mercoledì 21 ottobre 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


IL MIO ILLUSTRATORE È PROPRIO MATTO

Il cavaliere Panciaterra, Gilles Bachelet (trad. Rosa Vanina Pavone)
Il Castoro 2015


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Il cavaliere ingurgita una colazione frugale, abbozza qualche esercizio di ginnastica, fa una toeletta veloce, salta nell'armatura e infila l'elmo. È pronto.
Quasi: c'era ancora qualche messaggio da spedire, questione di un attimo.
Fatto. Adesso può andare. Pronti, via."

Macché, nulla di fatto. Deve prima salutare i bambini... Un ultimo bacio alla moglie. Poi un altro ancora, è meglio abbondare. E poi finalmente si va alla guerra contro il Cavaliere Cornomolle che ha appena invaso la sua aiuola di fragole. Sarà una battaglia senza esclusione di colpi.
Prima di affrontare il nemico però c'è una principessa da salvare, aiutare Cappuccetto Rosso smarrita nel bosco, giocare a scacchi con una 'vecchia' amica.
Insomma ce n'è sempre una nuova che distoglie il Cavaliere Panciaterra dalla sua missione di guerra. Alla fine, però, quando i due eserciti sono finalmente e ordinatamente affrontati, i due campioni rivali si rendono conto che si è fatta l'ora di andare a mangiare qualcosa. Si sospende quindi la battaglia, peraltro mai iniziata, per banchettare in un gigantesco picnic dove i soldati dell'uno e dell'altro esercito si mescolano allegramente. Impossibile combattere appesantiti dal pasto, così non resta che fare ritorno a casa con la promessa solenne che il giorno dopo ci si sarebbe rivisti e combattuti con onore.


Ecco un altro bel libro di Gilles Bachelet! (non il più bello che ritengo essere La signora Coniglio Bianco e il non ancora tradotto Il n'y a pas d'autruches dans les contes de fees). In Italia si festeggiano i 10 anni di esatti dalla prima pubblicazione dell'esilarante Il mio gatto è proprio matto, con quella copertina indimenticabile con il grande elefante appollaiato nel cesto della biancheria.


Lì capimmo che tipo è Gilles Bachelet. Parafrasando il titolo d'esordio in Italia , potremmo dire Il mio illustratore è proprio matto.
Con la complicità del proprio lettore, Bachelet nei suoi migliori libri mette a fuoco personaggi che in tutta tranquillità si muovono nell'assurdo: un elefante che crede di essere un gatto (o forse un padrone di elefante che crede di avere un gatto per casa...) o uno struzzo che attraversa goffamente l'immaginario delle fiabe classiche o ancora, nell'incursione nel Paese delle Meraviglie di Alice, si concentra su un personaggio insistente nella storia di Carroll, ovvero la moglie del Coniglio Bianco. Il divertimento quindi risiede soprattutto nel far agire questi personaggi come se fossero ripresi da una telecamera nascosta nella loro 'normalità' quotidiana. Naturalmente lo switch è tra l'assoluta normalità e l'assoluta assurdità che convivono serenamente, come se nulla fosse. 


Casalinga un po' depressa e certamente sotto stress è La signora  Coniglio Bianco, con sei piccoli cui badare e un marito sempre in fuga. E sullo sfondo la fiaba che intanto va avanti con Alice fuori misura che le si pianta in casa, casa che lei tanto vorrebbe tenere in ordine e pulita.
Altrettanto normalmente assurdo è quel cucciolo di elefante in cerca di nascondigli strani come sono soliti fare i gatti.
E oggi, cavaliere medievale, fa la sua apparizione questa lumaca lenta e un po' cialtrona. In un continuo salto tra l'assurdo e il verosimile, si snoda la sua divertente avventura. In un ambiente familiare riconoscibile come attuale (i lumachini giocano con il Lego) il cavaliere va in battaglia tutto bardato di corazza ed elmo con un sacco a pelo a fiori sulla schiena, un porta pranzo termico rosa in una mano e una lancia con tanto di stendardo nell'altra.
Ed ecco che si delinea così l'altro punto di forza dei libri di Bachelet: il gusto per il particolare. Da perdere la testa se si osserva, tavola dopo tavola, la moltitudine di particolari divertenti che costellano la narrazione principale. Sempre stampati in formati king size, i suoi libri sono palestre per esercitare lo spirito di osservazione. E per ridere, tanto ridere.

Carla



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