giovedì 26 marzo 2015

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


ZERO


Se si cerca un'interpretazione originale del concetto generazione 2.0, questo romanzo di Luigi Ballerini, Io sono Zero, lo è sicuramente.
Un interessante incontro fra romanzo di fantascienza e spy story che descrive un'evoluzione futuribile e inquietante del nostro presente digitale.
Zero è un ragazzo di quattordici anni, cresciuto in assoluto isolamento e allenato in una realtà virtuale a diventare il perfetto guidatore di droni, un soldato deprivato di emozioni e perfettamente capace di interagire con la tecnologia più avanzata. A condurre questo 'esperimento' è una rete di congiurati, militari o servizi segreti deviati, che nell'assoluto segreto coltiva sogni di una guerra perfetta. Contro un nemico ipotetico, contro chi si oppone, contro l'umanità.
Non voglio addentrarmi più di tanto nella trama, che scorre veloce e adrenalinica come l'azione che racconta, che si svolge in un frenetico fine settimana.
Mi interessa ragionare con voi sul nostro presente e sui nostri incubi inespressi.
La narrativa fantascientifica dagli anni '50 in poi ha volutamente dato forma alle paure del mondo uscito dalla Seconda Guerra Mondiale: ha immaginato e messo davanti ai nostri occhi orizzonti catastrofici legati alle armi di potenza prima inimmaginabile, come la bomba atomica; ha evidenziato le storture e i possibili orrori di una società di massa spersonalizzante; ha dato corpo, alieno, alle paure del diverso, dell'ignoto; ha immaginato i paradossi dell'intelligenza artificiale, quel 'quasi' umano che viene percepito come una minaccia. E' stata, insomma, una sorta di specchio deformato che consentiva al cittadino uscito fuori dall'atomica e dal mondo concentrazionario, di vedere i limiti, le storture, le inquietudini, di esorcizzarli, in qualche modo di vaccinarsi. Alcuni di questi romanzi hanno avuto un valore profetico.
Da cosa ci sta mettendo in guardia Ballerini? Le implicazioni di un mondo virtuale onnicomprensivo, capace di controllare il comportamento di utenti privi, artificialmente, di qualsiasi senso critico; ragazzi che confondono, plagiati, la realtà con il mondo virtuale; organizzazioni, militari e non, in grado di utilizzare questi strumenti ad insaputa della maggioranza delle persone. Che ci sia del vero in tutto questo, è indiscutibile; che il nostro comportamento sia monitorato, studiato e utilizzato, per esempio a fini commerciali, è noto; potrebbe essere usato anche a fini politici o militari? Forse.
Siamo di fronte ad una svolta dell'umanità, ad una simbiosi fra essa e le macchine che ha costruito, ad una radicale spersonalizzazione dell'individuo? Forse.
L'unico antidoto a questi inquietanti processi, così sembra sostenere l'autore, appare essere una componente altamente rivoluzionaria del comportamento umano, l'empatia legata all'amore materno, incarnato in questa storia da due personaggi antitetici.
Come dargli torto. Ma se davvero questa componente affettiva fosse così forte, non ci sarebbero, né ci sarebbero state, tante guerre, massacri, stupri, torture che invece costellano il cammino dell'umanità.

Eleonora

“Io sono zero”, L. Ballerini, Il Castoro 2015

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