mercoledì 22 giugno 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


DA BOMBASTUS A VON BOMBUS

Un ottimo lavoro, Iban Barrenetxea (trad. Albeiro Gaona Ortiz)
Sinnos 2016


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Un giorno un messaggero ingallonato con i blasoni del Barone Von Bombus suonò alla porta di Firmìn. Messaggio urgente: la preghiamo di presentarsi immediatamente al palazzo del barone. Si raccomanda la più assoluta velocità."


Una immensa disgrazia! Il barone ha appena perso un braccio in battaglia. Così Firmìn, che è un ottimo falegname, viene convocato a palazzo perché ricostruisca l'arto mancante al barone. La fama di questo carpentiere lo precede: le ruote che costruisce girano da sole, le sedie sono uniche e inimitabili, i tavoli non zoppicavano mai, i suoi cucchiai danno il sapore di gelato ai lamponi a tutte le pietanze e i suoi cofanetti tengono segreto ogni segreto. 


Con il braccio nuovo il Barone riprende la sua guerra e, per terra o per aria o per mare, pezzo dopo pezzo, si smonta sempre di più. Un braccio, due braccia, una gamba, due gambe. Ogni volta Firmìn viene chiamato a sostituire il pezzo perduto in battaglia e ogni volta il pezzo di legno si rivela un ottimo lavoro, migliore dell'originale.
Fino al momento della spaventosa tragedia: il Barone ha perso la testa nell'ennesimo scontro guerresco. Questo è un compito piuttosto difficile anche per un falegname tanto abile. Eppure Firmìn, chiusosi nel suo laboratorio per una, due, tre settimane, riesce alla fine a produrre una nuova testa per il battagliero barone. Tutti, riuniti al suo capezzale, fremono dall'attesa e dalla curiosità di vedere se anche questo pezzo si rivelerà migliore dell'originale. Montata la testa nuova e legnosa, il combattivo Von Bombus non si alza più dal comodo letto e smette di combattere le sue battaglie. Preferisce poltrire sul comodo guanciale. Ed è a quel punto che il medico, la baronessa, il Primo ministro e anche il cardinale decretano che... anche in questo caso il falegname ha fatto un ottimo lavoro, ancora una volta migliore dell'originale.


Nella vita occorre solo aspettare. Nel 2010 usciva il primo libro di Iban Barrenetxea per A buen paso e il titolo era Bombástica Naturalis. Un libro che lascia il segno e un ricordo indelebile nella memoria: una copertina tutta vegetale e all'interno un abecedario vegetale che si disvela su scenari architettonici davanti a cui sfreccia da sinistra a destra curiosa umanità. Il botanico filosofo, Bombastus Dulcimer, ci illustra le proprietà della pera aerostatica e della zucca carrozzata e noi ci facciamo condurre in qualcosa che è al confine tra il giardino botanico e l'officina di un inventore geniale.
Erano sei anni che aspettavo che questo geniale ex grafico basco arrivasse da noi.
Da Bombastus a Von Bombus il passo è stato breve. 
Come lì, anche qui siamo nuovamente davanti a uomini e donne un po' caricaturali, grassissimi o magrissimi che attraversano frettolosi le pagine oppure si fanno rappresentare a cavallo di mezzi di locomozione sempre diversi e spesso improbabili. Se nella Bombástica si passa dal triciclo rinforzato alla zucca a cavalli, passando per la barchetta vegetale, in Un ottimo lavoro Von Bombus cavalca cingolati dal piglio prussiano, biplani sottratti al Barone Rosso e finisce a cavalcioni di uno dei cannoni della sua corazzata dove, ancora una volta, sventola l'aquila teutonica.


Immaginifico, Barrenetxea ha una sua sigla inconfondibile. Cadenzata da un testo di grande ironia, costruito in crescendo, che ha al suo interno un Leitmotiv che si ripete sostanzialmente identico, l'illustrazione appare in tutta la sua folle precisione. L'esattezza soprattutto nella restituzione delle architetture di fondo, negli arredi e nell'abbigliamento, la follia nella galleria dei personaggi. Tutti rigorosamente di profilo, essi ci appaiono buffi: longilinei oltre misura, ad eccezione del Barone, gonfio come una mongolfiera.


All'attenzione del lettore l'autore lascia interpretare anche una piccola storia nella storia. Taciuta a parole, essa si snoda nel disegno e va nella direzione opposta al tema 'guerresco'. Testimone muto, il picchio dalla testa rossa. Rossa come quella di Firmìn e della cameriera.
Raffinato nella costruzione figurata di ogni dettaglio, Barrenetxea è convincente altrettanto nella costruzione della storia. Con un piede nell'assurdo e l'altro nella fiaba, la storia di Firmìn il falegname, così sapientemente tradotta, è nello stesso tempo divertimento e ragionamento.

Carla

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