla fine della storia, pensa di sé di avere troppa fortuna. Ma avere troppa fortuna porta in sé una stonatura, qualcosa di anomalo, disarmonico. Anomalia che attraversa l'intera narrazione e che lascia un senso di inquietudine e di mistero in chi legge. È davvero una strana storia questa scritta dalla Vignal, con una forte componente autobiografica che ne caratterizza la grande intensità emotiva di alcuni passaggi. Far parte di un'élite, al principio fa sentire la bambina una privilegiata, ma il prezzo che le è richiesto in cambio, ovvero le assenze sempre più prolungate dei genitori, l'isolamento rispetto agli altri, la conseguente solitudine, l'allontanamento da ogni emozione, il senso del dovere che non deve mai recedere, tutto questo trasforma il suo sentirsi superiore in qualcos'altro. Si ritrova chiusa in una gabbia, che le impedisce di godere di una vita normale e spensierata (per quanto possibile), come dovrebbe essere quella di ogni bambino della sua età.
Catturata dagli occhi magnetici e interrogativi della bambina che guarda la gabbietta che tiene sul palmo della mano (quella stessa gabbia che, con felice sintesi di Giovanni Nori, nella quarta si è ingrandita a tal punto da imprigionare quella stessa bambina), ho preso questo libro e l'ho letto di un fiato. Già nella lettura mi saliva lo stesso senso di inquietudine che ha la protagonista e che mi ha accompagnato fino alla fine. Unica boccata d'ossigeno, d'aria fresca è il racconto della vacanza in Bretagna (sembra che la Vignal l'abbia messo lì quasi per dare ancora maggior risalto alla cupezza del resto della storia). Impossibile non rileggere questo libro una seconda volta, per ragionare nuovamente sui temi 'difficili' che mette sul tavolo la Vignal. Nella seconda lettura si apprezza tutto ancora di più. E poi, sopra ogni contenuto, c'è quel magnifico stile e quel linguaggio (in questo grandissima è stata anche la traduttrice) che sa essere ficcante e nello stesso tempo lieve, come sono spesso i ragazzini.

Carla

Noterella al margine. Come altri libri di questa interessante casa editrice (la collana Sconfini - Camelozampa è dedicata alla narrativa che arriva da altri paesi: molto interessante!), questo è un libro difficile che non darei a un lettore che non sia accorto, ma è un libro che genera domande anche di carattere più universale su temi come: noi, gli altri, essere guidati, essere autonomi, essere singoli, essere gruppo, essere comuni, essere privilegiati, essere svegli, essere addormentati...Se ne potrebbe parlare per ore con ragazzi in transito verso il mondo degli adulti!


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