martedì 10 luglio 2012

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


BRUCO ERA PEGGIO...

IL DRAGO E LE FARFALLE e altre storie, Italo Calvino, Fabian Negrin
Mondadori, 2012

NARRATIVA PER MEDI (dai 7 anni)



"I mesi e gli anni trascorrono monotoni in quest'isola e ogni giorno è uguale a un altro giorno. Quando penso che il drago potrebbe svegliarsi mi si riempie il cuore di paura, ma anche un po' di speranza che succeda qualcosa di diverso dal solito...l'imprevisto...l'avventura..."

E infatti qualcosa succede. I destini di tutti i personaggi di questo breve racconto convergono verso un destino che li accomuna. Valdemaro, ragazzo sfortunato buttato in mare dai pirati e dagli stessi derubato della mappa del tesoro nascosta nella grotta del drago, sbarca come naufrago su un'isola. Su questa vive la figlia del governatore, fanciulla annoiata, dalla monotonia di una vita piena di agi. Il Governatore che, pieno di sicumera, deve rispondere di fronte al popolo della cattura del feroce drago. E in ultimo il feroce drago che, erroneamente creduto da tutti un pericolo incombente, in realtà desidera solo trasformarsi in farfalla. Accanto a loro che sono i protagonisti, si agita una serie di divertenti personaggi comprimari: pirati goffi ridotti letteralmente in pezzi, saggi rastrellatori di spiagge, un tempo naufragati anche loro sull'isola, zie puritane, inacidite dagli anni.


Il naufrago Valdemaro è in cerca del drago, o per meglio dire, della caverna di questo perché in essa si nasconde il suo tesoro. I pirati, ladri di mappe, cercano anch'essi detta caverna per i medesimi motivi. La fanciulla, di nome Biancaperla, figlia del governatore, è anch'essa in cerca del drago, o per essere più precisi, del cavaliere che lo deve affrontare e sul quale lei già tanto immagina e sogna. E poi c'è lui, il drago. Liberatosi, come vuole la tradizione, dalla sua caverna allo scoccare del 177esimo anno è in cerca di farfalle, esseri leggeri che lui ama massimamente e dei quali vorrebbe imitare leggiadria nel posarsi sulle corolle dei fiori. Ma il destino ingrato ha voluto che lui, al contrario delle farfalle, allontanasse nel terrore ogni creatura incrociata sul proprio cammino. Ed ecco che Biancaperla, l'annoiata e sognatrice figlia del governatore, è lì che saltella con il suo vestito rosa nel prato e pare proprio una farfalla, il drago la incrocia, la cattura pensando sia un esemplare di amato lepidottero e Valdemaro nascosto nel prato, intento a seguire la sua traccia, vede la scena e si gioca il tutto per tutto: " io sono un sovrintendente alle metamorfosi dei lepidotteri!" . In tal modo, dopo una breve lezione di metamorfosi, riesce a convincere il drago a farsi avvolgere -come in un bozzolo vero- in una robusta fune. Le aspettative del drago salgono ovviamente alle stelle: "ma diventerò davvero farfalla?" "Garantito".
Il finale è tutto da scoprire, come tutti da leggere sono anche gli altri due bei racconti che seguono, dal titolo L'ussaro e la luna e Tre isole lontane, in questo secondo libro di racconti brevi di Calvino che Mondadori - nella collana Contemporanea- nel giro di poco tempo pubblica.
Tanto Il drago e le farfalle che Tre isole lontane fanno parte della collezione di Storie per bambini che Calvino scrisse tra il 1977 e il 1981 e che comprendono anche I disegni arrabbiati (qui) e La foresta radice-labirinto (Mondadori, 2000) che uscì anni addietro.
Il racconto L'ussaro e la luna ha una genesi differente; si tratta infatti di un 'trattamento', ovvero di uno stadio intermedio tra un soggetto e una sceneggiatura vera e propria, immaginato da Calvino in quegli stessi anni per alcuni bozzetti teatrali di Toti Scialoja.


Alla lettura, tutti e tre i racconti (due dei quali intrecciati tra loro per certi particolari), presentano una vena di forte ironia che li attraversa e che li caratterizza e che si insinua in ogni particolare. Uno per tutti: la scelta di toponimi o nomi propri che sono il frutto di un raffinato quanto sornione gioco letterario, che chi conosce Calvino non può non amare. Così come ci ha abituato in altre sue opere, anche qui si ritrova quel particolare gusto per il racconto surreale, che lo ha reso inconfondibile e immortale.
Purtroppo i disegni di Negrin, seppure molto evocativi, sono un po' sacrificati dal piccolo formato del libro.
Ciò nonostante emerge per intero tutta la sua generosità (sono quasi 40 tavole, di cui alcune su doppia pagina), la sua raffinatezza, visibile nelle molte citazioni colte (da Paolo Uccello a Tiepolo), e il suo senso dell'ironia che lo mette in perfetta sintonia con il testo.
Se ancora non vi è chiaro: si tratta di libro da non perdere!

Carla



Noterella al margine: mi è capitato di leggerlo al mare alla mia giovane amica Alice e lei rideva di gusto...

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