mercoledì 4 luglio 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


COME QUALMENTE...


Le avventure di Pantagruele, Maristella Bellosta, Chiara Tronchin
Ortica Editrice 2018

NARRATIVA PER MEDI (dai 7 anni)

"A parte il nome, ero come tutti gli altri bambini del mondo: bevevo mangiavo e dormivo e bevevo, dormivo bevevo e mangiavo. Mi rotolavo nel fango, mi sporcavo la faccia, facevo pipì addosso, me la facevo sotto, mi soffiavo il naso nelle maniche, scoppiettavo dal didietro, mi sbrodolavo mangiando, facevo rutti a rombo di tuono, mi scaccolavo con impegno, saltavo di palo in frasca....."

Una seconda cosa lo distingue da tutti gli altri bambini: essendo figlio del Gigante Gargantua, Pantagruele è gigantesco a sua volta. Per il resto, la sua infanzia è quella normale di figlio di re. Seguendo l'insegnamento di un vecchio maestro di suo padre, il monaco Gianni, Pantagruele cresce pieno di curiosità. Ed è per questo che, finite le scuole, decide di andare in giro per il mondo per un anno. Come compagno ha Tokei (abbreviazione di Tutto ok e alter ego di Panurgo), povero in canna, sudicio, ma altrettanto intraprendente e tagliente. Insieme esplorano il l'Isola del Vento, attraversano le terra degli animali fantastici fino ad arrivare al paese degli invisibili. E poi e poi e poi...paese delle parole congelate. Sempre e inesorabilmente sulle orme del vero Pantagruele, quello di Rabelais.

Libertariamente tratto, così si legge nel colophon, da Gargantua e Pantagruele di François Rabelais (in realtà principalmente dal secondo libro). Queste due circostanze, il libertariamente, e Rabelais, hanno fatto sì che la curiosità si accendesse su un libro difficile da trovare sugli scaffali delle librerie. Una passionaccia per l'epopea fantastica in cinque volumi di questa schiatta di giganti, esagerati in tutto, e dall'altra quell'avverbio che mi riporta indietro di quarant'anni quando a militare tra libertari c'ero anche io.
Scritto con un certo garbo, questo libretto ha il pregio di restituire alcuni aromi del grandissimo Rabelais cinquecentesco. Il primo dei quali è il gusto per l'elencazione, per l'esagerazione in crescendo.
Maestro incontrastato di un modo di fare satira che corre lungo il filo dell'assurdo, Rabelais è stato capace di inserirsi nella tradizione rinascimentale di Pulci e Folengo per quanto riguarda il tema, il mondo di queste creature smisurate, ma nello stesso tempo di distaccarsene per una ricerca più introspettiva dei suoi personaggi. Attraverso il loro modo di leggere il mondo si arriva a concludere che quella che sembra una 'semplice' epopea goliardica, nasconde una velata (e neanche troppo, visto che il libro è stato messo all'indice) critica alla società del tempo, in particolare a certi modi di 'fare scuola'. Il maestro Gianni che si ritrova puntuale anche in questa versione per bambini continua a costituire un nodo importante, un vero e proprio perno intorno a quale tutto ruota.
Senza alcuna velleità di confronto con l'originale, è ovvio, queste Avventure di Pantagruel (peraltro non le prime se si tiene conto del libro I giganti di Sofia Gallo del 1999) mantengono il gusto per l'esagerazione e nel contempo per il gioco di parole, il guizzo ironico e la vena 'assurda' di certi ragionamenti: tutte caratteristiche rabelisiane che calzano alla perfezione in un libro per ragazzini alle prime letture in autonomia.
Non c'è che da gioirne, visto il panorama piuttosto povero di proposte di buon artigianato dell'editoria italiana pensata per lettori e lettrici dei primi anni delle elementari.
Un altro pregio di questo piccolo omaggio a Rabelais sta nell'aver contribuito a riaccendere l'interesse  su un libro, anzi cinque, Le avventure di Gargantua e Pantagruele, che merita di essere letto e riletto mille volte con la sicurezza di non annoiarsi mai.
Provare per credere.

Carla

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