martedì 3 novembre 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

GIOCARE D'ANTICIPO 
Eneide, Carola Susani, Rita Petruccioli
La Nuova Frontiera, 2015


NARRATIVA PER GRANDI (dai 10 anni)

"Vi racconto di un povero eroe coraggioso e stanco, Enea, che da Troia era sul punto di approdare sulle coste d'Italia, come dal cielo gli era stato detto, non fosse che la regina degli dei Giunone voleva farlo a pezzi e gli metteva continuamente bastoni fra le ruote."

Così inizia il racconto che fa Carola Susani dell'Eneide, poema epico in dodici libri che Virgilio ha scritto tra il 31 e il 19 a.C. e che i ragazzi e le ragazze italiane fino ad oggi leggono e talvolta traducono tra le mura delle loro scuole superiori.
Pochi saranno quelli che lo leggeranno nelle diverse traduzioni e ancor meno saranno quelli che leggeranno gli esametri originali di Virgilio.
Se così è, mi pare abbastanza alto il rischio di rendere l'Eneide, o per meglio dire la storia che l'Eneide contiene, lettera morta per le generazioni future.
In questo senso, l'intento di questa operazione editoriale, piuttosto felice in molti dei suoi esiti, è quello di mettere sulle tracce di grandi classici i lettori più giovani. E di farlo in un momento del loro 'cursus honorum' di lettori leggermente anticipato rispetto all'incontro ufficiale che avverrà nella scuola. Il racconto è pensato infatti per ragazzini che di Virgilio non hanno ancora sentito parlare, né avuto a che fare con il suo latino.
Ed è qui la scommessa vincente. 

Giocare d'anticipo. In altre parole, raccontare il bello che c'è in storie che hanno attraversato secoli, senza per questo appesantirne la percezione.
Rispetto ai classici della letteratura usciti qualche anno fa nella collana curata da Alessandro Baricco, dal titolo Save the story, qui il tiro si è alzato un bel po'. A settembre è stata pubblicata La Divina Commedia, raccontata da Paolo di Paolo e ora l'Eneide, raccontata da Carola Susani. Se Paolo di Paolo non mi era parso convincente, forse perché l'obiettivo prefisso era effettivamente troppo ambizioso per lui (ma io direi che lo sarebbe stato anche per moltissimi altri autori) ora l'Eneide della Susani mi pare decisamente più apprezzabile.
Rispettata con rigore la sequenza virgiliana in dodici libri, il testo della Susani corre e scorre con leggerezza. Con sapienza calibra il ritmo, alternando il racconto al dialogo. È leggera in certe soluzioni di lessico che, occorre dirlo, non sono ammiccanti nei confronti dei ragazzi e delle ragazze che leggono, ma di diretta efficacia. Non si cade mai nel macchiettistico o nel colloquiale, ma, al contrario, il testo in prosa è così ben cadenzato che, non so come, riesce comunque a dare un'idea della metrica latina dell'originale.


Una lettura che dà spazio agli aspetti avventurosi di quel lungo viaggio per mare e sotterraneo, e che mette in luce il curioso rapporto che nell'antichità gli uomini e le donne avevano con le divinità. E, a proposito di divinità, mi paiono raccontate con la giusta ironia le piccinerie delle dee in perenne combutta e i loro battibecchi, davanti ai quali anche il potente Giove deve deporre le armi.


E poi c'è lei, Camilla, eroina che senza paura combatte cavalcando come amazzone con frecce e lance, facendo strage di nemici. Tradita dalla lancia silenziosa di Arrunte, cade lei e cadono i Latini. Reliqua legendum est! 
Una bella perifrastica passiva non si nega a nessuno...

Carla

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