lunedì 19 dicembre 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


TEREM TEREMOK IN 'TECHNICOLOR'

La casa nel bosco, Christopher Corr (trad. Daniela Gamba)
Gribaudo 2016


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)

Nel folto del bosco c'era una piccola casa di legno. Era dipinta di un bianco brillante, aveva nove belle finestre e una porta rossa. Un giorno un topo passò davanti alla casa di legno. 'Sembra il posto perfetto per un topolino come me' si disse e si intrufolò dentro.


Il topo, una volta insediatosi, la pulisce e la lustra. Da lì a poco sente bussare ed è il bel ranocchio che chiede ospitalità per sé. Il topo lo fa entrare e così ora sono in due nella piccola casa di legno. Dopo il ranocchio sono molti altri a bussare: un coniglio carino, un castoro affaccendato, una volpe, un gallo, un cervo fulvo e uno scoiattolo. Poi arrivano i pennuti, anche loro attirati dalla bellezza di quella casa nel bosco. Per tutti loro c'è posto. Vivere tutti insieme e in armonia dà grande felicità, tanto da organizzare una grande festa di inaugurazione della casa. 


Suoni e balli arrivano alle orecchie potenti dell'orso che, avvicinatosi, chiede di poter partecipare e, naturalmente, di entrare.


Come prevedibile, la sua mole non è adatta per quella piccola casa già stipata di animali di ogni forma e misura. Al suo arrivo, essa esplode in mille pezzetti. Sono due le cose possibili: o piangere tutti assieme sulla bella casa distrutta o tentare di ricostruirne un'altra che possa essere grande a sufficienza per accogliere ogni amico che lo desideri...


Fiaba della tradizione russa, Terem Teremok, appare qui in un rimaneggiamento di Christopher Corr, indiscusso maestro del colore.
La fiaba ha una struttura perfetta nel suo ripetersi di un modulo narrativo unico, fino al climax, animale dopo animale in un crescendo di dimensioni, che si raggiunge con l'orso che non riesce ad entrare e, nel tentativo di farlo, distrugge la casetta nel bosco. In una prospettiva insolita, invece di scappare tutti, sotto la guida del mortificatissimo orso, gli animali si alleano e danno vita a un nuovo cantiere per la costruzione di una dimora che si dimostri accogliente per ciascuno di loro.
Adatta a una lettura condivisa anche con i più piccoli, La casa nel bosco, dimostra un'attenzione particolare al lessico utilizzato; la maggior parte degli animali che entra in scena consta di una caratteristica distintiva: un bel ranocchio, un coniglietto carino, un castoro affaccendato e un scoiattolo fulvo; gli uccelli sono riuniti sotto l'appellativo comune di pennuti.
A questo si aggiunge l'altro elemento di una narrazione ritmata, che, come in un filastrocca, appare scandita dall'entrata susseguente di animali sempre più grandi e sempre più numerosi.
E su tutti questi elementi di godibilità di racconto si innesta un vero e proprio gioco pirotecnico rappresentato dalle illustrazioni di Christopher Corr. 


In perfetta sintonia con la sua arte 'pop' che ben si conosce, La casa nel bosco è una gioia per gli occhi fin dai risguardi che, prudentemente, Gribaudo non ha avuto il coraggio di 'profanare' con il colophon, che appare infatti in quarta di copertina.
Come di norma, Corr gioca con un segno solo apparentemente naive, affastellando figure, animali piante in un unico tappeto figurativo senza soluzione di continuità e con un discreto horror vacui. E lo fa utilizzando una gamma di colori molto anarchica, ma che contiene in sé un'armonia profonda e un continuo solletichio verso insolite scelte cromatiche, accostate tra loro per il puro gusto di creare stupore. Il rosso della porta non è il solito rosso, ma è attraversato da un tono fluo, lo stesso può dirsi per l'arancio dell'orso, o per i colori utilizzati per il bosco che solo una volta appare colorato di verde. Un insegnamento, una sorta di manifesto silenzioso, che suggerisce di utilizzare la tavolozza in base alla propria personale sensibilità, sganciandosi del tutto dall'uso convenzionale del colore che, invece, troppo spesso si pretende da pittori e pittrici in erba.

Carla

Noterella al margine. Meno di dieci minuti per una versione russa del 1971 di Terem Teremok

 

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