venerdì 16 novembre 2012

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


NEGRIN È IL PESCE GATTO

BESTIE, Fabian Negrin
Gallucci 2012


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"In quella zona del bosco gli alberi intrecciavano le chiome a formare un tetto di foglie che a malapena lasciava passare la luce.
Giulia improvvisamente si fermò.
'Hai paura?' le chiesi. 'Un po'' rispose lei."

Persi. Un barca blu cobalto in tasca e un ruscelletto: è facile perdere l'orientamento. Fare pipì, metterla in acqua per vedere se galleggia e il gioco è fatto. Per seguirla nella sua navigazione, i fratellini si allontanano. Basta un attimo, girare un angolo e cambia lo scenario: non c'è più mamma e papà e la macchina, blu cobalto. Al loro posto una fitta foresta, una radura costellata di grandi rocce, e di nuovo un bosco altrettanto fitto. Sembra proprio il precedente 'Ma di qui ci siam già passati...'


Togliersi una scarpa e camminare con un piede scalzo e l'altro no per lasciare tracce più chiare. Tracce più chiare. E' davvero un'idea furbissima. Dopo aver attraversato questo bosco lussureggiante, è stato altrettanto furbo arrampicarsi su un alto albero per riuscire a vedere in lontananza.
Girato lo sguardo, per fortuna si vede laggiù la macchina con i due genitori: furiosa come un'orsa, la madre e in lacrime come un coccodrillo il padre. Che bestie!
Il gioco sottile, raffinato, ironico dell'intero libro sta in questo piccolissimo meccanismo: mettere in scena il continuo cambiamento di stati d'animo attraverso l'assimilazione ad un comportamento animale. E farlo attraverso quello che è il nostro comune immaginario: furbo come una volpe, lento come una lumaca, agile come una gazzella. 


Una buona e piccolissima idea, intorno a cui si costruisce una altrettanto buona ma anche piccolissima storia: una sosta per pipì durante un lungo viaggio in macchina pare essere sufficiente ad accendere in Negrin un intero mondo.
Un mondo che ha un piede nella realtà e una zampa nell'immaginazione.
Un mondo fatto di avventura pura.
E il resto lo fa il disegno.
In un vero e proprio 'crescendo' musicale, le immagini assumono ruoli e spazi sempre più importanti rispetto al testo che si fa da parte fino a scomparire del tutto in una grande pagina quasi centrale. Da quel momento in poi il gioco è dichiarato: la parola racconta, il disegno immagina e trasfigura.
Una bambina che corre veloce, al girare della pagina è una gazzella che salta, un papà che si dispera dietro un finestrino della macchina è un coccodrillo.
Questo fantasmagorico gioco della trasformazione ci coglie ad un punto del libro quando è già molto evidente, ma se sfogliamo le pagine a ritroso siamo in grado di interpretare nella medesima prospettiva anche le tavole precedenti dove la metamorfosi non è ancora avvenuta ma è già 'nell'aria' e penso a un coniglietto quando si allude alla paura e a un canarino quando si parla di buona voce nel cantare.
Come sempre i raffinati libri di Negrin, soprattutto quelli che sono il frutto di un suo 'concept', sono ricchi di vie di fuga per la fantasia del lettore.
Ricordo, per l'appunto un anno fa, proprio Negrin teorizzare che nei libri illustrati occorre lasciare sempre uno 'spazio vuoto' tra le parole scritte, una sorta di 'sospensione' del racconto che permetta all'illustrazione di insinuarvisi.
Bestie sembra essere paradigmatico in questo senso.
Fin dalla copertina, attraverso il disegno, siamo di fronte ad una vera e propria dichiarazione di intenti: lettore, io non ti farò vedere tutto ciò che c'è da vedere ma nello stesso tempo ti farò vedere molto di più di quanto sentirai ascoltando le parole.
Mi pare di poter cogliere - in una sorta di meritato omaggio a se stesso - un continuo riferimento a libri passati: la bambina sembra uscita da Chiamatemi Sandokan! (Salani 2011), il fiume da In riva al fiume (Gallucci, 2010), certe pastose chiome di alberi così rosse mi ricordano la luce degli Inferi dove finiscono Frida e Diego (Gallucci, 2011) e probabilmente questi non sono gli unici.
Ancora una volta mi pare sia chiaro che Negrin nell'ambito del grande formato dell'albo illustrato è come un pesce gatto nel lago: ne è il sovrano assoluto!


Carla

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