martedì 3 marzo 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


CON UNA LUCINA BASSA  
Buona notte a Prato Sonno, Chiara Carminati, Angelo Ruta
Einaudi Ragazzi, 2014


NARRATIVA PER PICCOLI (da 4 anni)

"La Terra è rotonda. La linea dell'orizzonte si sposta sempre, e per inseguirla devi muoverti in tutte le direzioni, a piedi, in bicicletta, a nuoto, trasportato da un motore o dal vento.
Per arrivare al Prato Sonno invece basta stare fermi.Il Prato Sonno inizia quando chiudi gli occhi...."

A Prato Sonno non ci sono strade di accesso. Da ogni punto si può entrare e non ci sono sentieri che lo attraversano, ma solo erba. Quell'erba morbida e folta, così tanto folta da nascondere le tane di tutti gli abitanti, che sono molti e diversi, ma soprattutto pecore. Ma la cosa più bella che accade lì è il racconto delle storie; ci sono quelle della Buonanotte, quelle di Paura, quelle con il Sugo e quelle senza Senso.
Storielline brevi che raccontano di uova di cioccolato smarrite, di una terrifica Grande Farfalla, di un orso intento alla cova, di una lepre che spera, invano, un inverno tranquillo nel silenzio della sua tana. Cince, criceti, lumache, lombrichi che si alternano a volpi, cigni e talpe nei buchi.


Per più di due settimane un bambino può avere la fortuna di addormentarsi sulle parole di questi quindici racconti che, allo scadere dell'ultimo, possono essere nuovamente letti e quindi ancora riletti, fino alla consunzione.
Presumo dipenda dal fatto che Chiara Carminati è una poetessa, il fatto che questi racconti si distinguono per ritmo, sonorità e scorrevolezza. Ma credo che anche il mondo da lei immaginato, a partire dallo stesso Prato Sonno, luogo felice e altro, sia anch'esso da considerarsi bagaglio da poetessa.
Per esempio, considero poetico il desiderio di paternità del grande orso che, sul suo divano rosso, sta canticchiando sottovoce. Raggomitolato come un riccio di castagna è lì che cova un piccolo, minuscolo, fragile uovo. E ancora più struggente è la sua frase, una volta nato il pulcino: Che ne dite...mi assomiglia?
E' poetica la trepidazione della cincia che teme per la luna. Trema all'idea che sia caduta nello stagno, che sia sgonfia e non ce la faccia a salire in cielo o, peggio, che si impigli nei rami di un melo cotogno e, così ingarbugliata, trascini con sé l'intero Prato Sonno, sollevandolo come un tappeto per portarlo a giro chissà dove nell'Universo.


Intenerisce sapere che gli animali di Bosco Sonno, sotto il gelso, abbiano le loro coperte distese su cui sdraiarsi per guardare le stelle e raccontarsi, nelle sere d'estate, i loro sogni ad occhi aperti.
Se da un lato questi brevi racconti abbracciano il lettore con la loro tenerezza, dall'altro lo titillano con le loro insolite sonorità.
Salta all'orecchio l'attenzione particolare conferita al suono delle parole, talvolta anche felicemente inventate: Sono Riccio, Lepre apri! Lapri, repre resto! Priccio apri lepresto! Una gioia, leggerlo ad alta voce.
Una bella comunità, quella di Prato Sonno, lontana dalla nostra e variegata grazie ai molteplici caratteri dei protagonisti. Gli abitanti di quel luogo, ognuno con le proprie passioni, manie e paure, ma pur sempre in relazione gli uni con gli altri, ricreano un'atmosfera di pacifica convivenza che sarebbe bello immaginare anche quaggiù. E tutti, in un modo o nell'altro, si confrontano con il sonno: desiderato, perduto, ritrovato, condiviso.
Sarà il tema comune del dormire, sarà la serenità diffusa che questi racconti diffondono nell'aria, saranno le illustrazioni  'sottovoce' di Angelo Ruta, ma a me pare che tutto concorra a creare un'atmosfera giusta per accompagnare un bambino nel misterioso passaggio che c'è tra la notte e il giorno, tra il rumore e il silenzio, tra la realtà e il sogno.

Carla

Noterella al margine. Ci sono libri, soprattutto quelli nelle collane storiche come questa, che rischiano di passare inosservati e di finire dimenticati. Sarebbe un vero peccato perdersi le storie nate intorno a Prato Sonno.
Ci sono libri che mi fanno rimpiangere di non potermeli godere in una dimensione tutta privata, la sera, con una lucina bassa accanto al letto di una cara bambina, la mia.




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