martedì 4 marzo 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


QUANDO GIÙ DIVENTA SU
Virginia Wolf, la bambina con il lupo dentro, Kyo Maclear, Isabelle Arsenault
Rizzoli 2014


ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)


"Un giorno mia sorella Virginia si è svegliata che aveva un lupo dentro. Faceva versi da lupo e si comportava in modo strano...[...] Io ho fatto quello che potevo per farla contenta. Le ho dato dei dolcetti. se li è divorati tutti. Ma non è servito. Non c'era niente che la facesse felice. Il gatto no. Il mio violino no. Nemmeno a far le facce a nostro fratello Thoby. Si è nascosta sotto le coperte e ha detto: LASCIAMI STARE."



Quel giorno il su diventò giù e il chiaro diventò scuro e l'allegro diventò triste. Virginia non vuole vedere nessuno, neanche le sue amiche. E il suo malessere le prosciuga anche le parole. La cosa che forse la consolerebbe, la farebbe sentire un po' meglio sarebbe volare, volare verso un luogo dove la malinconia non esista, dove ci siano tanti dolcetti glassati, fiori e alberi per arrampicarcisi sopra. Questo posto è Bloomsberry. E dov'è? Nessuno lo sa. Forse ognuno ha il proprio Bloomsberry. Quello di Virginia è ora dipinto sulle pareti della sua stanza. Con i suoi colori e i suoi pennelli l'affettuosa sorella, Vanessa, ha inventato per lei Bloomsberry, disegnando boccioli di caramelle tra germogli verdi e dolcetti glassati. Il vento a Bloomsberry era silenzioso e c'era una scala che arrivava alla finestra per andare su se ti senti giù e c'era anche un'altalena...


Virginia, al suo risveglio, comincia a dipingere accanto alla sorella: un grande campo perché ai lupi piace correre in giro e poi uccelli turchesi e lumache grigie e farfalle viola. E in tal modo il giù ridiventò su, lo scuro chiaro e il triste di nuovo allegro.
Virginia è diversa ora, sta meglio e quell'ombra scura che le dava quel profilo da lupo è del tutto scomparsa...

Avere un lupo dentro: non credo che si possa trovare definizione migliore per raccontare quel sentimento che è l'insieme di malinconia, rabbia, malumore e tristezza. Quel disagio che ogni tanto ci assale e ci fa ululare verso gli altri, che ci fa desiderare la solitudine e che ci rende muti. Arriva per una ragione che spesso non siamo neanche in grado di delineare con chiarezza, ma arriva. E allora i toni diventano duri, gli sguardi si evitano e c'è il silenzio nei confronti quelli che cercano uno spiraglio per poter entrare in contatto con noi.
Ma poi arriva l'immaginazione a salvarci e a portarci fuori di lì (Il Bloomsberry che Virginia va cercando suona un po' come il Bloomsbury, circolo di artisti fondato nell'omonimo quartiere di Londra dalle due sorelle Stephen, in arte Virginia Woolf e Vanessa Bell).



Liberamente ispirato al rapporto di sorellanza che legò Virginia Woolf con la sorella Vanessa, pittrice, in questo albo, l'io narrante, Vanessa, assiste al malumore crescente di Virginia e al principio non riesce a porvi rimedio: la sorella ha chiuso 'quasi' del tutto i canali di comunicazione. Ma uno spiraglio nel suo muro che la tiene lontana dagli altri c'è ed è in quello che Vanessa si intrufola e affettuosamente offre uno 'scenario' di fuga per la sorella. Uno scenario fatto di cura ed attenzione, fatto di colori e di cose amate. Quello che Vanessa dipinge intorno al malumore di Virginia ha il sapore di una mano tesa che l'afferri e la riporti al di qua di quel muro (vi ricordate Lo stralisco?).

Storia delicata e profonda, assai raffinata nella prospettiva di lettura, tradotta splendidamente da Beatrice Masini che dimostra ancora una volta la sua penna felice nella capacità di essere lieve nel lessico, pur dovendo raccontare un tema impegnativo. Isabelle Arsenault, appena vista in Jane, la volpe ed io, perfetta nella costruzione dell'albo, fatto di scelte anch'esse di grande eleganza, dal gioco fatto su alcune parole chiave sottolineate da un tratteggio all'uso del nero e della matita cui si contrappone la ricchezza del colore.


Carla

Nessun commento:

Posta un commento