lunedì 30 gennaio 2017

FAMMI UNA DOMANDA!


FRONTIERE

Quella che propongo oggi è una breve carrellata su due 'frontiere' della divulgazione che, non casualmente, usano linguaggi del tutto differenti. Da un lato raffinati testi divulgativi destinati ai più piccoli, dall'altro approfonditi atlanti per lettori e lettrici sopra i dieci anni.
Comincio da due testi, usciti nel 2016 e che ancora non hanno incontrato una versione italiana. Il più interessante, Secrets of animal camouflage, di Carron Brown & Wesley Robins, pubblicato da Ivy Kids, affronta un tema abbastanza frequentato dai libri per bambini: il mimetismo animale.


Gli autori, entrambi illustratori e divulgatori, nella collana di cui questo libro fa parte, operano una scelta stilistica precisa: immagini raffinate, un gioco di sfumature, di forme intraviste che invita la lettrice e il lettore, a partire dai cinque anni, ad aguzzare la vista per individuare nell'immagine l'animale di cui si sta parlando; e spesso è necessario anche illuminare la pagina per vedere, ad esempio, un ragno ben nascosto nel fogliame. 


La precisione e la bellezza vanno a braccetto per consegnare ai bambini e alle bambine un libro pieno di sorprese a ogni pagina; ci si avvicina, così, con grande divertimento a uno dei temi, riguardanti gli animali, di maggior fascino.


L'altro è Because of an acorn, di Lola e Adam Schaefer, con le illustrazioni di Frann Preston-Gannon, interessante illustratrice inglese, allieva di Sendak. Questo testo, pubblicato da Chronicle Books, prova a far capire il nesso che lega tutti i viventi di un ecosistema: dalla ghianda all'albero, ai fiori ai frutti agli uccelli che se ne nutrono e poi ai serpenti che catturano gli uccelli e al rapace che cattura i serpenti e così via. 
Da una ghianda alla foresta.
Pochissimo testo, parole semplici, chiarezza e bellezza delle immagini catturano l'attenzione dei più piccoli introducendo un tema complesso come quello dell'interdipendenza degli organismi all'interno di un ecosistema.


Entrambi questi libri puntano su due aspetti fondamentali: la correttezza del contenuto, espresso con un linguaggio semplice e chiaro, e la raffinatezza dell'illustrazione, che non ha niente da invidiare a molti albi illustrati; tutto ad altezza di bambino, cioè divertente e stimolante anche per i più piccoli. Se anche molti editori italiani si sono mossi in questa direzione, devo dire che c'è ancora moltissimo da fare, prendendo spunto anche dalla ricca produzione internazionale.
L'altra frontiera riguarda una fascia d'età molto superiore, cioè il pubblico di lettrici e lettori che frequentano le scuole medie; qui troviamo due proposte interessanti, e rare, sempre provenienti dall'editoria inglese, ma che questa volta hanno trovato traduzione italiana con Touring junior: si tratta di un atlante storico e di un atlante di geografia economica, pensati proprio per una fascia d'età sostanzialmente dimenticata dai nostri editori. Come in qualsiasi atlante di questo genere, pensato quindi come fonte di approfondimenti e informazioni ulteriori, il testo è ridotto al minimo e le illustrazioni, che richiamano la grafica 3D, esplicitano con chiarezza schematica contenuti davvero interessanti. 




In Cosa e Quando nel Mondo, l'atlante storico, oltre alle più classiche cartine che spiegano l'espansione di un popolo o una grande battaglia, si mostra, per esempio, il dilagare della famosa epidemia di peste, la Morte Nera, della metà del XIV secolo, oppure il dispiegamento di armamenti durante la Guerra Fredda.

Nell'altro altante, Cosa e Dove nel Mondo, si affrontano tematiche economiche, ambientali, sociali, come la diffusione delle malattie e dell'analfabetismo. Una vera miniera, insomma, di stimoli interessanti relativi ad argomenti di cui si può sentire parlare superficialmente, senza che ci siano strumenti di approfondimento adeguati all'età. Al di là di copertine discutibili, ma che riprendono fedelmente l'originale anglosassone della Dorling Kindersley, sono due testi che finalmente forniscono delle proposte qualificate per la fascia d'età dei lettori e lettrici delle scuole medie, per i quali, a quanto pare, c'è assai poco interesse. Forse, perché si ritiene, a torto, che gli strumenti di approfondimenti si possano trovare solo sul web.

Eleonora

“Secrets of Animal Camouflage”, C. Brown & W. Robins, Ivy Kids 2016
“Becauseof an Acorn”, L. e A. Schaefer, F. Preston-Gannon, Chronicle Books 2016
“Cosa e Dove nel Mondo", Touring junior 2015
“Cosa e Quando nel Mondo”, Touring junior 2016

domenica 29 gennaio 2017

VERDE MATCHA

Mi hanno regato un vasetto di crema di nocciole e tè matcha fatta in casa. La cosa è abbastanza insolita e il suo colore verde  è poco di casa dalle nostre parti, ma mi ha subito ricordato il Giappone dove invece compare spesso nelle bevande e nei dolci.
In effetti è uno di quegli alimenti pieno di proprietà benefiche.
Molto ricco di antiossidanti e vitamine è un ottimo alimento antinvecchiamento, drenante e disintossicante e non solo.
Leggo su greenme che addirittura si rivela essere anche un rimedio per prevenire le scottature solari. Insomma un vero toccasana destinato a essere spalmato sul pane a colazione.


Ecco la ricetta per fare un vasetto di crema alle nocciole e tè matcha (basata su alcune indicazioni gentilmente fornitemi da Elena)

Ingredienti

150 gr di nocciole sgusciate
150 gr di cioccolato bianco
2 cucchiaini di polvere di tè matcha quello extra fine (quello venduto in confezioni da 30 gr di un verde più tenue e utilizzato qui)
oppure 3 cucchiai di quello di qualità meno pregiata (quello venduto in confezioni da 150 gr)

Sciogliete il cioccolato a bagnomaria. 
Nel frattempo tostate le nocciole in forno in modo che perdano acqua e tirino fuori l'olio.
Con un frullatore tritatele quindi con il minipimer portatele a una consistenza burrosa.
Unite il cioccolato e la polvere di tè matcha mescolando bene.
Mettete l'impasto in un barattolo e tenetelo in frigo.


Gabriella

venerdì 27 gennaio 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


INTO THE WILD

Il signor Tigre si scatena, Peter Brown (trad. Alice Pascutti)
Il Castoro 2016


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)

"Tutti erano soddisfatti del modo in cui andavano le cose.
Tutti eccetto il signor Tigre.
Il signor Tigre era stufo di essere sempre così educato.
Voleva lasciarsi andare.
Voleva divertirsi.
Voleva essere...selvatico."


Era stanco di prendere il tè delle cinque. Era stanco di dover portare il cilindro e di doverlo alzare in segno di saluto a ogni conoscente che incontrava per strada. Era stanco di camminare sempre impettito. Così un giorno gli venne in mente una idea davvero folle: mettersi finalmente a quattro zampe e scorrazzare per le vie della città, ruggire a squarciagola dalle panchine del parco, saltare di tetto in tetto come un gatto e infine tuffarsi nella fontana centrale e uscire dalla parte opposta, del tutto diverso...


Il suo comportamento selvatico sdegnò l'intera città che, a una sola voce, lo invitò ad andare a fare il selvatico, nel luogo adatto: la selva. 
Non se lo fece ripetere due volte e si lasciò alle spalle il grigiore della città per correre incontro alla lussureggiante selva. La si scatenò senza alcun freno, ma lontano dagli amici, dalla sua città e la sua casa la sua gioia durò poco. Così decise di tornare indietro sui suoi passi...e quel che trovò lo lasciò senza parole. Il suo gesto non era passato inosservato e inascoltato e anche in città le cose stavano cambiando...Essere se stessi era all'ordine del giorno!


I buoni autori di albi illustrati non lasciano nulla la caso. Fin dai risguardi si può dire qualcosa: la tessitura incombente di un muro grigio si stende senza soluzione di continuità lungo i primi due fogli. 
Ecco, si parte da una pesantezza. La conferma si trova già alla prima pagina con un viavai di animali grigi che passeggiano seriosi lungo un grigio viale di una grigia città. Sguardo a terra, nessun accenno di sorriso. Neanche tra i più piccoli che, al contrario, sono tenuti a bada se accennano una corsetta. 



Linee verticali di palazzi alti, il nero delle finestre cieche il grigiore dei comignoli fuligginosi. E in mezzo a tanto grigio accende l'attenzione una macchia di colore, una macchia di arancione dallo sguardo perplesso: il signor Tigre che non ne può più...
Ciò che è detto a parole, nell'immagine prende forma e diventa necessario fare un gesto di rottura e dalla verticalità, conquistata a chissà quale prezzo, si passa alla vecchia e originaria orizzontalità di un quadrupede, quale la tigre è.
Ulteriore conquista è il passaggio dalla costrizione dell'abbigliamento, conquistato chissà a quale prezzo, alla libertà della nudità di un manto elegantemente rigato, quale la tigre ha.
E come? Con una fontana centrale che, come la fonte della giovinezza, risputa fuori una tigre 'tutta nuova'.
Terzo passo verso la riconquista di sé: a zampe lavate via dal grigio verso il verde.


Il libro potrebbe finire qua, ma inaspettatamente il racconto fa una conversione a U e torna indietro. E a questo colpo di scena se ne aggiunge un altro in cui si constata che il signor Tigre con la sua idea davvero matta ha spianato la strada a un bel po' di cambiamenti. Il più evidente dei quali è la conquista della libertà di essere se stessi, camicia hawaiana inclusa, senza farsi sopraffare dalle convenzioni. Nei risguardi di chiusura il muro è sparito e ha lasciato spazio a una tessitura di foglie.
Chiaro il messaggio?


È sotto gli occhi di tutti l'ispirazione alla storia del piccolo Max il quale, altrettanto bisognoso di libertà e wilderness e altrettanto stanco di essere inappuntabile, si concede un viaggio 'di sogno' nel Paese dei mostri selvaggi. Ma c'è anche quella di un altro felino che sente l'urgenza di cambiare vita, ma in senso inverso rispetto a quella del signor Tigre (d'altronde la noia si nasconde ovunque). Penso al viaggio di Lafcadio (Shel Silverstein, Orecchio acerbo 2009), dalla savana alla città e ritorno. Anche lui annoiato dalla routine, si allena per diventare il più grande tiratore e si concede, a quel punto, un soggiorno urbano che ne cambia letteralmente i connotati.
Che siano veri e propri omaggi di un giovane autore già molto affermato e pluripremiato o che siano anche solo riferimenti inconsci a un tema caro a due 'miti' che hanno fatto la storia dell'illustrazione in America e nel mondo, sta di fatto che le fondamenta tematiche di questo libro sono molto solide. 


Parimenti di grande interesse è la grammatica iconica usata: a parte l'impiego allusivo del colore di cui ho già detto, mi paiono degne di attenzione alcune soluzioni figurative. In primo luogo la lenta trasformazione della maschera inespressiva della tigre, in un crescendo di espressività (un colpo di genio la tigre che si abbassa nella pagina). Accanto a questa, la sua rigidità nella postura si scioglie, pagina dopo pagina, fino a raggiungere la sinuosità che conosciamo propria dei felini. Perdendo giacca, cilindro, pantaloni e scarpe la tigre si libera di un 'habitus' che non le è proprio e si sgranchisce, stirando e gonfiando i muscoli nella corsa, nel salto, nel nuoto e nella voce.


La tavola centrale è il fulcro del libro che, molto sapientemente, Peter Brown affida al solo disegno. Chi vuol capire, capisce.
Ultimo ma non ultimo elemento attrattivo di questo primo libro di Peter Brown che sbarca in Italia è l'intreccio fitto di ripetuti motivi figurativi, veri e propri pattern, che costituiscono la scenografia dell'azione e che si moltiplicano, spigolosi e cupi in città e tondeggianti e chiari nella selva, quali emblemi di due mondi che si oppongono l'uno all'altro.


Carla

mercoledì 25 gennaio 2017

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

CALZETTE & CALZINI


C'è una verità incontrovertibile, talmente universale da poter essere considerata una legge di natura: esistono calzini, o calzette che dir si voglia, dotati di vita propria, capaci di nascondersi ai nostri occhi e di 'spaiarsi' in men che non si dica.
Ed ecco due diverse interpretazioni del medesimo fenomeno.
La prima mi sembra tutto sommato rassicurante: in Le calzette, pubblicato da Babalibri, Matthieu Maudet ci descrive una bimba, Giulietta, in procinto di uscire; ma, come giustamente fa notare la mamma, scalzi non si può e dunque bisogna trovare le calze per potersi infilare gli stivali. 
 


La bimba parte alla ricerca delle medesime, che paiono comparire un po' di qua e un po' di là. Ma quella trovata sotto il divano si rivela ben presto essere una gallina, mentre la calzetta rossa che spunta dal cesto della biancheria è un lupetto irascibile. Sotto il letto, poi, riposa un intero zoo. Riuscirà Giulietta a domare almeno due calzette 'animate' per poter andare a spasso?


Matthieu Maudet, autore francese molto noto in Italia, si rivolge a lettrici e lettori non ancora avvezzi al gusto del surreale e quindi dell'improvvisa animazione che percorre le schiere di calze e calzini abbandonati nei luoghi più impensati dà una versione divertente, fantasiosa, ma certo non inquietante. I piccoli lettori non potranno che ridere dei possibili travestimenti che trasformano un ordinario caos domestico in un'opera creativa, che riempie la vita familiare di animaletti dispettosi.


Tutt'altro spirito pervade il Manuale dei calzini selvaggi del compianto Pablo Prestifilippo, pubblicato per la prima volta da Orecchio Acerbo nel 2005.
Qui si parte da un altro presupposto: esiste una diversa specie di calzini, quelli fatti di lana selvaggia, prodotta da pecore selvagge, per niente riducibile alle condizioni di una vita civile. Sono creature imprevedibili, che amano nascondersi nei luoghi più improbabili e prediligono quanto di più puzzolente si possa immaginare; ce ne sono a pelo corto o bucati; dormono raggomitolati preferibilmente sotto il letto, nell'angolo più irraggiungibile, insieme alla polvere; ma non disdegnano anche sistemazioni più stravaganti.


Sono aggressivi e tendono a fagocitare tutto quello che gli capita a tiro e sono praticamente non addomesticabili.
La nostra tranquilla vita quotidiana può essere attraversata dal timore della subitanea apparizione di uno loro. Ma c'è anche chi riesce ad apprezzarne la compagnia.
Dunque l'umorismo surreale di Prestifilippo ci restituisce un'immagine un po' inquietante del nostro vivere quotidiano: dietro l'apparenza di normalità, cresce un piccolo esercito di oggetti ribelli, pronti a mettere in discussione il predominio umano sul mondo.


Anche qui si ride: del nostro disordine, delle nostre paranoie, e si ride con il gusto un po' sovversivo di vedere il mondo al contrario.
Questo piccolo libro quadrato è un capolavoro: per l'assoluta originalità con cui viene proposta la storia, per la perfetta sintonia fra testo e immagini, per l'umorismo con cui descrive noi e il nostro malsano rapporto con la vita che ci siamo costruiti. Piace ai bambini e alle bambine, dai sei/sette anni, ma piace anche agli adulti.
Due proposte, due modi diversi per prenderci un po' in giro.

Eleonora

“Le calzette”, M. Maudet, Bablibri 2017
“Manuale dei calzini selvaggi”, P. Prestifilippo, Orecchio Acerbo 2005, 2008


lunedì 23 gennaio 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LA GRANDE ILLUSIONE

Probuditi!, Chris Van Allsburg (trad. Federico Taibi)
#Logosedizioni 2016


ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)

"La donna si sedette di fronte a un disco rotante su cui era disegnata una spirale, e si mise a fissarlo. Lomax si chinò e le sussurrò qualcosa all'orecchio, poi esclamò a gran voce: 'Signora, ora lei è una gallina!' La donna scattò in piedi e cominciò a girare in tondo sbattendo le braccia, poi salì sulla sedia facendo coccodè e muovendo la testa avanti e indietro."

Cittadina della provincia americana, primi anni Quaranta, domenica mattina. Calvin ha già fatto uno scherzo alla sorella: le ha messo un ragno di gomma nel letto. 


Per il compleanno lui ha appena ricevuto due biglietti per lo spettacolo di magia di Lomax il Magnifico; non ci andrà con lei, come vorrebbe la mamma, ma con il suo amico Rodney, vicino di casa. Secondo brutto scherzo per la piccola Trudy, nel giro di pochi minuti.
I due ragazzini sono a teatro a guardare le illusioni del mago e la signora ipnotizzata che si atteggia da gallina.
Stupore e risate nel pubblico. Ancora di più quando il mago schiocca le dita e rompe l'incanto urlando: probuditi!
Da questo ad escogitare un sistema per ipnotizzare Trudy e farle credere di essere un cane il passo è breve. Una spirale bianca e nera disegnata su un cartone, un motorino che la fa girare a velocità regolare e la piccola cade imbambolata a quattro zampe ad abbaiare.


Il gioco divertente potrebbe concludersi felicemente se i due ragazzini ricordassero la formula magica. La mamma sta per rientrare e anche Trudy deve rapidamente tornare in sé. Impossibile raggiungere Lomax il Magnifico, quindi non resta che una secchiata d'acqua gelida e sperare che funzioni.
Se da un lato Trudy è di nuovo una bambina, dall'altro scompare per Calvin la tanto desiderata cena di compleanno a base di spaghetti al sugo e polpette.
In castigo, a lui non resta che un panino al burro di arachidi, un cetriolino e un bicchiere di latte e la magra soddisfazione di essersi preso gioco di sua sorella per la terza volta in un solo giorno...o anche questa è stata solo un'illusione?

Probuditi, igrač! che tradotto dal serbo croato è Svegliati lettore!
Sei in un libro di Van Allsburg.
Nulla di ciò che vedi è necessariamente vero. Fin dal principio aleggia in chi legge la sensazione di essere 'vittima' di un grande gioco, di un grande scherzo, di una grande illusione.
Ed il bello sta lì.
Come nello spettacolo di Lomax il Magnifico, tutti accettano le regole del gioco laddove c'è uno costruisce una grande magia e gli altri si fanno avvolgere da essa, sapendo perfettamente di trovarsi così sospesi in una realtà che non esiste. Non si è distanti da ciò che spesso la letteratura è, una grande illusione, tuttavia nei libri di Van Allsburg la sensazione ipnotica fa la differenza. E ancor di più la fa lo scarto finale cui egli costringe lettori e lettrici, quando sembra urlargli nelle orecchie: Svegliatevi!


Come un illusionista di classe, Van Allsburg è abile nel distogliere lo sguardo di chi legge dal fatto importante, per portarlo a vedere 'qualcos'altro'. In questa storia il nocciolo della questione sembra essere il grande scherzo che Calvin e Rodney organizzano nel loro spettacolo da ipnotizzatori fai-da-te, mentre alla fine si scopre che il grande scherzo è ben altro ed è la vendicativa risposta a un ragno di gomma trovato tra le lenzuola.
Sono molte le cose che convincono in Van Allsburg. Anche in questo 'ultimo' suo libro (pubblicato in America nel 2006).
Ne metto in fila un paio.
A parte la sua capacità di illudere il lettore, è apprezzabile il suo ineguagliato talento nel creare, attraverso le ambientazioni e le inquadrature delle scene, una inquietudine latente che personalmente ritrovo in scrittori come Matheson o King. Un turbamento che nasce da una domanda di fondo comune: come sarebbe se? Per fare ciò Van Allsburg deve necessariamente partire da un punto zero che è la normalità; per questo i suoi protagonisti sono all'apparenza i vicini della porta accanto ed è per questo che i 'contenitori' delle sue storie sono altrettanto consueti e riconoscibili: case accoglienti, ordinate, e ben arredate all'interno delle quali accadono fatti impensabili, inimmaginabili. Arrivano treni, passeggiano rinoceronti, ramazze al pianoforte, cani che diventano uomini e bambine che diventano cani...
A parte alcune significative eccezioni (tra cui Polar Express, Just a Dream, The Stranger, The Wreck of the Zephyr), la tecnica a matita con una dominante cromatica, spesso il bianco e nero, o il seppia, o ancora il viola è sempre, a ben vedere, elemento guida in stretta connessione con il tema conduttore della storia. Qui, in Probuditi!, i toni caldi del bruno fanno sentire il caldo di quella assolata domenica d'estate.
Riguardo alla 'pezza' che accoglie il lungo testo e che si appiccica sul disegno sottostante come un'etichetta inopportuna, sto cercando di digerirla e di trovargli una ragione. Per ora non mi è riuscito, ma mi ci sto abituando...

Carla


venerdì 20 gennaio 2017

FAMMI UNA DOMANDA!


IL DISEGNO DEL CERVELLO


Questo è davvero un esperimento interessante che nasce dalla peculiarità di un autore, Matteo Farinella, che coniuga una solida carriera accademica, come neuroscienziato, all'abilità di disegnatore di fumetti; già all'opera con Neurocomic, pubblicato da Rizzoli, arriva ora in libreria con un libro pensato per giovani lettori e lettrici.
Benvenuti a Cervellopoli, pubblicato dall'illuminata Editoriale Scienza, è il racconto del viaggio compiuto da un giovane neurone, Ramon, all'interno del cervello. Si parte dal talamo, attraverso il midollo spinale, e via via si esplorano le diverse parti dell'encefalo.


Rappresentato come una complessa cabina di regia, che governa e controlla ogni aspetto della nostra vita, il cervello viene analizzato parte per parte, con didascalie molto chiare che forniscono le necessarie definizioni dei termini utilizzati.
Si riesce a capire, in questo modo, come un'esperienza sensoriale, una puntura di scorpione, venga raccolta e analizzata, provocando a sua volta degli impulsi che provocano la fuga, prima, la rabbia poi, infine il ragionamento che ci fa agire nel mondo con discernimento, o almeno così si spera.


Diretto a lettrici e lettori di almeno otto anni, il libro riesce bene nell'intento di rendere con semplicità uno degli argomenti più complessi della biologia: d'altra parte è proprio questa la caratteristica della 'buona' divulgazione, semplificare senza banalizzare. L'argomento in quanto tale è difficile, ma è anche ricco di fascino e di implicazioni. L'uso di un linguaggio visivo di tipo 'fumettistico' semplifica di molto le difficoltà espositive, attribuendo all'immagine in sé un ruolo esplicativo.
Volendo proprio trovare un pelo nell'uovo, ho trovato un po' riduttiva la definizione che apre il libro: 'il corpo umano è una macchina gigantesca..'; la metafora del corpo come macchina è senz'altro funzionale alla spiegazione della complessità, come dicevo prima, ma allude ad un'immagine del vivente abbandonata da tempo. D'altra parte, non è nemmeno la prima volta che si utilizza questa immagine per rendere più chiara la descrizione della complesso funzionamento dei diversi organi. Non mi dispiacerebbe, in realtà, che si introducessero, nei libri per ragazzi, i termini di quei dilemmi che rendono la ricerca scientifica così affascinante. Anche se si entra nel campo della speculazione, dell'ipotesi, perché non sottoporre anche le questioni aperte, i quesiti che ancora non hanno risposte?


Ma queste sono suggestioni da filosofi, mentre sono certa che bambini e bambine troveranno questo testo stimolante, divertente e, soprattutto, molto chiaro.

Eleonora

“Benvenuti a Cervellopoli”, M. Farinella, Editoriale Scienza 2017

mercoledì 18 gennaio 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

QUANDO SI FA SERA...

Le luci alle finestre, Alessio Di Simone, Alessandro Di Sorbo

ILLUSTRATI

"Si è fatta sera.
E' sceso il buio tra le strade e le case.
Dalle finestre si vede una signora camminare portando un vassoio.
Nell'altra stanza un uomo è seduto su una poltrona.
Quell'uomo è mio nonno."

Quando si fa sera tutto diventa nero.
Rimangono, sulle pareti scure delle case, finestre gialle di forme diverse. Le luci all'interno delle case le trasformano in piccoli quadri incorniciati dal buio.
Luce che si alterna all'ombra.


Nella prima finestra il nonno seduto, il nonno che si appresta a raccontare.
Nelle finestre che si avvicendano, girando le pagine, o per meglio dire, aprendo il grande poster che dà vita al libro, si illumina la storia come fosse un film.
Si vedono i cannibali che stavano per mangiare il nonno, se lui non fosse fuggito mentre loro tagliavano le verdure di condimento...A seguire una finestra giapponese, un sottile diaframma che si apre sul nonno quando tentava di vendere cinture ai piedi del monte Fuji, cinture che spacciava per italiane, pur avendole comprate in Islanda.




A lui le aveva vendute Björn che però dall'Arabia le aveva importate. Ed è proprio all'Arabia che si riferiscono le finestre a ogiva dell'ultima piega del libro. Sullo sfondo un cammello vero, non come quello fasullo che suo nonno vendette agli arabi. Ultima piega prima del grande poster, che al buio si illumina in un suggestivo cielo stellato.
Davanti agli occhi di quel bambino in canottiera.


Poche righe che danno vita a un intreccio che attraversa mezzo mondo. Dalla Calabria, terra di partenza di quel nonno che, all'età di quindici anni, con il suo carretto tutto colorato e il somaro che spaccia per cammello portatile arriva in Arabia. E dall'Arabia all'Islanda con un piroscafo grande come il Rex. E dalla terra dei geyser dove compra cinte da vendere ai Mongoli, il nonno si dirige verso il Giappone: forse cerca di venderle anche agli africani che non ci cascano e decidono di cucinarlo a loro modo.


In un gioco di incastri e di rimandi la storia si dipana e diventa visibile attraverso uno sguardo quasi voyeuristico che curiosa tra le finestre che, illuminate, pagina dopo pagina, apertura dopo apertura, trovano la loro conclusione nell'ultima grande cornice con le veneziane alzate che permette di vedere la silhouette nera di un bambino che nel cielo vede, nelle costellazioni, mongolfiere, 2CV e monocicli di altre epoche.
Originale nel formato e felicissimo nella scansione dei tempi narrativi di Alessio Di Simone che segnano ogni dispiegamento del grande foglio 70x100, il nuovo libro poster di Verbavolant, ancora una volta illustrato da Alessandro Di Sorbo è una conferma della capacità di questa coppia di giovani autori molto affiatati di immaginare e progettare uno sviluppo insolito per una storia illustrata che, al consueto giro di pagina che magicamente resta, aggiunge quello dell'apertura di un unico grande foglio che è il poster (in questo caso addirittura fosforescente) da un lato e una curiosa sequenza della storia dall'altro lato con immagini in gran disordine, un po' dritte e un po' rovesciate. 


Va confessato: di Alessandro Di Sorbo mi piacciono diverse espressioni: quella timida che ha sulla faccia piena di barba, che si 'accende' quando ci si incontra (con una regolarità metronomica, ogni dicembre a PLPL); quella pungente delle sue copertine per Biancaevolta; quella pigra, talmente pigra che neanche si vede perché è girata sullo schienale del divano del suo blog; e quella illustrativa con la quale, in coppia con Alessio Di Simone, crea libri mai consueti.
E ciascuna di queste espressioni mi conferma il fatto che questo ingegnere informatico ci sappia fare.

Carla

lunedì 16 gennaio 2017

OLTRE IL CONFINE (libri dall'estero)


SE UN ORSO E UN BAMBINO UN GIORNO, CORRENDO...


The boy the bear the baron the bard (2004) è uno straordinario, pluripremiato albo illustrato senza parole, che dà il nome anche alla raccolta che comprende altre due storie, Midsummer night (2006) e The hero of the little street (2009). L'autore, Gregory Rogers, è stato un importante autore australiano, innamorato dell'epoca elisabettiana, del teatro di Shakespeare e della cultura, della musica, dell'arte del Rinascimento. E tutta questa passione si trasmette nelle strabilianti, surreali, esilaranti avventure che corrono da una tavola all'altra, restituendoci in allegria usi, costumi, storie, paesaggi di un'epoca passata. E' molto difficile rendere conto della trama, anche perché funziona essenzialmente come un canovaccio, che il lettore può arricchire prendendo spunto dalle immagini.


Cercando di sintetizzare, possiamo dire che storia comincia con un ragazzino londinese, dalla bella faccia rotonda, che inseguendo un pallone entra per sbaglio in un teatro cadente. E' proprio il Globe Theatre e the boy trova nei camerini fatiscenti dei costumi che non esita a indossare; quando esce nuovamente sul palcoscenico, si trova catapultato nel passato, nel bel mezzo di una rappresentazione, facendo infuriare il Bardo, cioè il divino Shakespeare. Comincia così un inseguimento a rotta di collo per le vie dell'antica Londra fino a incappare nella gabbia di un povero orso; ragazzino e orso fanno subito amicizia e proseguono la fuga insieme.


Nella fuga precipitosa, i due finiscono nella Torre di Londra, dove liberano dalle prigioni un emaciato barone. I due amici, fra una festa e una danza, si separano e l'orso se ne va su una barchetta lungo il Tamigi. Il ragazzo vuole ritrovare la strada di casa, ma incappa nuovamente nel Bardo e così ricomincia l'inseguimento che terminerà là dove è cominciato, nel Globe Theatre, riportando il protagonista al presente.
Ritroviamo l'intrepido orso nella storia successiva, esilarante omaggio al Sogno di una notte di mezza estate, dove niente è come sembra: l'orso è diventato più piccolo di un passerotto e il ragazzino gli viene incontro nella veste di un allegro folletto ed è in questa forma che prendono parte alla commedia, salvo separarsi nuovamente alla fine della storia.


Nella terza troviamo solo il bambino dalla faccia rotonda, in visita ad un museo in cui campeggia un quadro di Vermeer, la Donna seduta alla spinetta. Ed ecco il ragazzino entrarci dentro, cominciando ad esplorare la città di Deft insieme a un cagnolino. Nell'esplorazione salta fuori nuovamente il Bardo e così ricomincia l'inseguimento cominciato nella prima storia, solo che si aggiungono per via decine di cani di tutte le razze, che andranno ad allietare la gentile signora del quadro.
E' impossibile rendere l'idea della continua esplosione di trovate, di invenzioni narrative, con un'azione continua che passa di tavola in tavola, di pagina in pagina. L'autore passa da pagine fitte di vignette, a tavole che prendono tutta la pagina, con punti di vista audaci, dall'alto o dal basso, che danno la visione d'insieme.


Si possono raccontare storie con una trama articolata senza utilizzare una parola? Gregory Rogers dimostra quanto possa essere efficace una scelta di questo tipo. Non cala mai l'attenzione in un turbinare di azioni e colpi di scena, il tutto in un'atmosfera comica e surreale che non svilisce l'accurata ricostruzione storica, i dettagli accuratissimi, i colti riferimenti, anzi li rende fruibili anche ai bambini. Nello stesso tempo, proprio per la sua struttura, può diventare spunto per le invenzioni che il lettore o la lettrice vorranno introdurvi.
Un libro illustrato così originale, colto, ironico aspetta pazientemente che un illuminato editore italiano lo faccia conoscere ai nostri bambini. Nell'attesa, lo potete trovare nelle edizioni Allen & Unwin.

Eleonora

“The boy the bear the baron the bard and other dramatic tales”, G. Rogers, Allen & Unwin 2015