lunedì 4 agosto 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


UN ABBRACCIO MIGLIORA LA VITA

A giulia che ne ha bisogno...

Chi vuole un abbraccio? Przemysław Wecterowicz, Emilia Dziubak

Sinnos 2014




ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)



"Papà che ne diresti se adesso andassimo ad abbracciare il Signor Castoro? Ti direi: figlio che cosa stiamo aspettando?

Mentre camminano fanno mille discorsi: ammirano il risveglio della natura, si chiedono se anche sugli altri pianeti vivono gli orsi, discutono se è più bello essere il papà di un figlio così coraggioso e sveglio come Orsetto, o figlio di un padre così saggio e forte come Papà Orso.

E mentre parlano, sono già arrivati."



Il Signor Castoro è il primo a beneficiare di quella lunga serie di abbracci che i due orsi, padre e figlio, inanellano nella loro passeggiata nel bosco. Dopo di lui Signorina Donnola, quindi due coniglietti, un lupo, un vecchio alce e persino un bruco, nonché il cacciatore di passaggio, che, guarda il caso, dopo l'abbraccio si ritrova disarmato...

Ogni volta, colti di sorpresa, gli animali che ricevono l'abbraccio rimangono interdetti e vagamente perplessi, ma ogni volta -immancabilmente- dopo l'abbraccio si sentono meglio. Sembra quasi che gli abbracci lascino dietro di sé una scia di buonumore, di benessere diffuso, di ottimismo. D'altronde Papà Orso lo aveva detto al principio di questa storia: per fare di una giornata normale una giornata perfetta occorre abbracciare qualcuno. 

 

Oh, che bel libro che è questo! Un libro che apre il cuore e che, per diverse ragioni, mette di buon umore (un po' come gli abbracci che contiene).

La prima delle quali è legata al messaggio che in ogni pagina viene ribadito e declinato secondo diverse varianti: se abbracci un altro, lasci in lui una piacevole sensazione (che può variare dalla simpatia nel castoro fino alla commozione nella donnola). 

Questo accade perché abbracciare significa in primo luogo entrare in contatto (anche fisico) con l'altro: pratica questa non poi così diffusa ai nostri giorni in cui la diffidenza e la distanza (non solo fisica) tra persone che non si conoscono è quasi d'obbligo. Nonostante siamo famosi nel mondo per essere gente espansiva ed estroversa, da noi l'altro è potenzialmente un pericolo, un fastidio, un intruso. Impensabile abbracciarlo. Eppure in altri angoli del mondo le cose vanno diversamente: negli Stati Uniti spesso, in situazioni di festa collettiva, c'è il cosiddetto banchetto dei baci, dove ragazzine si avvicendano nel dispensare baci a chi ne faccia regolare richiesta. Pratica questa, non molto diversa dalla passeggiata degli abbracci dei due orsi che, sarebbe auspicabile, potrebbe diventare una buona abitudine quotidiana per tutti noi: abbracciare (anche in senso metaforico), oltre ad amici e parenti, qualcuno che ne abbia bisogno. E se l'abbraccio vi sembra troppo impegnativo, accontentatevi di regalare almeno un sorriso quotidiano.

Seconda ragione per amare questo libro: la bellissima relazione tra padre e figlio, che tra le righe attraversa l'intera vicenda. Un fantastico rapporto che li lega e che è basato sulla fiducia, sulla stima e sull'affetto reciproci, confermati in ogni occasione.



Terzo motivo: i disegni che sono molto classici e insoliti al contempo. A parte l'ironia e l'espressività di gesti e personaggi, mi hanno colpito alcune soluzioni compositive: per esempio la cornice vegetale, ogni volta differente, che è un piacere per gli occhi, soprattutto perché crea una sorta di effetto cannocchiale sulla scena e perché contribuisce a determinare il contesto 'boscoso' dell'intera vicenda. Come pure i risguardi iniziali con i due faccioni e quelli finali con quell'ultimo saluto al lettore: meravigliosi orsi, gentili fino in fondo!



Carla




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