mercoledì 15 marzo 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


GRANDE FIABA PER PICCOLE MANI

Cappuccetto Rosso, Attilio


ILLUSTRATI PER PICCOLISSIMI (dai 2 anni)

"C’ERA UNA VOLTA UNA BAMBINA CHIAMATA
CAPPUCCETTO ROSSO.
UN GIORNO LA MAMMA LA MANDÒ A TROVARE
LA NONNA MALATA PER PORTARLE UNA TORTA
E FARLE COMPAGNIA.
MA NON PASSARE PER IL BOSCO!', LE DISSE."


Ma lei per il bosco ci passò. Incontrò il lupo. Il lupo le suggerì di raccogliere fiori per la nonna. Lei lo fece e lui si precipitò a casa della nonna per divorarla. Cosa che puntualmente fece. Poi si travestì e si mise tra le coltri ad aspettare la bambina, per mangiarsi pure lei. Il resto è storia nota. Compreso l'arrivo del cacciatore in giacca verde, fucilone e coltellaccio che rende giustizia alle due inghiottite.
I Grimm furono solo apparentemente meno spietati di Perrault che, con il dovuto orrore, solleticava e compiaceva le dame della corte del re di Francia.

Il Rotkäppchen dei fratelli Grimm riassunto in 15 pagine doppie e cartonate, in tutto 37 righe di testo, adatte a manine e orecchie minuscole. E in queste sole 15 pagine ben 2 non hanno testo! Come a dire che se si ha buona capacità di sintesi, si posson 'dire' comunque un mucchio di cose.


Ed ecco di nuovo sulla breccia, a 94 anni, Attilio, Attilio Cassinelli, grafico e illustratore negli anni d'oro del design italiano in ambito editoriale. Dagli anni Sessanta fino a tutti gli anni Settanta, è lì anche lui, anche se non raggiunge mai l'ineguagliato genio di Munari o dei Mari, quell'aria la respira anche Attilio. In quel periodo i suoi libri inconfondibili, la pagina bianca su cui campeggiano animali o altri personaggi racchiusi da una linea di contorno nera, precisa, morbida e, soprattutto, molto evidente, cominciano ad arrivare tra le mani dei più piccoli. I colori sono piatti, il segno è tondeggiante con elementi lineari che ricordano la sintesi dei bambini nel disegnare arti e zampe.
Sono libri, quelli sulle cui copertine campeggia secco il nome ATTILIO, che sono consumati sugli scaffali delle biblioteche. Io stessa ho ancora ricordo di quei libri molto vissuti che mi colpirono nel pieno degli anni Novanta per la loro assoluta purezza.
Attilio non ha smesso di disegnare libri, sempre fedele alla sua casa editrice d'origine: Giunti, ma il suo stile con il passare degli anni si è ibridato, e si è anche persa un po' la cura editoriale che invece avrebbe meritato, e con questo ha perso un po' di quello smalto che lo aveva reso inconfondibile. Oggi, a distanza di quasi quarant'anni dai suoi primi libri, riappare il suo segno pulito delle origini, in una collanina pensata per Lapis, contenente fiabe classiche (I tre porcellini e in uscita I musicanti di Brema) che, seppure riassunte ai minimi termini, non perdono di efficacia. Proprio come i suoi disegni.

Attilio, I musicanti di Brema Lapis 2017

I colori continuano a essere piatti, ma la tavolozza è cambiata. A un colore dominante per ogni singolo libro, aggiunge contrasti interessanti. Nel Cappuccetto Rosso si vede una prevalenza dei diversi toni del grigio e del blu - dal tortora al pervinca - in un tessuto di intrecci freddi, su cui spiccano correttamente il rosso del cappuccio e il giallo del cestino.
In tal modo anche il colore contribuisce allo svolgimento del racconto. Tutto il resto è narrato attraverso il gesto, che fa eco al testo. Come richiede l'opportunità, nessuno degli atti cruenti è illustrato. 


Tutto si prevede se si conosce la fiaba e, in ogni caso, arrivano in soccorso le parole taglienti. 


Certe sottigliezze di impianto, di prospettiva alimentano tuttavia la giusta dose di inquietudine, che è necessaria a questa fiaba crudele e per converso la giusta dose di serenità ritrovata nel finale costruito dai Grimm per orecchie piccine. Per prima cosa noto che tutte le azioni sono nella pagina di destra a voler creare il naturale desiderio di giro pagina. La tensione la leggo anche nell'intrigo di rami del bosco folto, nel nero che traspare e incombe, nelle spalle del Cappuccetto che sparisce quasi, inghiottita dalla porta della casa della nonna. 


Il ristabilito equilibrio di ingombri lo colgo nell'ultima tavola, con nipote/torta/cestino da un lato e dall'altro il bilanciato corpaccione un po' curvo della nonna in camicia da notte, fazzolettone e pantofole.
Attilio, che ammiro da sempre, ha l'età che avrebbe mio padre, grande narratore anch'egli.
E mi intenerisco nel notarlo.


Carla

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