venerdì 19 ottobre 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


TROPPO BREVE

Troppo opposti, Max Dalton
Il Castoro 2018


ILLUSTRATI

"Troppo caldo troppo freddo. Troppo grande troppo piccolo. Troppo lungo troppo corto. Troppo su troppo giù. Troppo tardi troppo presto. Troppo lontano troppo vicino."

In un libretto quadrato si avvicendano diciannove coppie di opposti.
Dov'è la novità? Non sarà il primo e nemmeno l'ultimo dei libri da mettere in mano ai più piccoli per farli giocare sulla relazione tra due caratteri tra loro contrari.


Eppure. Eppure qui c'è qualcosa in più. A partire dal titolo che, per una volta almeno, in italiano sembra funzionare meglio che in inglese dove l'assonanza interna si perde in Extreme Opposites.
Il primo scatto verso l'alto questo libro lo fa in quel 'troppo' che mette in allerta il lettore poco poco smaliziato. Come a dire che gli opposti che si snocciolano pagina dopo pagina non sono affatto gli opposti di sempre, ma portano in sé qualcosa di esagerato, di al di sopra delle righe.
E puntualmente accade.
Per intenderci, il caldo non è quello di una stufa accesa o di un solleone al mare, ma è il fuoco che un drago sputa contro il cavaliere in fuga. E sebbene il libro non abbia narrazione, quel 'troppo caldo' scritto a lettere cubitali potrebbe benissimo essere l'affermazione esasperata del suddetto cavaliere che, nel darsela a gambe, rinuncia a far fuori il drago perché è davvero 'troppo caldo'.
Lo stesso si potrebbe dire per il corrispettivo opposto: il Babbo Natale che, nel suo bagno al polo, sta tendando di ripulirsi e invece viene sommerso da una gragnuola di cubetti di ghiaccio sputati dalla cipolla della doccia.
Ed ecco il secondo scatto del libro: il contesto. 


Per ciascuno di questi esagerati opposti Max Dalton attinge a un repertorio di soggetti sofisticato, sottile e raffinato (la cui bellezza si coglie soffermando il pensiero su ciò che l'occhio vede), mai prevedibile e soprattutto senza scampo. Davvero non è possibile immaginare il troppo piccolo, più piccolo di così o il troppo giù, più in basso di così. 


Diavoli per il troppo giù, la cagnetta Laika per il troppo lontano, il troppo alto per il settimo nano non nano, il troppo basso per il principe di Raperonzolo, il troppo asciutto per l'arca, il troppo chiaro per Dracula. E così via andare.
È il terzo scatto deriva dalla vena di ironica crudeltà che attraversa in lungo e in largo il libro: primo esempio quello del cane che si tende al massimo ma non raggiunge l'osso perché la catena che lo tiene legato alla cuccia è 'troppo corta'. Lo stesso vale per lo sguardo interrogativo verso il lettore da parte del lottatore di sumo che si trova davanti un avversario piuttosto mingherlino.
O ancora il terrore negli occhi del paziente in sala operatoria quando vede l'equipe chirurgica che consulta le tavole di anatomia perché il suo intervento sembra davvero 'troppo difficile' per loro. Oppure il pirata all'arrembaggio che titilla il veliero da assaltare con la punta del piede perché la distanza che li separa è troppo larga...


Il quarto scatto è, ovviamente, il tipo di segno e la composizione della pagina. Oltre al bianco del fondo e al nero solo altri due colori si alternano : il rosso mattone e il turchese. Da graphic designer, Dalton sa che l'immediatezza è fondamentale e in questa prospettiva utilizza al meglio la relazione tra il disegno e il testo. Quest'ultimo dialoga in modo serrato con il primo, occupandolo (la mela gigante sulla testa del bambino contiene il troppo facile), oppure assecondando il significato di cui è portatore, troppo grasso e troppo magro, o diventa allusivo o entra persino in gioco con il contesto. Ai silenziosi mimi è arrivato in sorte un bambino urlante, 'troppo rumoroso'. E il povero sub...


Tutto questo (e molto altro ancora) segna un evidente plus valore del libro.
D'altronde Max Dalton nel campo della comunicazione visiva è un fuoriclasse e come tale concepisce tutta la sua produzione artistica, affidandosi a quest'ottica così tanto originale.
Se i libri con gli opposti sono attrezzi naturali di allenamento di giovanissime menti, Troppo opposti è una palestra intera in cui tanto i piccoli quanto i grandi possono andare a farsi dei bei muscoli.

 
"Pedagogicamente superiore" lo definisce il suo editore americano e il Wall Street Journal preconizza ininterrotte letture per interminabili giornate e nottate con divertimento diffuso per grandi e piccoli.
Da crederci.

Carla

Noterella al margine. E' uno di quei libri che quando chiudi, pensi...troppo breve.


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