mercoledì 17 aprile 2013

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


LA DUREZZA DEL MONDO

Due libri ‘tosti’, che raccontano ai ragazzi realtà del mondo contemporaneo che forse vorremmo ignorare: nel primo, I lupi arrivano col freddo, si racconta l’intricata questione curda, attraverso le avventure di un ragazzino rapito dai guerriglieri del pkk. L’altro racconta la tragedia argentina dei desaparecidos, attraverso gli occhi di due ragazzi che scoprono di non essere figli biologici dei loro genitori.
Premesso che sull’opportunità di costruire storie così dichiaratamente a tema si può ovviamente discutere, va detto comunque che questa tipologia di testi ha il merito di raccontare in modo non pedante episodi della storia recente, se non della contemporaneità, che sfuggirebbero alla coscienza dei più giovani e che probabilmente non troverebbero ospitalità nei programmi scolastici. 
I lupi arrivano col freddo, a suo modo, è un romanzo di formazione, in cui il protagonista, Fuad, è rapito da oscuri trafficanti, collegati al partito comunista curdo (pkk) e comincia un viaggio nel Kurdistan turco, nei suoi diversi ambienti, scappando insieme, per poi perderli di vista, ad altri due ragazzi nelle sue stesse condizioni; un po’ banditi, un po’ sbandati, dei ragazzini non più bambini, non ancora adulti sono costretti a confrontarsi con la violenza, la povertà, la guerra per bande in cui è davvero difficile trovare le ragioni. Diventare grandi in questo caso è prendere le distanze dai legami di sangue e cercare una propria via di crescita lontano dalle violenze e dalle prepotenze, rinunciando però al ritorno alla propria famiglia.Interessante la descrizione di un mondo agro pastorale ancora ‘antico’, appena sfiorato dal business del petrolio, chiave di molti conflitti contemporanei; così come lo è la descrizione delle dinamiche di una guerra civile che divide le famiglie e spezza i legami consuetudinari, così come avevamo già visto nell’Irlanda raccontata da Shioban Dowd (vedi qui). La narrazione è tuttavia complessa e spesso sfuggono i riferimenti storici e geografici; indubbiamente un testo per lettori maturi, dai quattordici anni in su, che s’interessino davvero a quello che succede nel mondo.
 
Forse più immediatamente comprensibile la situazione descritta in Sotto il cielo di Buenos Aires: la storia di una famiglia di italiani emigrati in Argentina, costretta a fare conti con le violenze della dittatura militare di Videla. Quindi familiari rapiti e mai più ricomparsi, ovvero gettati in mare, bambini scomparsi, ovvero dati in adozione alle famiglie ‘per bene’. La difficoltà di questi bambini diventati ragazzi a ricostruirsi un’identità dopo che la verità è stata svelata dal coraggioso e paziente lavoro delle nonne di Plaza de Mayo, che non hanno mai dimenticato, non hanno mai smesso di cercare i propri figli e nipoti. Alla fine hanno svelato al mondo la mostruosità di un’operazione di pulizia non etnica, ma generazionale, compiuta dai generali argentini: trentamila giovani donne e giovani uomini eliminati perché ‘sovversivi’, laddove l’essere sovversivo consisteva spesso solo nell’insegnare ai bambini dei quartieri poveri.
Non tutti i bambini rapiti sono stati rintracciati, il lavoro delle nonne di Plaza de Mayo non è ancora finito. 
Il racconto delle vicissitudini di questa famiglia italiana in Argentina scorre via, mescolando la descrizione della normalità della vita in un altro paese, con le speranze e le aspirazioni a una vita migliore, alla spiegazione di quello che è successo, al trauma di trovarsi soli a combattere contro un mostro, la micidiale macchina da guerra della giunta Videla, non in nome di chissà quale ideale, ma per difendere i propri affetti, la propria famiglia.Anche qui, inutile dirlo, è richiesta una certa maturità di lettura, soprattutto genitori e insegnanti si dovrebbero preparare a numerose e imbarazzanti domande, magari qualcuno fra noi si è già dimenticato di questa dolorosa storia, lontana nel tempo e nello spazio. Se vi sorgesse la domanda, se ha senso proporre tematiche di questo tipo ai ragazzi di oggi, rispondo che si può scegliere e discutere sul modo più adeguato di raccontare, ma che non c’è nessun vaccino migliore, nei confronti di queste tragedie, che la memoria. E il rispetto dovuto a chi è stato vittima di queste violenze e a chi ancora cerca giustizia.

Eleonora

“I lupi arrivano col freddo”, S. Gallo, Edt giralangolo 2013
“Sotto il cielo di Buenos Aires”, D. Palumbo, Mondadori 2013

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