mercoledì 26 agosto 2015

FAMMI UNA DOMANDA!

LA MAGIA DEI NUMERI



Il pretesto è il π, ma il discorso riguarda la matematica greca, croce e delizia di ogni studente: dal teorema di Pitagora alle dimostrazioni geometriche di Euclide, la nostra cultura matematica di base, fatto salvo il dovuto omaggio alle influenze arabe ed indiane, ha a che fare con il mondo ellenico, che lo si voglia o no.
Ma partiamo proprio dal π, quel famoso 3,14...imparato a memoria già dalle elementari.
Che cos'ha di particolare questo numero? E' infinito e, per essere più precisi, è un numero irrazionale.


Calcolare la circonferenza di un cerchio partendo dal suo diametro era un vero rompicapo e il procedimento trovato da Archimede sta nel costruire un quadrato circoscritto e un esagono inscritto che costituissero i due limiti all'interno del quale definire la circonferenza, che deve risultare maggiore di tre diametri e minore di quattro.
Ancora oggi è un bel rompicapo, di cui Archimede andava fiero. Genio poliedrico, degno figlio della ricchissima cultura ellenistica, che trovava la sua massima espressione nella Biblioteca di Alessandria, dove aveva studiato anche Euclide, Archimede è noto anche per le prodigiose macchine belliche che consentirono alla sua città, Siracusa, di resistere per due anni all'assedio romano.
In quel regno della sapienza antica, la Biblioteca di Alessandria, che comprendeva 500.000 papiri, oltre a laboratori e strumenti scientifici, vigeva la legge del fondo delle navi, che prevedeva che ogni nave che attraccasse nel porto di Alessandria, lasciasse le opere scientifiche e filosofiche in suo possesso, ricevendone una copia. Ogni visitatore, insomma, per usufruire dell'immensa ricchezza della Biblioteca, doveva contribuire ad ampliarla. Bella regola e bella civiltà, laddove alla conoscenza veniva riconosciuto il giusto valore.


Ma oltre tutta questa sapienza, Archimede, scienziato dalla biografia complessa ed interessante, amava anche regalare ai suoi amici dei rompicapo impossibili, fra cui un libretto detto Stomachion, ovvero Maldipancia, una sorta di tangram, un insieme di figure geometriche che potevano essere scomposte e ricomposte dando origine ad altre figure, sempre inscritte in un quadrato.
Tutte queste notizie e molto altro sono contenute nel prezioso testo di Anna Cerasoli, valente divulgatrice in campo matematico: Tutti in festa con il Pi greco, pubblicato da Editoriale Scienza. L'occasione è aver fissato nel 14 marzo la ricorrenza che celebra la definizione di questo numero impossibile.
Questo testo, come anche le biografie scritte da Luca Novelli nella collana Lampi di genio, dello stesso editore, rappresentano letteralmente una luce nel ristretto panorama della divulgazione in campo matematico, da cui rifuggono, per primi, proprio i grandi, spaventati dai concetti che li hanno torturati ai tempi della scuola.


Ma, come avrebbe detto Pitagora, tutto è numero e questi testi sono davvero stimolanti per quei ragazzi e ragazze che non si spaventano di fronte ai rompicapo.
Da ultimo, non mi dispiace affatto mostrare ai giovani lettori e lettrici quanto di antico ci sia nel nostro sapere, nel nostro modo di pensare, nella nostra stessa logica, nei modi di dire cui tuttora ricorriamo: datemi un punto d'appoggio...
Archimede docet.
Eleonora

“Tutti in festa col Pi greco”, A. Cerasoli, Editoriale Scienza 2015
“Archimede e le sue macchine da guerra”, L.Novelli, Editoriale Scienza 2003
“Pitagora e il numero maledetto”, L.Novelli, Editoriale Scienza 2012


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