venerdì 5 agosto 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


PER CHI VUOLE VEDERE LA SIRENA
 
Papà Orso torna a casa, Else Holmelund Minarik, Maurice Sendak
(trad. Livia Signorini)
Adelphi 2016


ILLUSTRATI PER PICCOLI (da 4 anni)

"'Ciao Gallina'.
'Ciao Orsetto'.
'Indovina un po'' dice Orsetto.
'Cosa?'
'Oggi Papà Orso torna a casa'.
'Ah sì?' dice gallina.
'E dov'era?'.
'A pescare in alto mare, al largo' risponde Orsetto.
Al largo. Perdindirindina!'.
'Sì' dice Orsetto 'e forse ha visto una sirena'."

Pescare una sirena è una cosa che sanno fare solo i grandi, forse.
Orsetto pesca pesci piccoli, ma a Mamma Orsa vanno bene anche così. E questo è certo.


Con il suo amico Gufo pesca polipi e balenotte, forse.
E mentre tutto questo accade, Papà Orso fa ritorno a casa. E questo è certo.
Tra la realtà e la fantasia, l'attesa si fa grande e diffusa: Orsetto ha raccontato a tutti che suo papà pesca al largo dove forse ha visto le sirene. Lo aspettano trepidanti anche Anatra, Gallina, Gatto, con la grande curiosità di vedere la sirena, con i suoi capelli blu e verdi e gli occhi d'argento, forse.


Papà Orso, però, non ha nessuna sirena da mostrare. Nessuna sirenina, ma d'altronde Orsetto aveva detto forse...Ma in quelle belle conchiglie che lui ha portato per davvero si sente il mare e anche una sirena, forse.
Il sogno di vedere una sirena non passa e, durante un pic nic al fiume, il desiderio si riaccende. Chissà, se non è troppo timida forse si farà vedere e la potremmo invitare a giocare con noi. Con le sirene non si può mai dire. Mai.
 

Un libro che ha i miei anni esatti. Io invecchio, lui no. Adelphi, che è casa editrice sapiente ed elegante, pubblica per l'infanzia solo pochi libri, in una collana che già solo con il titolo ne denuncia la 'stravaganza', libri che però, nonostante siano come I Cavoli a merenda, rispettano alla perfezione l'impronta dell'editore (Roberto Calasso, L'impronta dell'editore, Adelphi 2013): pochi nomi ma potenti, tra cui Peter Sìs, Edward Gorey, Carll Cneut e Sendak in coppia con Else Holmelund Minarik.
Tutti libri che possono considerarsi classici della letteratura.
Questa seconda uscita della saga di Orsetto, scritta da questa autrice trapiantata negli Stati Uniti, ma di origine danese, e illustrata da Maurice Sendak testimonia una volta di più come un libro diventi un classico quando ha ancora cose da dire a 57 anni dalla sua prima pubblicazione. Quattro brevi racconti, costruiti essenzialmente su dialoghi serrati, che raccontano l'immaginario sconfinato dei bambini e delle bambine, raccontano le aspettative che essi nutrono nei confronti dei genitori, e dall'altra raccontano la capacità dei genitori di alimentare i sogni dei loro piccoli. 


In un mondo tutto abitato da animali, quello creato da Sendak, dove però abiti e abitudini sono  presi a prestito dal mondo degli uomini, in un mondo di altri tempi (anche per il 1959 erano altri tempi), dove le mamme sono in cucina e i babbi leggono il giornale in poltrona, si riescono comunque a riconoscere emozioni e sentimenti di assoluta attualità.
Impossibile non fare il paragone tra Orsetto e Piccolo Elefante di Sesyle Joslin e Leonard Weisgard (Orecchio acerbo 2014, 2016).
Non credo siano casualità i percorsi di Weisgard e Holmelund Minarik, tra USA e Danimarca, non credo sia casualità che Sendak illustrasse anche i libri di Sesyle Joslin...


Messe a confronto le due serie, quella di Orsetto e quella di Piccolo Elefante, si ritrovano gli stessi dialoghi serrati che costituiscono la spina dorsale dei racconti e lo stesso tono sottilmente ironico. Si ritrova un mondo ormai passato con le mamme con i vestiti alle caviglie e con i grembiuloni da cucina e i babbi con le vesti da camera, sprofondati in poltrona in attesa della cena. Si ritrova una visione dell'infanzia che si alimenta di immaginazione, di curiosità, di scoperta, di illimitatezza, di scarso senso del tempo e della realtà. Si ritrova una tipologia di adulti che, pur nella loro dichiarata alterità rispetto ai piccoli (non sono mai pericolosi genitori amici), sanno essere genitori attenti ascoltatori e sanno altresì avere rispetto dei sogni e dei desideri dei loro bambini e, soprattutto, sanno nutrirli di possibilità.



Carla

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