mercoledì 24 luglio 2013

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


DI MADRE IN FIGLIA

per Carla




Spesso mi si obbietta che nelle storie per ragazzi si prospettino situazioni troppo problematiche ed estreme, lontane dalle realtà che i ragazzi vivono e inquietanti per i loro genitori, sempre tesi a proteggere i figli dalla vita e dai suoi dolori. Qualche volta è vero, le trame prospettano non solo situazioni drammatiche, ma anche inconsuete ed estreme; sono quei casi in cui mi è capitato di sottolineare la necessaria maturità nel giovane lettore. Penso a Il pianeta di Standish o a Quindici giorni senza testa, per esempio.

Il romanzo che vi propongo oggi, Respiro, segue un percorso diverso, descrivendo una situazione decisamente problematica, e forse anche con un eccesso di complicazioni, che trova però soluzione all'interno dell'arco di tempo descritto.

Abbiamo una ragazzina, Rossana, costretta a lasciare l'amato paese natio e il padre, per seguire la madre a Bologna. Madre bambina, come viene descritta all'inizio del libro, presa dai suoi studi e dai suoi problemi. Per la giovane protagonista si tratta dunque di affrontare un trauma, legato anche alla perdita della amatissima nonna, non a caso eletta a simbolo del perduto focolare domestico.

In condizioni di questo genere la crescita avviene a strappi, fra silenzi ostili, fughe, ma anche con le prime vere amicizie e i primi batticuore. Difficoltà sottolineate dalle crisi asmatiche che tolgono il respiro, letteralmente e metaforicamente.

Ma questo non basta, c'è anche la malattia della madre, che favorisce il riavvicinamento, il padre minacciato dalla mafia, un amico confinato sulla sedia a rotelle. Forse un po' troppo. Ma quello che più colpisce in questa storia, scritta da Maria Beatrice Masella, è la freschezza con cui riesce a raccontare il mondo dal punto di vista di una preadolescente: c'è poco spazio, nella sua testa, per comprendere le ragioni degli adulti; c'è, all'inizio, una sorda ostilità nei confronti della madre, percepita come egocentrica e indifferente. C'è la somatizzazione, una delle tante possibili, della propria difficoltà nell'accettare le contraddizioni, le delusioni, gli smacchi legati al diventare grandi. C'è anche l'attrazione irresistibile verso i ragazzi e le ragazze appena un po' più grandi, che magari nascondono la propria fragilità dietro un accurato travestimento. C'è, inutile dirlo, la scoperta dell'amore e del sesso.

Il cuore della storia, dunque, è il rapporto madre figlia, così complesso e ingarbugliato che neanche da grandi si riesce, certe volte, a metterci mano. Fra rispecchiamenti, non detti e distanze apparenti, la genealogia femminile è sempre molto intricata. Ma c'è qualcosa che va oltre i nodi intrecciati della propria identità ed è, banalmente, sinteticamente, biologicamente, il maternage. Che vale per tutte noi.

La mia storia è cominciata così, 


a scoprire il mondo dal luogo più sicuro. Fra ribellioni e rispecchiamenti, fra eredità condivise e diversità, è approdata a questo 



A distanza di tempo, mia madre se n'è andata quasi vent'anni fa, posso dire che il lutto, la mancanza sono diventati quel meraviglioso, struggente sentimento che è la nostalgia, è guardarsi indietro con tenerezza e con comprensione, riscoprendo in me continuità prima inavvertite. Il passato permea il presente ma non lo cristallizza.

E poi, il sentimento del tempo si riassume in questo: siamo dentro una storia, iniziata prima di noi e che continua, e continuerà ancora, il nostro piccolo, fragile, prezioso frammento di eternità.

Eleonora





“Respiro”, M.B. Masella, Sinnos 2013






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