mercoledì 18 giugno 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


PSST... PSST...
 
Telefono senza fili, Ilan Brenman, Renato Moriconi
Gallucci 2014


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"L'idea del libro mi è venuta un giorno che ero a tavola con un sacco di bambini chiassosi e di adulti irritati in un ristorante al mare. Ho proposto di provare il telefono senza fili e ci siamo messi a giocare tutti quanti: adulti e bambini dai due ai dieci anni di età. Venti minuti dopo...era tornata la pace. Mi è rimasta impressa nella mente l'immagine di quei bimbi che sussurravano nelle orecchie degli adulti..."

Generato da un pensiero in un ristorante brasiliano, è facile immaginarlo crescere in un altro passaggio di idee, forse in un altro ristorante brasiliano, tra autore e illustratore e così via andare, passando per un editore, chissà se in altro ristorante brasiliano, fino ad arrivare, dopo enne passaggi, a diventare un libro, un libro che, senza parole, arriva alle nostre orecchie.
Con il Telefono senza fili funziona così.
Il Telefono senza fili è un gioco sonoro, seppur sussurrato: si parte con una parola o una frase, e le si fa fare il giro, di bocca in bocca e di orecchio in orecchio, e la si fa viaggiare per poi farla tornare al punto di partenza.
Ma questo libro, per paradosso, è muto, senza parole. Eppure è proprio in questo che sta una delle sue bellezze.
 

Un giullare inizia il gioco e passa la sua parola al re che a sua volta la passa a un'armatura che la passa a uno scafandro da palombaro che la passa al pirata che la passa a un pappagallo.
Una figura di profilo, sussurratrice, soffia nell'orecchio della figura successiva, 'ricevente', sempre ritratta di fronte. Con il giro di pagina questa figura frontale è ritratta di profilo ed è diventata a sua volta sussurratrice. 


Questo dondolio tra profili e immagini frontali, crea un andamento regolare che si interrompe ogni volta nella sorpresa dell'avvicendarsi di personaggi tra loro molto diversi e legati in sequenza da nessi inaspettati e molto divertenti.

Qui alla Macli (Brasilia, 2012) le tavole di Moriconi in esposizione

Siamo di fronte a una vera e propria galleria di ritratti (d'altronde la dedica a Piero della Francesca non è casuale), sottolineata ulteriormente dalle grandi cornici bianche, create dal bordo del foglio. Sfogliando il libro abbiamo la sensazione di camminare nel corridoio di una pinacoteca e, di pagina in pagina, colleghiamo con facilità il re con il suo cavaliere, il pirata con il suo pappagallo, la nonna con il lupo. Ci lasciamo sorprendere invece, ad ogni giro di pagina, laddove l'armatura dialoga con un palombaro, il pappagallo con un aborigeno che ha le sue penne per copricapo. 

 
Ma ciò che sembra una galleria di ritratti è una illusione ottica perché, a ben vedere le tavole di Moriconi, le cornici bianche del foglio di carta separano solo la superficie dei personaggi che, invece, sembrano avere una loro presenza fisica in uno spazio reale, come testimoniano i giochi di luce su ciascuno dei personaggi (illuminante quanto scrive Anna Castagnoli qui). 


Raffinatezze cromatiche e piccoli ulteriori dettagli accendono il nostro immaginario: il cambio di abbigliamento del lupo o la felpa rossa di quella cappuccetto moderna, o l'uncino così 'stridente' nella specularità con il guanto rosso del palombaro. 


Ma la meraviglia più grande è nel gran finale dove l'abitudine al quadro si infrange, qui in modo eclatante, in quel cagnone affettuoso che 'sconfina' oltre la cornice per andare a 'dire', come sa fare lui, la parola misteriosa che ha viaggiato di bocca in bocca, di orecchio e in orecchio.
Quale sia la parola, lo lascio indovinare a voi.

Carla


Norerella al margine. Questo libro, uscito per Companhia das Letrinhas nel 2010, è il primo di una meravigliosa trilogia in cui Brenman e Moriconi ruotano intorno al tema del ritratto. Il secondo è dedicato allo Sbadiglio (Bocejo, 2012) e il terzo alle somiglianze tra umani e animali (Caras animalescas, 2013)

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