martedì 17 marzo 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


La mia invenzione, Silvia Vecchini, Maria Girón
Edizioni corsare 2015


POESIA

"A volte se voglio accenderla
devo spegnere qualcosa.
Per farla andare al massimo
è bene avere qualcosa da guardare
tipo una finestra
o un libro."

Ma questa invenzione la puoi portare anche fuori: in macchina fa nascere pensieri interessanti. E' utile se vuoi ricordare o se vuoi dormire e, nonostante le apparenze, tiene insieme chi si vuole bene. Ma alle volte si rivela un'arma a doppio taglio e la puoi usare per tener lontani gli altri. Di sicuro suggella i momenti più importanti di una vita. Non ne puoi fare a meno se vuoi guardarti da vicino, ma serve anche tanto se dalle cose vuoi prendere distanza.


Ai grandi dà fastidio molto spesso, ma chi è vecchio sa come usarla e non la teme. Agli animali, poi, piace parecchio.
Un unico difetto: al buio fa paura. Ma se un cuore amico batte nei paraggi, lei ti aiuterà a ricordare quando tutto è cominciato ed eri dentro un sacco pieno d'acqua e, a parte quel tum tum tum materno, intorno a te c'era solo un gran ... silenzio.


Era scritta su un foglio di carta e intorno c'era un frastuono che non le rendeva giustizia. Quella è stata la prima volta che l'ho letta. Ironia della sorte: in uno dei posti più lontani dal silenzio che io conosca, la fiera di Bologna, una poesia sul silenzio. Eppure, anche in quelle condizioni avverse, brillava già. Nonostante poesia e rumore non vadano d'accordo.
Al contrario, poesia e libri sono fratelli. Ed ecco allora un luogo accogliente in cui stare.
Il silenzio, come la noia, non è merce dei nostri giorni. Si scappa dal silenzio perché ci mette a nudo, perché ci costringe a fare i conti con noi stessi. È meglio alzare i toni, cercando di dimostrare al mondo che si è vitali, piuttosto che mostrarsi taciturni, quando non si ha niente da dire.
In una sorta di horror vacui del silenzio, horror silentii si può dire, i grandi temono il silenzio per loro e per i piccoli: "Come sei silenzioso, c'è qualcosa che non va?" "Oggi ti vedo silenziosa, hai litigato con qualcuno?" "Che tipo strano quello, è così silenzioso...". È sintomo di disagio, così come lo sono quegli spazi di nulla facenza che si insinuano tra una partita di calcetto e un corso di ceramica e che al più presto vanno colmati.


Eppure un po' di silenzio, come un po' di noia, sono come l'aria: ossigenano il pensiero. Per inventare, per capire, per riposare, per ascoltare, per ricordare, per concentrarsi non si può prescindere dal silenzio. E dunque continuiamo in questo rapporto oscillante e ambivalente con esso: lo fuggiamo e lo cerchiamo, perché alla fine non siamo capaci a fare senza, perché noi da lì veniamo.
Mettere un così bel libro in mano a dei bambini è come accendere una miccia che c'è da augurarsi inneschi un bel fuoco di discussione sul tema. Tra maestre che lo implorano in classe e genitori che lo temono tutto il giorno e lo pretendono dalle nove di sera in poi, che relazione hanno i bambini con il silenzio? È vero che esso suggella grandi amicizie e grandi separazioni? È vero che il silenzio in un bosco accerta che tu sei parte di esso? È vero che nel silenzio si fanno i migliori pensieri?
A parte la copertina che non mi convince, perché troppo rumorosa e che quindi poco comunica del tema, una volta aperto il libro, le due voci si accordano. Fin dai risguardi che di silenzio parlano, invece, apertamente.
Dalle immagini capiamo: voce di bambina che racconta. Con un fratello, alle prese con i molti momenti di silenzio che punteggiano la loro giornata, che si apre con un libro e con un libro si chiude. E in mezzo c'è la vita quotidiana: la complicità di fare il bagno assieme, il gioco degli indiani, guardare lontano con il proprio cagnone accanto. E poi di nuovo lei da sola, avvolta nel silenzio della concentrazione, della contemplazione di un cielo stellato e con il naso all'insù ad occhi chiusi mentre comincia a nevicare e ogni rumore per forza si allontana. 

Maria Girón, illustratrice catalana, avvolta nel silenzio dei media, con un blog fermo e una pagina web che risale a quattro anni fa, ha un gran talento e una sensibilità fuori da comune. Felicissime le interpretazioni che dà del testo. Brava nel cogliere i tanti agganci che il testo le offre e che lei amplifica ogni volta. Mi pare abbia visto e imparato molto da grandi maestri dell'illustrazione.

Carla

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