venerdì 24 luglio 2015

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


L'AMBIGUO MONDO DEGLI ADULTI


Il romanzo di Meg Rosoff, Fai finta che io non ci sia, è una storia di viaggi: uno, concreto, in cui padre e figlia vanno dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti per cercare un vecchio amico scomparso; l'altro è il viaggio, metaforico, compiuto dalla protagonista, Mila, nell'ambiguo mondo degli adulti.
Mila ha dodici anni e vive a Londra con i genitori una vita 'normale'. E' in programma, per Pasqua, un viaggio negli Stati Uniti per raggiungere Matthew, un vecchio amico del padre, Gil. Solo che Matthew scompare, proprio alla vigilia della loro partenza. Mila e Gil partono lo stesso per aiutare la moglie dello scomparso nelle ricerche.
La sparizione appare incomprensibile: Matthew e la sua compagna hanno appena avuto un figlio; non ci sono stati segnali o avvisaglie di un desiderio di fuga; e poi Matthew non ha portato con sé il vecchio cane fedele.
Il cuore del romanzo sta qui: nel viaggio verso una casa di montagna, all'estremo nord dello stato di New York, un vecchio rifugio del transfuga. Padre e figlia dunque seguono le tracce del fuggitivo, portandosi dietro il cane Honey.
Mila si sente molto vicina all'animale, perché pensa di avere una mente canina, attrezzata per cogliere i dettagli, per intuire da mille particolari le bugie, gli stati d'animo. Empatica e intuitiva come un cane. In fondo, porta il nome di un vecchio cane di famiglia. Per questo all'inizio di questo viaggio si sente smarrita, sono troppo contraddittorie le tracce, troppo ambigue le reazioni dei grandi.
Tanto per cominciare nella casa di montagna trovano una donna e suo figlio: una seconda famiglia segreta, che Matthew ha nascosto a tutti? E poi c'è la vicenda dell'incidente stradale in cui ha perso la vita il primo figlio di Matthew e Suzanne. C'è una versione ufficiale, ma sarà vera? Perché in quella occasione lui è sparito per due giorni.
Anche se Mila è una Perguntadora, una che non ha paura di fare domande, qui le domande sono troppe e le risposte troppo complesse. Mila scopre che il mondo degli adulti non è quello che vogliono far credere: ci sono errori inconfessabili, o che paiono tali; tradimenti, fraintendimenti, risposte d'occasione, che servono solo a tacitare nuove domande. La verità non è univoca, ci sono modi diversi per spiegare gli stessi eventi. E poi bugie, inganni e momenti in cui non si può continuare a mentire.
La fiducia acritica dell'infanzia viene sostituita dalla consapevolezza della fragilità degli adulti, della loro incoerenza, del non detto a fin di bene, che spesso copre le ipocrisie.
E' un grande passaggio nella vita di un'adolescente, è un momento, paradossalmente, di verità, che non mette in discussione l'affetto, ma l'immagine interiore che si ha dei genitori e dei 'grandi' in generale. Intelligente la metafora sull'uso della traduzione: Gil è un traduttore, uno che per mestiere entra nell'anima dell'autore che traduce; ma non ci sono strumenti per rendere comprensibile a Mila il complicato alfabeto sentimentale ed esistenziale degli adulti.
Per fortuna ci sono vecchie e nuove amicizie, il costruirsi di un mondo autonomo.
Mila è un bel personaggio, di quelli che lasciano il segno: il suo essere così particolare, così intuitiva, così intelligente, così coraggiosamente alla ricerca della verità. Senza perdere la capacità di comprendere, alla fine, le infinite debolezze di chi vuole sembrare forte a tutti i costi. Bello il suo percepirsi diversa, con la sua anima canina, l'intuito e l'attenzione che le consentono di mettere a nudo l'anima delle persone.
Meg Rosoff, autrice anche di Come vivo ora, qui propone una storia che riesce a rendere avvincente come un thriller la scoperta delle ambiguità e delle fragilità umane.
E' una lettura per ragazze e ragazzi pieni di domande e con una certa maturità, a partire dai tredici anni.

Eleonora

Fai finta che io non ci sia”, M. Rosoff, Rizzoli 2015


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