FANTASMI CLANDESTINI
Ritornano
i tre amici, coraggiosi protagonisti de I bambini di cristallo:
Aladdin, Billie e Simona sono nuovamente alle prese con una vicenda
inquietante, i furti nel ristorante dei genitori di Aladdin e le
ambigue apparizioni nella neve di un bambino in pantaloncini corti.
In Il bambino argento, la nuova prova della svedese Kristina
Ohlsson, ritroviamo dunque gli stessi personaggi e le ambientazioni
inquietanti che già avevano caratterizzato il romanzo precedente. In
questo caso il protagonista della vicenda è Aladdin, di origini
turche ma ben ambientato nella cittadina di Ahus; le cose non vanno
molto bene per la sua famiglia, proprietaria di un noto ristorante,
da cui spariscono nottetempo cibi e bevande. I genitori dunque
cominciano a pensare di non essere più tanto benvoluti in quella
tranquilla cittadina nordica, soprattutto da quando nel porto è
ormeggiata una nave carica di profughi siriani, sospesi nel limbo che
precede l'accoglimento della richiesta di asilo politico.
In
questo clima di incertezza, Aladdin comincia ad avvistare uno strano
ragazzino, che gira con vestiti antiquati. Un ragazzino talmente
strano da non lasciare impronte nella neve. Nello stesso tempo a
scuola viene assegnato come compito una ricerca su eventi e
personaggi della cittadina. Il nostro coraggioso protagonista decide
di occuparsi di un furto di argento avvenuto un secolo prima, furto
che aveva gettato nello scompiglio tutta la comunità. All'origine di
questo furto, una rivalità in amore fra due uomini, uno provetto
gioielliere, l'altro antenato dell'uomo tuttofare che lavora nel
ristorante.
Come si
vede, c'è un bell'intreccio, in cui è possibile districarsi solo ai
tre giovani protagonisti, amici per la pelle e solidali fra loro
nelle indagini come nella vita. Come è giusto nella logica di un
buon romanzo giallo, tutti i tasselli trovano il loro giusto posto
solo nel finale, che per ovvi motivi non svelo. L'autrice è davvero
brava a mescolare la vita quotidiana di una cittadina qualsiasi con
quella vena un po' mistery, quel pizzico di sovrannaturale che dà un
segno diverso ai tanti spunti presenti nella narrazione. Presente e
passato si contendono la scena: il presente incarnato dal barcone dei
migranti, con tutti i contrasti, fra diffidenza e solidarietà, che
questa presenza comporta. E il passato, che, come in molti romanzi
dei giallisti nordici, ritorna a presentare il conto: ingiustizie
patite, crimini irrisolti, discendenti ancora turbati dalle pesanti
eredità di congiunti dai discutibili comportamenti.
In
questa atmosfera di mistero si muovono i tre ragazzini, legati da
un'amicizia così forte da fargli condividere preoccupazioni e
pensieri, ma anche indagini clandestine.
Come
dicevo, tutto nel finale trova la giusta collocazione, ma con un
discreto margine di dubbio. Dubbio sul futuro, che appare più
incerto di quanto si vorrebbe, dubbi sul destino dei profughi,
sopportati forse, ma non accettati; dubbi anche sul fatto che la
nostra percezione della realtà non sia almeno in parte illusoria.
Significativa
e realistica questa sottolineatura dell'incertezza del nostro
presente, che ci ricorda quanto sia cambiata la percezione del vivere
comune.
Bel
romanzo, si legge tutto d'un fiato e lascia nella giovane lettrice e
nel giovane lettore, a partire dai dodici anni, una dose salutare di
dubbi.
Eleonora
“Il
bambino argento”, K. Ohlsson, Salani 2017
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