venerdì 22 novembre 2013

CORTESIE PER GLI OSPITI (libri preferiti da altri)


RITRATTO DI SIGNORA
Mrs Kennedy Goes Abroad, Jacqueline Duheme 
Gallaway Editions 1998



Questo è un salto all’indietro nel tempo, ma anche, volendo, molto in avanti quanto al raggio d’azione che i libri illustrati possono coprire. Perché vi parlo di un volume davvero insolito come genesi e contenuto, un libro che certamente piacerà molto a chiunque conservi vivido nella memoria il ricordo di John F. Kennedy e di sua moglie Jacqueline. Un libro che può funzionare come approccio divertente alla storia recente e che, in fondo, invita a cogliere con sguardo curioso e lieve tutto quanto c’è d’ interessante e originale anche tra le righe dei protocolli.

E’ il 1961 quando la poco ortodossa illustratrice Jacqueline Duheme (che infatti nasce come assistente di studio di H. Matisse e frequenta di preferenza poeti, del calibro di Prevert ed Eluard) riproduce in una serie di tavole piene di grazia ed ironia le tappe principali del viaggio della giovane coppia Kennedy a Parigi.
Il risultato conquista la simpatia di John, che acquista le opere, e di Jacqueline, che senza indugio chiede all’artista di accompagnarla nella visita di stato che l’anno successivo dovrà compiere in India e in Pakistan (via Roma all’andata e via Londra al ritorno), naturalmente ripetendo l’esperimento. Jacqueline e Jacqueline, da quel momento, diventeranno grandi amiche, come testimonia la foto che chiude il libro (la cui sorniona didascalia specifica che fu scattata nella casa di vacanza dei Kennedy, a Cape Cod, da una guardia provvidenzialmente “sbucata fuori” da un cespuglio).
Tutto il volume è un’ alternanza di foto e di brani di testo in chiave di reportage, con dovizie di dettagli sulle singole tappe del viaggio in Europa e Asia della First Lady – ivi compresa la descrizione minuziosa degli abiti che indossa – e di tavole piene, assai descrittive, ricche di “comparse”, eserciti spiegati, capi di stato e alti prelati, Limousine, orchestre e corpi di ballo, dame in gran tiro e immancabili cocchi. Il filo del racconto – comunque intrigante ai nostri occhi “postmoderni” - è teso da cronache tanto asciutte quanto meticolose, che fanno risaltare per contrasto la scioltezza giocosa delle immagini.

 












Dalla nursery modello di Parigi, dove Jacqueline Kennedy viene accompagnata dalla premiere dame, la moglie del generale De Gaulle, al teatro Luigi XV di Versailles, al sorvolo di Roma, alla visita a San Pietro per l’incontro con Giovanni XXIII, alla visita al Taj Mahal e ai giardini di Shalimar, fino al pranzo in veste quasi privata con l’allora trentenne regina Elisabetta… Duheme tratteggia velocemente, ma con perizia e attinenza al vero, scenari complessi e tra loro diversissimi, forte del suo versatile naif. Una dopo l’altra, le molte tavole del libro inanellano alcuni trai luoghi più belli e celebrati del pianeta con passo leggero, mai solenne, anzi, sempre allegramente ammiccante e dunque, crederei, ben consapevole della necessità d’intrattenere i lettori più giovani. E’ un teatrino vivace quello che l’autrice raffigura, mai rigido o scontato, basti osservare le fisionomie dei capi di stato, la gestualità dei comprimari, i decori che impreziosiscono mai con sfarzo, bensì con avvolgente calore, quasi per favorire la familiarità del giovane lettore con quinte eccezionali eppure rese familiari da rapidi, sapidi tocchi. 
 

Certo, Duheme è in questa missione divulgativa forte anche dello charme fresco e spontaneo che Jacqueline Kennedy sapeva esercitare sugli interlocutori, disinvolta e moderna rappresentante del nuovo mondo al cospetto di alcuni dei più potenti e ragguardevoli esponenti del mondo vecchio, anzi vecchissimo. Seguendo le orme di questa giovane donna americana piena di sincera, persino ingenua ammirazione, pagina dopo pagina, le illustrazioni ricompongono il puzzle di un globo che è sempre stato enorme e variegato, ma allora, per qualche strano sortilegio, più incline a mostrare la sua faccia affabile e gentile…

Infine, il viaggio in India e Pakistan si compie circa un anno prima dell’uccisione di John. Pertanto il libro ferma un tempo per sempre perduto e racchiude, non fosse altro che per questo, un incanto pieno di nostalgia. Fuori da quelle pagine, il mondo, una volta di più, avrebbe da allora conosciuto la caduta agli inferi. Dentro quelle pagine, ancora oggi, John e Jacqueline sono assorti in un piccolo museo parigino in pacifica contemplazione di un quadro di Manet…

 
Daniela (Tordi)



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