giovedì 28 maggio 2015

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


LA PARABOLA DEL BULLO


Se la storia di Auggie, in Wonder, ha appassionato lettori di tutte le età, ora la storia di Julian dovrebbe farli riflettere sul tema del bullismo.
Un personaggio del precedente romanzo diventa, infatti, protagonista di quello successivo, Il libro di Julian, in cui racconta in prima persona il suo punto di vista e le sue reazioni all'arrivo di Auggie a scuola. L'intenzione dell'autrice, R.J. Palacio, è quella di porre in primo piano un altro polo della storia di Wonder, il giovane bullo. Ovviamente, Julian non è 'cattivo' per natura, è insicuro, si spaventa nel guardare film horror, che gli provocano incubi notturni. Genitori iperprotettivi, ma distratti da mille impegni, e una cerchia di amicizie complici fanno sì che il ragazzo prosegua nelle sue deprecabili imprese contro Auggie, il ragazzino dal volto deformato da un'anomalia genetica.
Ci si mette anche la gelosia, dato che il miglior amico di Julian lo abbandona per affiancarsi a Wonder, così coraggioso e pieno di risorse.
Non basta la punizione della scuola, che lo sospende, a renderlo consapevole delle proprie malefatte: il gioco della peste, che ha isolato fisicamente Wonder dai compagni di scuola, i bigliettini offensivi lasciati nell'armadietto, gli insulti quotidiani.
E' necessario l'intervento della nonna, ebrea francese, salvata dai rastrellamenti nazisti da un compagno di scuola chiamato da tutti 'granchio', per le sue deformità.
Il suo commovente racconto, il rimorso per aver capito troppo tardi il valore di quel ragazzo, riescono a smuovere la corazza di Julian, che finalmente diviene consapevole del danno causato.
Questa è sicuramente la parte più riuscita del romanzo, quella in cui si riesce a dare un'idea non retorica del valore dell'amicizia, tanto più forte e importante nei momenti di difficoltà. Amicizia che può andare oltre qualsiasi differenza fisica.
Ma se in Wonder si affrontava con ironia e partecipazione il tema della diversità, comunque la si voglia intendere, qui è più difficile immedesimarsi nel personaggio di Julian; non c'è la stessa forza narrativa e si sente maggiormente il peso di una vocazione didascalica, voler rappresentare, con troppe semplificazioni, il fenomeno del bullismo. Mi sembra che l'immagine che così viene costruita non renda la difficoltà e la complessità di un tema, peraltro di grande attualità.
E' il limite delle storie 'a tesi', il cui l'urgenza del tema trattato costringe ad eccessive semplificazioni. Più efficace, da questo punto di vista, The bully book.
Mi sembra comunque importante proporre ai ragazzi e alle ragazze delle medie letture diverse che comunque li costringano a misurarsi con le prepotenze e le violenze grandi e piccole che si consumano all'interno delle scuole. Troverei forse ancora più interessante indagare il clima di indifferenza, di silenzio e di complicità in cui si realizzano.

Eleonora

Il libro di Julian”, R.J. Palacio, Giunti 2015



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