giovedì 25 maggio 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


CATALOGARE L'INFANZIA

Avete visto Anna? Susanna Mattiangeli, Chiara Carrer
Il Castoro, 2017


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Anna può essere morbida. Si muove morbida, si siede morbida.
Se ascolta una storia, per esempio, sta stesa a sentire, si tiene la faccia, è soffice e liscia.
Ma tutto può cambiare. L'aria, i pensieri, l'umore.
Se si indurisce, cammina dritta, si sposta di scatto, urta gli oggetti, è tutta compatta."

Al mercato, al banco della frutta mamma e bambina stanno per scegliere i mandarini. Un attimo, uno sguardo che si distrae e Anna sparisce alla vista. 


Comincia la ricerca: la mamma chiede a tutti coloro che si muovono lì intorno. E come un'onda si propaga la notizia e l'intenzione di cercarla. Non si può cercare qualcosa che non si sa come sia. E nessuno sa come sia Anna, la bambina sparita. Comincia così una sua descrizione che porta un po' di qui e un po' di là: il colore della pelle che può variare, i suoi modi che sono diversi ogni minuto, da appiccicosa a pungente. Se sia grande o piccola? sa essere entrambe: quando è aperta è gigantesca, ma quando è chiusa potrebbe stare in una scatola...Tutti ormai la cercano e la chiamano tra i tanti suoni intorno ai banchi del mercato. Così come è sparita, ricompare dal nulla. O meglio da un angolo qualunque, rispunta una bambina qualunque. Che come tutte le bambine qualunque, è diversa da tutte le altre, perché come lei c'è solo lei.
Ora si può riprendere da dove abbiamo lasciato: la scelta dei mandarini.
Emilio Varrà, nel suo articolo Albo e tempo (Ad occhi aperti, Donzelli 2012) con la chiarezza che distingue i suoi scritti, mette in evidenza che la narrazione breve che è l'albo illustrato ha due caratteri fondamentali: da una parte è un racconto che si dirige in profondità, piuttosto che nella superficie dell'intreccio e dall'altro è un racconto di un tempo sospeso. Il tempo sospeso, spiega alludendo alla poetica di Beatrice Alemagna, è una sorta di respiro che si trattiene dal momento che la storia ha un suo avvio, fino al momento conclusivo. A questa modalità che non si può non riconoscere al picture book di qualità io aggiungo che la sospensione acquista maggior forza laddove la storia parta da un elemento di realtà, per poi sospendersi e far sospendere il respiro di chi legge, e in fase finale riagganciarsi a quella stessa realtà di partenza. Penso al 'prototipo' del pb rappresentato da Nel paese dei mostri selvaggi, dove partenza e arrivo sono entrambi nella vera stanza del bambino Max, mentre tutto ciò che è in mezzo è 'viaggio' sospeso in un altra dimensione che con il reale poco condivide. Penso a Fortunatamente di Remy Charlip, insomma libri così ben fatti posso diventare canone.
Avete visto Anna? a suo modo rispetta tale regola. Si parte dai mandarini e lì si ritorna.
E per di più, nella sospensione narrativa che costituisce il centro del racconto, Susanna Mattiangeli si tuffa in profondità e ci si muove con disinvoltura.
La cosa che colpisce immediatamente nel leggere Avete visto Anna? è la somiglianza di andamento della narrazione con altri due libri importanti di Mattiangeli - Gli altri (Topipittori, 2014) e Come funziona la maestra (Il Castoro, 2013). In tutti e tre i casi, assistiamo a una assenza sostanziale di trama, manca il plot come suol dirsi, in favore di una disamina dettagliata, quasi puntigliosa, del soggetto protagonista della storia: in sostanza si tratta di tre cataloghi, tre liste di elementi costitutivi o, se si preferisce, manuali di istruzioni.



Molto ben articolati, ma niente di più e niente di meno. Se in Come funziona la maestra si rideva molto nel constatare che questo essere umano veniva descritto come un oggetto qualsivoglia, già nel secondo, Gli altri, si facevano interessanti tuffi verso una profondità di analisi.
In Avete visto Anna? il tema è ambizioso, ma ancora un volta si organizza come un catalogo. Un catalogo che abbia come obiettivo di descrivere che cos'è un bambino, anzi quel bambino (chissà se in chiave polemica?), o più precisamente quella bambina.
Questo a parole, ma nel nocciolo di senso del libro, la cosa che colpisce è la sineddotica volontà di andare a fondo sul concetto di 'infanzia', attraverso un singolo esemplare: Anna.


In questo senso, a ogni domanda degli interlocutori in cerca di Anna, domande il più possibile oggettive - Come è fatta? Corre o va piano? Cosa fa? Ma è grande o piccola? - la madre trova risposte che vanno in direzione opposta e contraria all'oggettività. Dà risposte articolate, apparentemente contraddittorie, spesso meravigliosamente ambigue, ma sempre piene di emotività. E così Anna diventa unica e inimitabile.
Anna sa essere grande quando si apre tutta, ma quando si chiude diventa piccola che sta in una scatola.
Com'è Anna? In lei tutto può cambiare: sa essere dura e morbida, si agita e si accende, ma sa star ferma a guardare le formiche. Alle volte è appiccicosa, altre ha le spine per tenerti a distanza...


Questo è Anna, bandiera dell'infanzia.
Sul catalogo sembra concentrata anche una rinnovata Carrer con i pennarelli in mano sui suoi amati fogli millimetrati, a righe, a quadretti o di computisteria. Le pagine più felici sono quelle corali, che sono molte. Il tratto che al principio sembra voler alludere a un disegno infantile (ovviamente la sensibilità per la pagina è quella di una grande artista), matura in alcuni momenti e diventa rapido e impreciso per creare profondità e spessore dei volumi, molto maturi e quindi lontani dai disegni di un bambino. 



Felice la soluzione scelta per la pagina con la gente che chiama a distesa il nome di Anna. Mi pare che il registro scelto qui si allontani dalle soluzioni un po' cerebrali che avevano distinto Come funziona la maestra. Qui mi pare di cogliere una Carrer davvero nuova e felicemente più...chiara.

Carla

Noterella al margine. Un plauso va fatto alla cura minuziosa del linguaggio. Mai casuale, al contrario musicale. Sempre. Un piacere leggerlo a voce alta.



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