LA
NIÑA DESDICHADA,
Edward Gorey
Libros
del zorro rojo, 2010
ILLUSTRATI
PER GRANDI (dai 10 anni)
"Había
un vez una niñita llamada Charlotte Sophia.
Sus
padres eran bondadosos y acomodados.
La
niñita tenía una muñeca a la que llamaba Hortense.
Un
día a su padre, coronel del ejército, lo destinaron a África."
E da
qui cominciarono tutti i suoi guai.
Carlotta
Sofia era una bambina molto fortunata perché aveva due bei genitori,
ricchi ed eleganti, che la riempivano di doni, e per di più
possedeva una bella bambola di nome Ortensia.
Con la
chiamata alla guerra in Africa del padre colonnello, la vita in
quella casa cambiò radicalmente. Sfortunatamente, pochi mesi più
tardi, sua madre ricevette la notizia della morte del marito avvenuta
in una rivolta popolare e ancora più sfortunatamente la notizia
ferale la portò rapidamente alla morte. La povera Carlotta Sofia
sfortunatamente diventò dunque orfana. Fortunatamente aveva uno zio
che si prese cura di lei, ma sfortunatamente anch'egli morì per la
caduta accidentale di un pezzo di cornicione sul capo.
Fortunatamente, però, l'avvocato di famiglia si occupò di lei, ma
sfortunatamente decise di mandarla in un orfanotrofio, dove
sfortunatamente la maestra la castigava per cose che non aveva
commesso e dove sfortunatamente le sue compagne le rubarono l'amata
bambola e gliela ruppero.
Ma fortunatamente Carlotta durante il
giorno restava nascosta, ma la notte sfortunatamente la passava
piangendo e piangendo. Fortunatamente riuscì a fuggire dal collegio
ma perse i sensi e sfortunatamente un uomo le rubò il medaglione che
portava al collo con le fotografie dei suoi genitori morti e ancor
più sfortunatamente un altro uomo la rapì e la vendette a un
ubriacone malvagio che la obbligò a fabbricare fiorellini
artificiali.
Sfortunatamente a lavorare giorno e notte la sua vista
calò rapidamente. In quel mentre, fortunatamente il padre tornò
dall'Africa, perché in verità non era morto e fortunatamente si
mise subito in cerca della figliola perduta, guidando la sua
macchina, per le strade avanti e indietro, con l'intento di
ritrovarla. Carlotta Sofia fortunatamente riuscì a fuggire, ormai
quasi cieca, dalle sgrinfie del mostro che la sfruttava, e a correre
in strada, ma sfortunatamente...
Ecco
ancora uno dei migliori Gorey che racconta una serie di sfortunati
eventi, capitati alla cara Carlotta Sofia.
Il
ritmo è perfetto. Laddove sia possibile, Gorey a sventura aggiunge
sventura, ma nel contempo sa anche essere perfido nell'aprire
inaspettati spiragli di speranza che hanno l'unico scopo di rendere
ancora più precipitosa la caduta verso l'ennesimo baratro di
sfortuna.
Questo
gioiello di immagini e testo, prezioso in ogni sua parte, rimanda
alla grande letteratura ottocentesca di Dickens o certa tradizione di
fiaba classica, in cui i bambini erano orfani, sfruttati,
maltrattati, abbandonati, uccisi...
Gorey,
Tim Burton nelle sue meravigliose poesie (La
morte malinconica del bambino Ostrica,
Einaudi 1998), ma anche altri autori di successo, come il misterioso
scrittore che si nasconde dietro lo pseudonimo di Lemony Snicket
nella sua fortunatissima serie dal titolo Una
serie di sfortunati eventi (Salani,
dal 2000), raccontano
questa infanzia.
Pollicino,
Hansel e la piagnucolosa Gretel, il piccolo Oliver, o l'intraprendente
Pip sono i più fortunati tra gli sfortunati: loro ce l'hanno fatta.
Gorey racconta, invece, di tutti gli altri.
Per la
gioia di coloro che, ci auguriamo, non proveranno mai nulla di simile
e perché è buona norma aver consapevolezza che la sfortuna è
sempre lì dietro ad un angolo di strada...
Carla
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