lunedì 15 aprile 2013

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

LA VOCE CHE RITORNA

L'eco, Alessandro Riccioni, David Pintor
Lapis 2013


ILLUSTRATO PER PICCOLI (dai 5 anni)

C'era chi chiedeva con gentilezza, chi con arroganza, chi non sapeva ancora cosa chiedere.
L'eco ascoltava tutto, anche il silenzio, perché sapeva leggere i pensieri più segreti.
Una domenica mattina, subito dopo le sette, vide arrivare un bambino con il suo papà.

L'eco riceve solo la domenica mattina dalle sette alle undici. I due, saliti in bicicletta, sono lì puntuali e il papà comincia a inoltrare le sue richieste per il suo bambino: un trenino ...ino ...ino, quindi un cappello ...ello ...ello ed infine un clarinetto ...etto ...etto. Ogni volta l'eco risponde e il bambino pensa a tutti i desideri che in -ino, in -ello o in -etto finiscono. Un gioco molto divertente. Ma adesso tocca a lui. La voce non esce forte, ma flebile e un po' malinconica, ma il desiderio è talmente impellente che l'eco lo sente e risponde A M M A e il bambino quella domenica torna a casa con il papà, un grande sorriso sulla faccia e, dietro di sé, il desiderio asaudito.

Devo essere onesta. Questo albo giaceva sul tavolo già da un bel po'. Ci ho girato intorno per un po', ma non trovavo mai la molla che mi facesse partire per ragionarci sopra. Di norma, quando questo accade non è buon segno. Vuol dire che nel libro trovo qualcosa che non mi convince del tutto. Di solito i libri che giacciono troppo a lungo riprendono poi la strada verso gli scaffali della libreria connivente. E io alla fine li dimentico.
Con L'eco le cose sono andate diversamente. Gli ho dato una seconda possibilità, ovvero l'ho portato in libreria e l'ho letto con i bambini, per il nostro ultimo incontro. Ho giocato con loro sui finali delle parole e ci siamo molto divertiti, un alto tasso di allegria e di eccitazione -una ventina di bambini che cercano parole nel loro bagaglio lessicale (una bambina trova anche una rara assonanza tra cassetto e bassotto!!)- cui ha fatto seguito lo stupore, nel giro di pagina e nel cambio brusco di prospettiva che di corsa va verso il finale. La faccia dei bambini era eloquente.
E lì ho capito che questo libro è bello. 


Bello perché stupisce ed emoziona il lettore, bello perché riesce a riassumere un grande tema con un solo articolo indeterminativo, messo al punto giusto. La capacità di sintesi non è da tutti.
Così rimuovo rapidamente le remore che avevo rispetto alla 'semplificazione' del tema che mi era parso di leggervi. Sbagliavo.
Questo libro funziona: funziona la silenziosa intesa tra il papà e il bambino, funziona il contesto ventoso e terso in cui Pintor fa correre la bicicletta rossa. Funzionano i piccoli gesti: la presa salda alla tesa del cappello, il papà accucciato per guardare negli occhi il suo bambino. E poi quella mamma un po' beat, che porta il sorriso a quel bambino e al suo papà...


A volte, l'ironia della sorte: la voce di questo libro mi è tornata indietro, proprio come un'eco...


Carla


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