sabato 29 dicembre 2012

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


IL 'BAMBINO DIMEZZATO'

STORIA DEL BAMBINO BUONO/STORIA DEL BAMBINO CATTIVO, Mark Twain, Roger Olmos
Logosedizioni 2012

NARRATIVA PER MEDI (dagli 8 anni)


"C'era una volta un bambino buono di nome Jacob Blivens. Obbediva sempre ai suoi genitori, per quanto assurde e irragionevoli fossero le loro richieste, e studiava sempre e non arrivava mai in ritardo alla scuola domenicale [...] nessuno degli altri bambini riuscì mai a capirlo, si comportava in modo così strano.


C'era una volta un bambino cattivo di nome Jim - anche se, fateci caso, nei vostri libri della scuola domenicale i bambini cattivi si chiamano quasi tutti James [...] e hanno madri malate che insegnano loro le preghiere e cantano le canzoni della buonanotte con voci dolci e sommesse e poi danno loro un bacio e si inginocchiano di fianco al letto e piangono."

Da un lato, un bambino buono che non giocava mai a biglie la domenica, non dava le monetine arroventate alle scimmiette dei suonatori di organetto, e passava il suo tempo a cercare di imitare i bambini buoni che 'leggeva' nei libri che gli davano al catechismo: il suo sogno era incontrarne uno, ma quelli morivano tutti anzi tempo... 


dall'altro un bambino cattivo, senza mai un rimorso di coscienza, io direi addirittura privo di coscienza, che non chiese mai perdono per nessuna malefatta. A lui le cose andaron diversamente...
Nei libri i bambini buoni fanno buone azioni e vengono premiati, e tutti alla fine gli vogliono bene. In quegli stessi libri i bambini cattivi fanno ogni tipo di nefandezza, ma poi si pentono, e tutti alla fine gli vogliono bene.
Ma a questo bambino buono e al suo omologo cattivo le cose andarono in altro modo. Al primo non ne andava mai una dritta: preso a bastonate dal cieco che aveva salvato dai monelli, morso dal cane che aveva sfamato, ed infine saltato in aria, per amor di gustizia e coscienza troppo immacolata...
Al secondo, al contrario, nonostante nessun pentimento, andò sempre alla grande. Nel rubare le mele, non cadde mai dall'albero, non affogò mai andando in barca, non fu mai punito dal maestro, 

 

non fu mai colpito da un fulmine per aver pescato nel giorno del Signore, non bevve mai per sabaglio l'acido nitrico rubando l'essenza di menta, anzi divenne ricco e famoso e, in qualità di membro dell'assemblea legislativa, godette del rispetto di tutti.

Mark Twain, 1865: The Story of the Bad Little Boy-The Story of the Good Little Boy. Due racconti speculari, da leggere in sequenza (la Logos che mette le due storie in un unico libro da leggersi upside down ci consiglia prima la storia di quello buono, perché mette il codice a barre sulla copertina della Storia del bambino cattivo...) che Twain scrisse per prendersi gioco di certa letteratura edificante e per mettere in ridicolo, attraverso una satira feroce, la società americana dell'epoca, fatta di perbenismo, ipocrisia e corruzione che favoriva chi si dimostrava senza scrupoli e premiava i peggiori.
Tracce di letteratura edificante ci sono ancora, ma grandi passi sono stati fatti in quella direzione. A partire dallo stesso Tom Sawyer con Huckleberry Finn, l'Alice di Carroll, il Giannettino di Collodi, il Mestolino di Yambo, il Gianburrasca di Vamba, la Bibi di Karen Michaelis, oppure Pippi ed Emil della Lindgren, fino ai meravigliosi bambini di Dahl, che danno la fatale medicina alla nonna orrenda, per 'renderla migliore' hanno ormai sdoganato il 'bravo bambino' tout court.
Pur tuttavia, discutere di Bontà e Cattiveria, non ci può far male. 
A parte l'evidente j'accuse nei confronti della società dell'epoca (di stringente attualità, peraltro...) che premiava i 'cattivi', mi pare che Twain - nell'aver voluto scrivere questa storia doppia - ci stia anche mettendo sull'avviso che l'essere umano, nella sua naturale imperfezione, è fatto di regola e trasgressione. D'altronde il sommo Italo Calvino, a quasi ottant'anni di distanza, con Medardo di Terralba, diviso tra Gramo e Buono, non ci ha dimostrato che la completezza è fatta di due metà?

Visto il tema del libro, vista la doppia prospettiva del racconto, chi meglio di Roger Olmos, bad good boy dell'illustrazione, poteva cimentarsi con Twain? Verdognolo, rosso di capelli, spettinato, con un cervello appeso a due ali di pipistrello il bambino cattivo, guance rosee, taglio di capelli più alla moda, cravattino e occhi celesti e cervello appeso a due ali d'angelo il bambino buono, ma le due metà,  di calviniana ispirazione, che si 'incontrano' nella pagina centrale del libro sono i due pezzi di un medesimo puzzle e tra loro in qualche modo potrebbero anche combaciare, chissà...

carla 

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