venerdì 9 novembre 2018

FAMMI UNA DOMANDA!


GENI PICCINI


Segnalo una novità rilevante, con qualche mia perplessità. La novità sta in due cartonati, pubblicati da Il Castoro, del fisico americano Chris Ferrie: ‘Relatività generale’ e ‘Ingegneria spaziale’, i primi titoli della nuova collana Baby Scienziati; dunque normali libri di divulgazione? Assolutamente no: l’idea guida di queste pubblicazioni è di rivolgersi ad un pubblico di lettori e lettrici piccoli, molto piccoli, diciamo sotto i cinque anni. A dimostrazione di questo intento spicca, sulla copertina e sul logo della collana, un bel ciuccio.


Se si va sul sito dell’autore,  sono messi in evidenza diversi titoli dello stesso tenore, quindi argomenti di matematica e fisica che possono risultare astrusi a molti adulti, presentati con grande semplicità in agili libretti cartonati. Ma le poche pagine cartonate sono sufficienti a giustificare la fascia d’età indicata?


Vediamoli più da vicino: il più chiaro (!) mi sembra quello dedicato all’ingegneria spaziale, qui i disegni rappresentano i concetti in modo molto intuitivo, anche se non so quanto queste astrazioni siano ‘trattenute’ dalle piccole menti. Più difficile ancora, il testo sulla relatività.


 La didascalia ‘la massa curva lo spazio’, con la bella superficie liscia della pagina è davvero ostica e già mi vedo milioni di domande formarsi e inondare il malcapitato genitore, che il più delle volte non ne sa un granché. Anzi, forse, questa forma così sintetica e intuitiva, si fa per dire, può sollecitare il lettore adulto a farsi un’idea di teorie importanti anche nella vita quotidiana: mamme e papà potranno finalmente spiegare come fa un aereo a volare. 



Qui forse emerge chiaro il dubbio di fondo: è possibile utilizzare questa tipologia di libro per veicolare ai più piccoli concetti che contraddicono l’esperienza materiale che stanno facendo? Posso immaginare delle animazioni, dei modellini tridimensionali, qualcosa che faccia vedere o toccare una rete che si deforma sotto il peso di una pallina, mentre trovo difficile immaginare la trasmissione di questi concetti semplicemente leggendo e guardando le figure. Forse, l’obbiettivo è familiarizzare con alcune parole, massa, curvatura, portanza e così discorrendo, più che lasciare un quadro concettuale astratto; ma anche qui mi vedo davanti agli occhi l’imbarazzo di mamme e papà di fronte al fuoco di fila di domande a bruciapelo, quando magari riemerge un pezzetto di lettura: papà, cos’è un’onda gravitazionale? Un conto è leggere e giocare con un testo, un altro assimilare e fare proprio un linguaggio.
Non ho gli strumenti per valutarlo dal punto di vista pedagogico, ma credo ci sia un fraintendimento di fondo nella concezione di questi libri. Se da una parte vanno nella giusta direzione, cioè non mentire al bambino, non raccontare il mondo in modo deformato o erroneo per fornire risposte ‘facili’, trovo forse inadeguato lo strumento, una tipologia di libro che non utilizza i tantissimi mezzi tecnici a disposizione, penso alle animazioni di vario genere, che possano maggiormente colpire l’immaginazione di bambine e bambini. E’ comunque una sperimentazione interessante, forse una delle più ardite degli ultimi tempi, e credo che l’unico modo per verificarne l’efficacia sia testarla con i diretti interessati.

Eleonora

“Relatività generale” e “Ingegneria Spaziale”, C. Ferrie, Il Castoro 2018

Nessun commento:

Posta un commento