lunedì 3 dicembre 2018

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


IL PALCOSCENICO DELLA VITA




O meglio, del tempo che passa. Così sembra essere il tema del nuovo albo firmato da Icinori, coppia di autori composta da Raphaël Urwiller e Mayumi Otero, dal titolo ‘E poi’, pubblicato da Orecchio Acerbo. Questo palcoscenico, con le sue quinte cangianti, vede moltiplicarsi gli attori, su tutti gli uomini-attrezzo che si affannano mese per mese a cambiare lo scenario, come se la vita che vediamo non fosse altro che una rappresentazione.


Le diverse immagini rappresentano una sequenza, in cui lo scenario cambia e i singoli personaggi perseguono i propri fini, qualche volta evidenti, altre volte più enigmatici. C’è una prima tavola, idilliaca, con una foresta lussureggiante e qua e là si vedono spuntare le teste degli uomini-attrezzo; poi si susseguono i mesi, e questi indaffaratissimi personaggi, come fossero tecnici di scena, tolgono tappeti, spostano quinte, mentre la maggior parte degli altri personaggi prosegue la propria vita, o la sua rappresentazione, come nulla fosse. 




Dalla quarta tavola, il mese di novembre, compaiono nuovi interessanti personaggi: una Venere vestita che sorge da un lago che sta per essere sostituito, e una coppia di sciatori, che seguiremo nella loro fuga anche nelle tavole successive, inseguiti da uno yeti gigantesco. Nel frattempo, gli operosi uomini-attrezzo hanno modificato lo scenario, che ora è spoglio, ma, si potrebbe dire, siamo in pieno inverno. 


Ma non è così: con l’avanzare della primavera, spariscono gli ultimi alberi, ma, sappiatelo, gli sciatori, arrivati a valle sono sempre inseguiti dallo yeti. Con il passare del tempo, anche la montagna viene spostata e il fondale sostituito da uno nuovo, una stazione con le rotaie in primo piano e la povera pianta-cigno che viene sradicata senza pietà. Ora siamo in piena estate, tutti i personaggi sono radunati sulla banchina, per salire poi sul treno. Nell’ultima tavola, gli uomini-attrezzo guardano l’orizzonte. E poi?


Beh, da tutto quanto vi ho raccontato fin qui si comprende come questo albo sia una strepitosa matrice di storie. Non c’è personaggio, situazione, sequenza che si rincorre da una pagina all’altra che non consenta, anzi che non inviti a ‘ricamarci’ su, a inventare il senso e lo sviluppo dai molteplici esiti diversi. Chi sono questi uomini-attrezzo, perché si danno tanto da fare, sono loro a decidere il corso del tempo o qualcuno li dirige? E tutti i personaggi, grandi e piccolissimi, che sembrano sempre sapere esattamente cosa fare, che stanno facendo in realtà, perché sono lì?


A volerlo fare, si può intendere questo albo come una descrizione della vacuità delle azioni umane e della loro potenza distruttrice, ammesso che di uomini effettivamente stiamo parlando. Ma non credo sia questo il senso e lo scopo dell’albo, che sicuramente racconta una concatenazione di eventi lungo una precisa scansione temporale, ma lo fa con una virtuosistica ricerca del dettaglio in una composizione che gioca con l’assurdo, seminando indizi qua e là. E ciascuno è libero di trarne le lezioni che vuole.


In tutto questo, non si può non sottolineare non solo la sapienza del disegno, nitido e chiaro, ma anche l’uso del colore, una gamma cromatica fatta di grandi campiture intense, calde, all’inizio con la foresta, per lasciare il posto al freddo azzurro, con pochi contrasti, che sottolineano l’individualità dei personaggi. Tavole di grande impatto visivo, che confermano l’indiscutibile livello tecnico degli autori.
Difficile immaginare una fascia d’età per questo albo, godibile com’è a livelli diversi, seguendo le storie o cercando significati. Direi che può essere un bel regalo di Natale per bambine e bambini a partire dai sei anni, ma anche una raffinata strenna per chi apprezza l’arte dell’illustrazione.

Eleonora


“E poi”, Icinori, Orecchio Acerbo 2018



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