venerdì 22 marzo 2013

ECCEZION FATTA

--> DALL'OTTOVOLANTE ALLA FIERA


L'inizio dell'anno è stato piuttosto preoccupante, per altro come l'anno passato. Gli editori schierano i loro autori migliori, sperando nel miracolo delle 'sfumature', ovvero nel best seller capace di risollevare livelli di vendita decisamente bassi. Il clima generale di incertezza non aiuta, vorremmo un paese migliore, ci ritroviamo ancora una volta un paese diviso e paralizzato di fronte alla crisi economica. E il nostro magico fantastico mondo dei libri per ragazzi? Anche per questo settore i primi mesi del 2013 hanno confermato le tendenze già evidenziate alla chiusura dell'anno passato, vediqui. Quindi una grande crescita delle collane economiche, dalla E.Elle, alla Babalibri, alla Lapis, soprattutto nella sezione delle prime letture, con Stilton che viene giustamente lasciato a dormire fra gli scaffali e le collane tascabili storiche che confermano la loro posizione. Basta questo a rassicurarci? Assolutamente no, considerando il costo rappresentato, per le librerie, da un catalogo significativo. Ovvero, tenere tanti titoli esposti è un costo, soprattutto perché le vendite si vedranno soprattutto nella seconda metà dell'anno. Avete idea della situazione delle librerie a Roma? C'è chi non ha i soldi per comprare la carta igienica, chi fa rese finanziarie, ovvero rende i libri per non pagare i fornitori, chi campa vendendo caffè. Lo stato dell'arte è questo. Vorrei sapere quanti editori, nel pensare i propri progetti editoriali, fanno anche i conti con chi concretamente dovrà far arrivare i loro libri al destinatario finale, i bambini e le loro famiglie. 


Quante librerie in questi mesi hanno ridotto il loro catalogo, puntando sul 'sicuro', ammesso che sicuro lo sia per davvero? Quante librerie hanno venduto, nel senso letterale, lo spazio espositivo interno a grandi gruppi, che, senza questa forzatura, sarebbero in inequivocabile declino? Parlo, per dirlo proprio chiaramente, dei gruppi Giunti e Disney. Quante librerie possono permettersi il lusso di coltivare un catalogo difficile in cui, magari, ci sono titoli che vendono una copia l'anno?
Ho già detto, nel post d'inizio anno sul bilancio della passata stagione, che ci sono libri obiettivamente difficili da vendere, che richiedono l'individuazione di un lettore particolare, informato, disponibile anche a proposte nuove e magari spiazzanti. Vediamo di capirci bene: il mio mestiere, con l'esperienza che ho accumulato, consiste nell'immaginare, quando vedo una novità editoriale, la tipologia di persone cui può piacere, il cosiddetto target. Essere bravi in questo significa garantire la vendita di quel determinato libro, facendolo incontrare con il suo lettore 'tipo'. Ovviamente capita di sbagliare in queste valutazioni, ma più si ha esperienza, più il margine di errore si riduce. Quante volte sono rimasta basita di fronte alle proposte, coltissime, elevatissime, dense di contenuti, ma sostanzialmente lontane dai lettori, grandi e piccoli, con cui lavoro quotidianamente. E questo a chi lo proponiamo? E' la domanda che la mia collega Alba, preziosissima, e io, ci poniamo abbastanza sconsolate. Se per vendere ogni libro dovessimo metter su laboratori, presentazioni, corsi di aggiornamento staremmo davvero fresche. E così ogni tanto qualche vittima c'è, qualche libro dal valore incontestabile, ma dalla difficile comprensione, che ritorna a casa con vendite minori dell'auspicabile. Per non parlare del prezzo di copertina, uno dei principali scogli contro cui s'infrange qualsiasi discorso di qualità. Un ragionamento su questo, fra editori, librai, bibliotecari, bisognerà pur farlo, se vogliamo continuare a fa crescere in tutti i suoi aspetti un settore dell'editoria, quello dei libri per ragazzi, assolutamente vitale. Mi rendo conto che può sembrare estremamente riduttivo pensare alla produzione editoriale in termini di quote di mercato e di target; ma è quello che implicitamente ed esplicitamente ci viene chiesto, individuare il giusto lettore per quel determinato libro; spesso viene sottolineata la riluttanza di molti librai ad imbarcarsi in imprese laboriose che implicano costi gestionali non indifferenti, ovvero dedicare tempo alla qualificazione di un settore, dedicargli adeguata comunicazione e promozione delle diverse espressioni editoriali, imbastire rapporti con scuole e biblioteche. Se questo vi sembra poco..sicuramente le scelte di molte librerie di catena, di selezionare il catalogo in base alle condizioni di acquisto, abbassa di molto la qualità dell'offerta. E poi, diciamolo, ci sono gli acquirenti, i lettori o chi per loro, mamme, nonne papà e che magari si fidano di più di una pubblicità televisiva che di un consiglio ben calibrato dato da un libraio.


D'altra parte, è anche vero che, parlando sempre dalla realtà romana, siamo partiti da una situazione di arretratezza culturale abbastanza desolante per arrivare ad oggi ad avere numerose piccole librerie specializzate e alcune grandi librerie, indipendenti e non, che hanno dato spazio alle migliori proposte dell'editoria per ragazzi. C'è di che preoccuparsi, ma se questo è il pessimismo della ragione, l'ottimismo della volontà ci porta a resistere ancora nel difendere la qualità editoriale contro la mercificazione e l'appiattimento. Mi auguro che la prossima Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi, che si terrà a Bologna dal 25 al 28 di marzo, sia anche una proficua occasione di confronto fra editori, librai, 'promotori della lettura', bibliotecari, tutti attori indispensabili nella crescita di questo settore.

Eleonora



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