venerdì 15 dicembre 2017

ECCEZION FATTA!


 DI RAGAZZE E DI SCIENZA


In una fiera rinnovata e affollata, si è svolta una piccola tavola rotonda che riguardava il tema, negli ultimi tempi ricorrente, della divulgazione nell'editoria per ragazzi.
Presenti, insieme a me, Claudia Bianchi, Vichi de Marchi, Teresa Porcella e Nadia Terranova.
Ci sono stati alcuni punti su cui si è innescato il dibattito, che provo a sintetizzare così:
  1. L'editoria per ragazzi ha perso attenzione nei confronti della divulgazione scientifica?
  2. Si è davvero innalzato il livello della produzione editoriale e quali sono le sperimentazioni più interessanti?
  3. Esiste una specificità nel rapporto fra scienza e ragazze? Esistono realmente differenze di genere in questo ambito?
Quanto al primo punto, credo sia necessario fare chiarezza. E' un dato di fatto che, rispetto agli anni 80/90, alcune collane siano scomparse, senza essere sostituite da nulla di equivalente: sono scomparse le trattazioni enciclopediche, le grandi collane a volumi monografici, i grandi repertori fotografici, nonché collane minori di editori d'avanguardia come E.Elle. Si è perso soprattutto qualsiasi progetto che avesse una visione d'insieme, mentre alcuni grandi editori si sono accontentati di ristampare all'infinito, con poche modifiche, testi ormai superati; questo spiega perché al momento ci siano così grandi lacune nella trattazione divulgativa. E' come se tutti gli editori si concentrassero sugli argomenti di maggiore fruibilità commerciale, con le debite notevoli eccezioni, a cominciare dall'eroica, e premiata, Editoriale Scienza.
Questo non significa che non ci siano innovazione e sperimentazioni validissime, ma solo che la produzione è a macchia di leopardo, con picchi di elevata qualità e scarsa inventiva per quella produzione 'media' di cui c'è un grandissimo bisogno.

Il punto due. Bisogna fare una premessa: le curiosità dei bambini e delle bambine non hanno limiti, siamo noi adulti spesso a decidere se un argomento 'non è adatto'. Col crescere, gli interessi si definiscono meglio, ma questo non significa che il campo della ricerca potenziale sia limitato. La possibilità di sperimentazione in campo editoriale potrebbe essere enorme, mentre buona parte dell'innovazione riguarda l'uso dell'illustrazione, la funzione delle immagini disegnate; molto apprezzato, ma legato a una fascia d'età limitata, lo sconfinamento verso la narrazione e l'albo illustrato, mentre la pregevole produzione a livello biografico non può sostituire una trattazione più organica in campo storico. Va anche sottolineato che talvolta, proprio in alcuni editori d'avanguardia, siano presenti sciatterie ed errori che sarebbero facilmente evitabili con una maggior cura editoriale. Come lo spieghiamo? L'intelligenza di bambini e bambine andrebbe maggiormente rispettata.

Il punto tre. Allargherei il discorso verso una 'questione sociale' che tendiamo a ignorare. Se date un'occhiata al rapporto 2018 di Save the Children sull'infanzia in Italia, in relazione all'istituzione scolastica, non potete non constatare che si allarga l'area di povertà, soprattutto nel Meridione; nell'indagine Pisa del 2015 si riscontra che un alunno su 4, parliamo di ragazzi di 15 anni, non ha sufficienti competenze matematiche. Sempre secondo questo rapporto un quindicenne su due, appartenente agli strati di popolazione più poveri, non ha sufficienti competenze linguistiche, con un gap enorme rispetto a ragazzi cresciuti in ambiente benestante. E la scuola fatica a contrastare queste differenze.
Questa premessa è necessaria se si vuole inquadrare lo specifico delle bambine e la scienza: dopo venti anni 'regressivi' non possiamo che pagare lo scotto di un parziale arretramento, a livello generale, quindi non nelle famiglie informate, colte e con disponibilità economiche, sul tema delle differenze di genere. C'è, quindi, un sovrapporsi di difficoltà, che riguardano sia il ritardo culturale che investe alcune aree del Paese, sia una certa diffidenza rispetto alle materie scientifiche, che un retaggio 'antico' che considera, anche con il maggior affetto possibile, le ragazze inadatte a svolgere determinati ruoli. Dispiace constatarlo, ma sì, esistono ancora persone che, convinte del proprio pensiero, affermano che l'astronomia è 'troppo astratta per le ragazze'. E se la scuola non riesce a fare il proprio mestiere, chi spingerà le ragazze verso una maggiore competenza tecnica e scientifica? Non bastano, anche se aiutano, le belle biografie di scienziate, non basta l'enfasi sulle bambine ribelli o sulle donne di successo. Ci vuole un grande lavoro che abbracci tutta la società a partire dalla scuola, ma ciascuna di noi, nel proprio ruolo, deve prendere seriamente questo discorso.


Ho assistito con emozione, durante l'ultimo Festival di Internazionale di Ferrara, a un incontro con Angela Davis, leader del movimento nero degli anni Sessanta in America. Lei ci ha detto, con un grande sorriso, che questo è un bel momento per i più giovani. Per lottare. 
Svegliatevi, ragazze. Svegliamoci tutti e tutte.

Eleonora

“Atlante dell'infanzia a rischio. Lettera alla scuola”, Save the Children Italia, Treccani 2017


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