martedì 5 novembre 2013

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


RE, FATE, MAMMEDRAGHE, SALE E ZAFFERANO

Il pozzo delle meraviglie, Giuseppe Pitrè, Fabian Negrin
Donzelli 2013


"E ora dimmi: ti sei pentita di tutto quello che mi hai fatto? E la marionetta sollevò il mento per fare segno di no. A quella vista lui tira fuori una sciabola e la scaglia sul collo della marionetta; la caraffa che era al posto del collo si spacca di colpo ed esce fuori il miele. Preso dalla rabbia, il Reuccio lecca la sciabola, e dice: 'Ah, come è dolce il sangue di mia moglie! Ora m'ammazzo. E chi mi tiene più, ora che ho perso questa moglie così dolce?"

NARRATIVA PER MEDI (dagli otto anni)


Ne Il vaso di basilico il Reuccio si prende gioco della tenace e furba Rosina, ma attraverso lo stratagemma della marionetta di coccio sarà lei ad avere in pugno il cuore del Reuccio...
...E la bella marionetta di zucchero e miele
Marito e moglie se la mangiarono insieme.

Sono trecento fiabe più una, la più bella, quella di Cola Pesce, quelle che compongono il corpus raccolto per tutta la Sicilia intorno all'ultimo quarto dell'Ottocento da Giuseppe Pitrè, medico-scienziato-folklorista.
Bianca Lazzaro, genius loci della casa editrice Donzelli, non poteva lasciarsi sfuggire questa occasione. Nella collana ricchissima e raffinata Fiabe e storie che contiene 'tessere fondamentali del patrimonio fiabesco', non poteva mancare Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, seppure con un nome più moderno ed evocativo: Il pozzo delle meraviglie.


Effettivamente, la quantità delle fiabe di Pitrè crea lo stesso senso di vertigine che si prova affacciandosi a una vera da pozzo e guardando giù. La meraviglia invece si rinnova -si conta e si racconta- ad ogni inizio di narrazione.
Bianca Lazzaro l'ha voluta fortemente, per varie ragioni, prima fra tutte la presunta disattenzione finora dimostrata nei confronti di questa pregevole opera letteraria. Solo Italo Calvino, epigono del modo che ebbe Pitrè nel comporre il corpus di fiabe, ne aveva già nel 1956 messo in luce il grande valore, prendendo quasi tutte le sue fiabe siciliane da questo testo. Poi l'opera era ripiombata nell'oscurità, salvo rare eccezioni come La bella dalla stella d'oro (illustrata da Marcella Brancaforte e narrata da Carlo Carzan, edita da una piccola e coraggiosa casa editrice siciliana, Arianna, nel 2006) complice anche il dialetto siciliano in cui è scritta che la rende comprensibile ad una esigua minoranza di lettori.


Per questa ragione Bianca Lazzaro ne cura personalmente la traduzione dal siciliano e, nel contempo, ne modernizza e rende attuale il lessico delle tante contastorie.
La lettura ad alta voce testimonia e dà ragione allo sforzo fatto per mantenere certo gusto 'orale' che le fiabe hanno sempre avuto.
A parte la mole del materiale, la raffinatezza della traduzione e dello stile dovuta alla curatrice, questo libro si avvale di una serie di altre 'luminosità'.
Penso all'introduzione curata da Jackes Zipes in cui si mette in luce la metodologia 'di raccolta e preservazione' di storie orali. Ma soprattutto l'apparato iconografico curato da Fabian Negrin, già illustratore del precedente volume sulle quarantadue fiabe 'inedite' dei Grimm, Principessa Pel di Topo (Donzelli 2012).
Sedici tavole doppie, racchiuse in una doppia pagina 'foderata' come un fascicolo di pregio, in cui Negrin illustra quelli che lui considera i momenti topici delle singole fiabe, andando a scovare talvolta il mistero, o il macabro, o il meraviglioso che ogni narrazione racchiude in sé. Tavole che, seppur un po' troppo stemperate nei colori forse a causa di una carta che non gli rende appieno merito, conoscono bene il Rinascimento non solo italiano e nello stesso tempo sono modernissime e inaspettate per tagli prospettici e scelte iconografiche ardite.


In personaggi e contesti si ritrova la Sicilia 'barocca' del Gattopardo, o quella di Sciascia, nell'asciuttezza di certi sfondi caliginosi.
Sostenuto da una rete di siciliani d'eccezione, a partire dalla sua presentazione tenuta al Senato della Repubblica, padrone di casa Pietro Grasso, per arrivare alla Fondazione del Banco di Sicilia che ha finanziato parte del progetto, il libro (in uno con autori, editori, traduttori, curatori e illustratori dello stesso) è in cerca di una dovuta fama.
Se la merita!

Carla

Noterella al margine. Di quest'opera ne esiste anche una versione in quattro volumi, con testo siciliano a fronte e note critiche: per appassionati e cultori.

Nessun commento:

Posta un commento