giovedì 10 gennaio 2013

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

PER GRANDI, FORSE ANCHE TROPPO



Dopo il fenomenale circo natalizio, rieccoci alle letture impegnative, improponibili quando si ha al massimo un quarto d’ora d’intervallo in una giornata interminabile. Per riprendere il ritmo dei romanzi, ho preso in mano La bambina dimenticata dal tempo, di Siobhan Dowd, pubblicato in prossimità del natale ancora dalla coraggiosa casa editrice Uovonero. La storia parte dal ritrovamento, in una torbiera al confine fra Irlanda del Nord ed Eire, di resti umani, forse molto antichi. Il ragazzo che trova Mel, la bambina mummificata, si chiama Fergus, è un giovane alla fine del liceo, proiettato in un futuro di sogni lontano da un paese dilaniato dalla guerra civile; già, perché la storia è ambientata nel 1981, quando Bobby Sands moriva nelle carceri inglesi per lo sciopero della fame, effettuato per ottenere lo status di prigionieri politici ai militanti dell’Ira, detenuti nelle carceri inglesi. In questa lotta morirono diversi giovani. Anche il fratello maggiore di Fergus, nel romanzo, è coinvolto nello sciopero della fame e chi è fuori dal carcere non sa come salvarlo senza ledere la sua dignità di combattente. Fergus è un bravo ragazzo, nella sua mente ci sono i primi amori, le amicizie, ma amico può essere anche un terrorista, oppure un giovane soldato gallese, cui non importa nulla della regina o della signora Thatcher. Come a dire che la guerra, qualunque essa sia, non è mai giusta, divide impropriamente amici e nemici e genera di per sé, inesorabilmente, solo ingiustizie e sempre nuovi rancori.

Fergus, nello stesso tempo, è coinvolto nelle ricerche che gli archeologi compiono per capire chi sia la bambina sepolta nella torbiera. In questa occasione conosce, e inevitabilmente si innamora, Cora, figlia dell’archeologa che si occupa di del ritrovamento. Si scoprirà che Mel era una nana e la sua storia ci viene rivelata dai sogni di Fergus, che ne ripercorre il sacrificio: lei stessa si consegna ai suoi carnefici, perché la sua tribù la ritiene responsabile della carestia e della misteriosa morte del capo. Colpevole perché diversa, agnello sacrificale immolato per placare la paura e l’ignoranza dei suoi simili. Da questo denso intreccio fra passato e presente, Fergus uscirà perdendo l’innocenza: lo zio con cui ha un profondo legame morirà in uno scontro a fuoco con la polizia e si rivelerà essere un militante dell’Ira; il suo amico, il soldato gallese con cui ha fraternizzato, morirà proprio nel corso di un attentato organizzato da zio Tally; Cora se ne andrà e suo fratello forse si salverà. La sua giusta aspirazione a costruirsi una vita lontano dalla guerra, alla fine verrà realizzata, lasciandosi questo complicatissimo mondo alle spalle.

E’ un romanzo impegnativo, dalla trama complessa, resa ancor più difficile dallo sfondo storico su cui si sviluppa: chi fra i nostri ragazzi conosce la storia dell’Irlanda del Nord, il micidiale conflitto che ha prodotto migliaia di morti; chi di loro può anche solo aver sfiorato l’intricato dibattito morale legato ad una guerra civile, o ad una lotta politica estrema. Per questo, il romanzo mi sembra richiedere lettori più maturi dei ragazzi di cui di solito parliamo, almeno di quindici sedici anni e anche lì, sarebbe necessaria una lettura accompagnata da molte spiegazioni e altrettante domande.

L’altro aspetto della storia, la vicenda di Mel, che sicuramente esprime la speciale sensibilità dell’autrice nei confronti dei ‘diversi’, rimane un po’ in secondo piano e, devo dire, l’escamotage della rivelazione onirica della sua storia l’ho trovato un po’ forzato; mentre mi è sembrato acuto e dolorosamente consapevole lo sguardo della Dowd, lei cattolica, nata in Inghilterra da genitori irlandesi, sul conflitto che ha dilaniato l’Irlanda; ovviamente, mi sento di dire che molto dell’interesse è dato, per me, dall’aver vissuto quegli anni ed ho un ricordo molto vivo della storia, tragica, di Bobby Sands.



Eleonora





“La bambina dimenticata dal tempo”, S. Dowd, Uovonero 2012.




Nessun commento:

Posta un commento