venerdì 31 agosto 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


TRA CUORE E GOLA
 
Viaggia verso Poesie nelle tasche dei jeans
Chiara Carminati Pia Valentinis
Bompiani 2018


POESIA

"SILENZIO

Corpo a corpo
ho lottato con le parole
le ho pressate piegate distese
schiena a terra
le ho attese
in lentissimi agguati le ho
avvinghiate con furia e confuse
tra loro roventi ma poi
eccole chiuse
tra cuore e gola
niente da dire
c'è da sentire
solo il

."

Si chiude così Viaggia verso: poesie nelle tasche dei jeans.
Che alluda al silenzio che conclude il bellissimo lavoro di una poetessa, che alluda al silenzio di chiunque non sia in grado di dare voce al proprio discorso, che alluda al silenzio, altrettanto bello, che si ha quando le parole sono finite (e il libro si chiude) poco importa. La grandezza della poesia sta in questo: nell'essere capace di accendere i 'fuochi' personali che ognuno cova per sé. Tanto più la poesia è buona tanto più la linea di confine tra l'intenzione e interpretazione può dilatarsi.
Questo è per dire che la poesia è per tutti. È di tutti.


Tuttavia alcuni punti fermi cui Chiara Carminati, come un ragno, àncora la propria tessitura per catturare un lettore ideale sono visibili e condivisibili.
Si può partire dal primo, quei jeans e quelle tasche del titolo. I jeans e le tasche sono metafora di un tempo, di un'età, ma soprattutto di un modo di stare al mondo. Non riguardano l'infanzia, ma piuttosto l'età dell'indipendenza, del distacco, della misura di sé. I primi jeans li indossano creature in crescita che si confrontano con la necessità di provare a stare sulle proprie gambe.
E le tasche rimandano a quelle degli 'anni in tasca'.
La Carminati così si incammina in quella direzione ed esplora il territorio e avvisa i propri lettori: sto parlando di voi, ragazzi e ragazze. Di voi, a voi che la poesia vi hanno insegnato a temerla se non addirittura a odiarla (Perché odio la poesia).
A conferma che i jeans e le tasche, così come le parole 'viaggio' e 'verso' (quest'ultima nella geniale doppia accezione di preposizione e di sostantivo: una 'carminata'!) alludano a una strada da fare e quindi a una meta da raggiungere, si evidenziano altri ancoraggi della sua tela intorno all'adolescenza.
Il primo: la fragilità. È l'insicurezza di sé, di fronte all'altro, di fronte al gruppo: ovvero la sensazione di essere diversi, di non essere capiti, di non essere all'altezza, di non essere visti o ricordati, di essere giudicati (Dov'è il trucco?, Vicky chi?, Ho rotto lo specchio, Compagni, Però piove)

Ciuffo in alto
sguardo in basso
mi nascondo quando posso
mi confondo quando passo...


Il secondo: la potenza. Opposto al precedente, è la fierezza di sé, di fronte all'altro, di fronte al gruppo: ovvero la volontà di essere se stessi, diversi, la certezza di essere all'altezza, di essere apprezzati, visti o ricordati (Buoni propositi, Persona Mancante, Escluso, Bici)

...Ciuffo in basso
sguardo altero
punto il mondo come un faro
pelle azzurra smalto nero

Il terzo: le metamorfosi. È la consapevolezza o la sensazione di incarnare un 'altrove', di essere in mezzo al guado, di aver lasciato indietro qualcosa e di avere davanti qualcos'altro (Cresco non cresco, Sono non sono, Due di tutti, Ci sono giorni)
E in mezzo
in bilico
tra prima e poi
ci siamo noi

Il quarto: la 'rete' di protezione. Quel luogo virtuale di relazioni virtuali qui trova spessore nel tentativo di andare al di là di se stesso per ridare ai rapporti umani corpo, forma e soprattutto anima (Nickname, Nati digitali, Chat sciatt)

E non so dove
cliccare
per dire
'mi dispiace'.


Il quinto: l'amicizia tra farfalle (Souvenir, Happy hours, Tradimento, Amiche di classe). Quell'amicizia effimera, che basta un nulla per sovvertirla e trasformarla in dispetto, antipatia. Un mondo che, con Chiara Carminati definirei, senza dubbio, tutto femminile.

Il sesto: l'amore, in discesa e in salita. Nelle sue molteplici espressioni: quello che crea scompiglio, quello che si impasta con la timidezza, quello che fa affondare, quello che fa litigare, quello che è per sempre, forse (Tu eri dentro, io ero fuori, Falling in love, Litighiamo, Il resto, Serratura rotta)

PRIMO AMORE
Ti
mi
do

Con più di sei punti di attacco si ha già una tela di ragno ben solida e bellissima a vedersi. Ed è proprio di questa bellezza che non si può tacere. Chiara Carminati e Pia Valentinis in bianco e nero (amiche profonde, niente farfalle) incidono sulla pagina con i loro rispettivi codici, condividendo leggerezza di segno, ironia, capacità di tenere vigile l'orecchio e l'occhio con meravigliosi 'duetti' sul senso (o sensi) di immagini e testo.
Tessitura e tela hanno segnato il principio di questa interminabile riflessione che sarebbe bello concludere, per assurdo, con un punto di partenza - nel senso letterale del termine (d'altronde ogni tela di ragno comincia da un punto). Il primo punto che si fa, cucendo, e che segna l'avvio del percorso di un filo. Quale sarà il suo tragitto non è dato sapere in anticipo, ma di certo a questo filo per andare avanti 'fa bene' un nodo fermo da cui iniziare.
Il senso di ciò vale per tutti. È di tutti.


E anche questo cerchio mi pare chiuso.

Carla

NOTERELLA AL MARGINE. Purtroppo non è superfluo ribadire che un libro del genere dovrebbe entrare nelle tasche di tutti quegli adulti che per professione o per passione abbiano a cuore la formazione della persona. Anche la propria.
La poesia si riconferma necessaria.




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