LA
FINESTRA SUL CORTILE
Sylvia Lespiègle,
Le Correspondant, Marika Maijala, Juha Vita
Editions Cambourakis
2014
Nei
giorni scorsi, mentre a Roma si annaspava per il caldo, ho ricevuto
dalla lontana Helsinki una vera boccata d’ossigeno. La gentile
illustratrice Marika Maijala mi aveva spedito (nell’edizione
francese) quello che credo sia il suo primo libro, dal divertente
formato lungo e stretto, una storia di amicizia condita da abbondanti
nevicate… L’ho aperto sui risguardi provando un immediato
sollievo, un’intera città si dispiegava sotto ai miei occhi oltre
un’abbondante messe di fiocchi bianchi. Un libro nordico e
affettuoso, ingentilito da architetture e scorci urbani a misura
d’uomo (e di bambino), una storia di amicizia semplice e fresca,
ritagliata tra angoletti di giardino innevato e accoglienti interni
di case.
Sylvia
Lespiègle è una bambina che osserva. Mentre siede accanto alla
finestra intenta a scrivere lettere (ebbene sì, ha una vocazione
certa per l’epistolario) in compagnia del cane Pantoufle
addormentato in poltrona, non le sfugge lo sguardo malinconico di un
coetaneo, a sua volta dietro ai vetri d’una finestra nella casa di
fronte. Accanto a lui non la smette di agitarsi un vivace canetto
nero.
Trascorrono
i giorni e Sylvia riconosce il quadrupede passeggiando nel parco.
Allora chiede alla ragazza che lo accompagna se per caso non
appartenga ad un bambino… e si sente rispondere di sì, il canetto
si chiama Kafka ed è di suo fratello Lucas, costretto all’immobilità
per via di una gamba rotta. Detto fatto. Sylvia è anche una bimba
d’azione, torna a casa e dà di piglio alla penna: “C’era una
volta una bambina con bei capelli e graziosi vestiti, che viveva in
una casa nel bosco con la sua cavalla Rose… Quando avrai scritto la
fine della storia, arrotola il foglio e mettilo nel collare di
Kafka”.
Chi
potrebbe resistere ad un biglietto così intrigante e al tempo
stesso perentorio? Lucas se lo rigira un po’ tra le mani (niente
francobollo, né timbro postale e non lo ha nemmeno recapitato il
postino!), poi siede alla scrivania e, praticamente senza indugio, va
avanti con il fantasioso racconto. Che, naturalmente, occupa nel
libro il dovuto spazio, storia d’avventura immaginata dentro una
storia vissuta, storia di mare e di città, alla ricerca della pietra
dei desideri… che, stando all’inventiva decisamente
autobiografica di Lucas, dovrebbe soddisfarne uno in particolare:
trovare compagnia. Infilato il biglietto nel collare di Kafka, Lucas
è certo di raggiungere il misterioso mittente-destinatario. Con
lui-lei, scrivendo ha imbastito la complicità più grande, ha
liberato la propria fantasia.
Sylvia
Lespiègle (il buffo uso del cognome nel titolo del libro risponde
all’esigenza di dare seguito con successivi volumi alla storia
della bambina, che ad oggi ne conta tre usciti in Finlandia per mano
delle stesse autrici) riceve dunque la lettera e la legge trepidante
seduta nel parco, stretta nel suo piumino a cuori. Poi alza lo
sguardo e vede alle spalle del festante Kafka la sagoma di un bimbo
che si regge a malapena in equilibrio affondando nella neve… è
lui, il suo corrispondente! E poiché Sylvia non tralascia mai di
prendere iniziative, lo saluta e gli chiede dove sta andando… in
biblioteca a cercare libri di storie avvincenti, ma con la gamba
rotta ci metterà un secolo… allora Sylvia addita il suo slittino e
lo prende a bordo, certa che in due ogni meta (compreso un roseo
gomitolo di zucchero filato) si possa raggiungere meglio e con più
divertimento.
Un
racconto semplice, schietto e festoso, che senza enfasi celebra
l’importanza di attivare immaginazione e risorse per conquistare il
terreno di solito più ambito e difficile, l’altro. Un racconto
che, a proposito di bambini, parla di storie e di libri come di cose
normali, che affiorano dalla bruma leggera come trina di giornate
trascorse a guardare i fiocchi di neve dietro ai vetri, ma anche a
respirare l’aria pungente solcando intrepidi le bianche dune nel
parco a bordo di un agile slittino rosso. Tutto per mano di una
giovane illustratrice – Marika Maijala - allegra, sorniona e al
tempo stesso lieve, rassicurante e se vogliamo… romantica, ma non
banale, giocosa e divertente.
Daniela (Tordi)
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