mercoledì 19 marzo 2014

CORTESIE PER GLI OSPITI (libri preferiti da altri)


IL TOCCO DELL’ARTISTA

The Artist and the King, Julie Fortenberry 
Alazar Press 2013



La piccola e riccioluta Daphne ritrae incautamente il re. Lo rifà pari pari, col faccione solcato da folte sopracciglia. Tradotto nel suo linguaggio da pittrice in erba, come si addice a un vero artista, Daphne ne coglie in realtà l’essenza burbera e vagamente stralunata. Ma un soffio di vento dispettoso si diverte a strapparle il foglio dalle mani, facendolo planare esattamente sul volto minaccioso del sovrano… Che non si piace affatto e reclama al suo cospetto l’autore di quella che a lui pare un’irriverente caricatura. Daphne avanza con coraggio, minuscola ma franca, rivendica la paternità dell’opera e subisce l’onta di doverla indossare per punizione, trasformata in un ridicolo cappello a cono. 


Ma un artista è un artista e allo sgomento iniziale subentra l’istinto di trasformare la penitenza in occasione di gioco e creatività… Dapprima s’ingegna a indossare in modo alternativo il grottesco cono di carta, poi realizza che basta qualche sapiente tocco di passamaneria colorata e quel coso scipito e fuori misura diventa un’impalcatura graziosa e persino civettuola. 



A quel punto, rapita dall’estasi della modista, Daphne passa al contrattacco e sforna coni su coni sormontati da ogni genere di decoro, pizzo e lustrino, apre bottega e smercia a una folla di sudditi divertiti copricapo variopinti, irresistibili, le dernier cri in fatto di cappelli.



Naturalmente però, un re è un re. Non è uno stupido e se dalla loggia contempla un brulicame di coni arcobaleno che sormontano baldanzosi il capo del volgo… ci vuol poco a capire che qualcuno lo ha gabbato. Poco importa se, inforcato il cavallo per ispezionare il reame facendo un supplemento d’indagine, s’imbatte in un vero esercito di eleganti coni capeggiati dalla sua primogenita. Con voce stentorea la minaccia di essere bandita dal regno se non si toglierà quell’affare dalla testa.


Ma qualcosa è cambiato. Un intero popolo è stato soggiogato dalla grazia e dall’allegria contagiosa dei cappelli di Daphne, la minaccia solleva gli animi e induce alla diaspora, i sudditi in massa abbandonano l’abitato per ritirarsi nei boschi in segno di protesta. Colpo di scena, fa loro seguito anche l’esercito regale, un vero e proprio ammutinamento!
Dopo tanto sconquasso, nel silenzio della città fantasma, si leva un singhiozzo lamentoso. Il re piange, solo e sconsolato. Piange a calde lagrime il corpacciuto sovrano, mentre la piccola Daphne gli si fa dappresso e quasi quasi si scusa per aver creato tutto quel pandemonio ritraendolo scioccamente. Ma il pianto catartico ha emendato il re dalle sue arroganti pretese, si scusa a sua volta, si duole di aver perso la figlia. L’artista modista allora lo scuote, lì a terra c’è un cono magnifico, azzurro, sormontato da un’aristocratica piuma e accompagnato da un amoroso biglietto. Lo ha perso la principessa in fuga, ma era proprio un dono per lui!



Tutto è bene quel che finisce bene, Daphne scorta il re fino alla foresta per indurre bonariamente il popolo a tornare a casa e un corteo di facce allegre, sormontate da cappelli svettanti, si riporta sui suoi passi all’insegna della pace e dell’allegria. Tra l’arte e il potere lo scontro può essere duro a volte. Ma la storia insegna che in questi casi a vincere non è quasi mai il più forte…
Piccolo racconto per mano di Julie Fortenberry, autrice di libri per bambini e blogger appassionata, popolare tra gli addetti ai lavori negli Stati Uniti... Mi è arrivato in questi giorni con una dedica e un cono di carta da indossare. E non ho potuto resistergli. 

Daniela (Tordi)






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