lunedì 17 dicembre 2018

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


IL POTERE DELLA LETTURA


Alec è un ragazzino intelligente, ma il suo rendimento scolastico non soddisfa i genitori; la causa del suo scarso impegno sta nel fatto che passa buona parte del tempo, anche a scuola, a leggere.
Tra l’altro, facendo il tempo pieno, deve frequentare uno dei tanti corsi che la scuola propone nelle ore pomeridiane. Alec ha un’idea geniale : fondare un proprio club, che non dichiari esplicitamente l’obbiettivo di fondo: essere lasciato in pace per leggere quanto e cosa vuole. Per tenere alla larga eventuali scocciatori, pensa a un nome che sia proprio respingente: Club dei Perdenti.
Ma, come è facile immaginare, le cose non vanno esattamente come il protagonista ha immaginato. Il club, fondato da lui e dalla sua amica Nina, si allarga progressivamente, poiché, si sa, il potere della lettura contagia facilmente molte persone: si aggiungono via via altri ragazzini e ragazzine, aumentando imprevedibilmente la popolarità di Alec, fino al trionfo finale.
Naturalmente, a questo filo narrativo principale se ne intrecciano altri: il conflitto con l’amico/nemico Kent, che è il suo esatto contraltare, un atleta prepotente che lo prende in giro sistematicamente; c’è l’amicizia per Nina, che scivola via via verso un sentimento a lui sconosciuto; ci sono i rapporti familiari. Ed è questa capacità di costruire un quadro d’insieme efficace che salva il romanzo dal cadere nella facile retorica: i libri che salvano la vita e costruiscono idilliache comunità di lettori.
La capacità di costruire un romanzo corale, in cui tutti i personaggi sono descritti accuratamente, non è l’unico pregio: lo stile scanzonato, ironico, rende le situazioni e i personaggi credibili; dal fratello minore ‘nerd’, allo stesso Kent, che potrebbe diventare un vero bullo, ma non lo farà. Il mondo della scuola appare come un meccanismo perfetto che esclude le varianti; un ragazzino che legge troppo è un problema da gestire ed è curioso l’affanno con cui gli insegnanti si applicano per non far leggere questo alunno stravagante.
Non ultimo merito, la carrellata di testi che costituiscono una sorta di colonna sonora della narrazione: ed è interessante anche la scelta dei testi, che vanno da ‘La tela di Carlotta’ a Sendak, da Harry Potter a Ray Bradbury, da ‘Buchi nel deserto’ a ‘Nelle terre selvagge’, in assoluto il più amato.
Qui c’è, secondo me, la giusta considerazione della dimensione onnivora della lettura giovanile, fatta di scorribande in territori diversissimi, di passioni assolute, destinate a dissolversi nel giro di qualche anno; questa assenza di criteri critici in realtà è un passaggio necessario, in cui si accumulano esperienze, alcune legate all’infanzia, altre alla ricerca di nuovi orizzonti.
Leggere, in questo romanzo, è un passatempo, una terapia, una costruzione di legami personali. Certo, non ritroviamo qui le atmosfere misteriose e il fascino de ‘Il libro selvaggio’, ma è comunque una lettura che consiglierei a lettrici e lettori ‘riluttanti’, che magari contano il numero di pagine prima di scegliere un libro, a partire dai dodici anni.

Eleonora

“Il club dei perdenti”, A. Clements, Rizzoli 2018


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