lunedì 10 dicembre 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


OH, COM'E' BELLO JANOSCH!

Ti curo io, disse Piccolo Orso, Janosch (trad. Valentina Vignoli)
#Logosedizioni 2018



ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)

"Quella notte Piccolo Orso dormì vicino a Piccolo Tigre, per aiutarlo a guarire. L'indomani Piccolo Tigre si sentì un po' meglio, e poterono togliere la fasciatura.
Ma poi su sentì un po' peggio, perché voleva andare subito all'ospedale degli animali."

Piccolo Tigre è caduto. È caduto malato. Fortunatamente il suo caro amico se ne prende cura: lo porta a casa, lo benda e dorme con lui. La malattia di Piccolo Tigre però è oscillante e un po' sta peggio e un po' sta meglio. Di solito migliora quando qualcuno gli fa visita o gli prepara cose buone da mangiare, mentre peggiora quando si sente un po' solo. E così capita che assieme a Piccolo Orso ora sono in tanti a prendersi cura di Piccolo Tigre e il corteo che lo accompagna all'Ospedale degli Animali è lunghissimo. 


Arrivati all'ospedale, però, bisogna sottostare a certe regole: camicia da notte pulita e bel bagno profumato. E poi punturina, sogno blu e fine dell'operazione. In un batter d'occhio Piccolo Tigre viene operato e rimesso in salute per poter tornare a casa dove Piccolo Orso gli preparerà finalmente il suo piatto preferito : trota salterina con salsa alle mandorle e pangrattato. Forse.

Nella collana La biblioteca della Ciopi arriva un titolo imperdibile di Janosch.
Recuperato dal catalogo AER, viene ripubblicato quello che allora si intitolava Ti guarisco io, disse l'Orsetto.
Dopo aver sorriso di tenerezza leggendo Oh, come è bella Panama! (Kalandraka 2013) e aver capito la bella amicizia che lega questi due personaggi dalle fattezze di morbidi pupazzi, che -per ingenuità e per gusto dell'assurdo- ricordano il loro predecessore Winnie Puh, orsacchiotto con poco cervello, ai lettori più piccoli si può suggerire la lettura di un'altra bella storia che può considerarsi un classico. Se lì c'era l'avventura qui c'è la cura. 
Considerata una cifra di Janosch, compare anche qui la c.d. Tigerente, Tigranatra, ovvero quell'anatra (Ente) di legno con rotelle che è dipinta a righe come il manto della tigre (Tiger) e che non ha mai meritato neanche un riga di testo, ma ciò nonostante rappresenta una costante presenza muta, dialogante con le azioni dei due protagonisti principali.
In un panorama piuttosto arido di testi brevi e molto illustrati per lettori giovanissimi e alle prime armi, questa uscita è da segnalare necessariamente. Non solo perché è una storia bella, ma anche perché rappresenta una palestra per allenare lo sguardo all'attenzione e la testa all'ironia. 


Letteralmente farcite di piccoli dettagli extravaganti - il fungo pendente, i soggetti dei quadretti alle pareti, l'anatra spennata nella stanza d'ospedale - le tavole di Janosch sono nel contempo quanto di più tradizionale e quanto di più stravagante ci sia nella composizione generale. Questa attenzione a scrivere storie tra loro parallele e speculari dà gusto al lettore ma soprattutto dà profondità alla questione, come se ci fosse un'eco.
E qual è la questione? La cura, e non solamente da intendersi in senso stretto, ma anche come accudimento di una relazione di affetto reciproco. 



'Adesso chiedi pure il tuo piatto preferito', disse Piccolo Orso una volta arrivati a casa 'e io te lo cucinerò'. 'Trota salterina con salsa alle mandorle e pangrattato', esclamò Piccolo Tigre. 'Dinne un altro', ribatté Piccolo Orso. 'Pasta all'uovo con salsa alle mandorle e pangrattato', disse Piccolo Tigre. 'Un altro ancora' disse Piccolo Orso, di' zuppa! Ma certo è proprio quello che volevo dire! In questo breve scambio di battute si racchiude un po' il senso della relazione che lega Orsetto a Tigre, ma a ben vedere, che tiene insieme l'intero gruppo di animali. Si tratta del desiderio di andare incontro all'altro, con la consapevolezza di poter rinunciare senza sforzo a qualcosa di sé, per la felicità altrui.
Che di questi tempi...

Carla

Noterella al margine: non leggibilissimo il font, non curata come avrebbe meritato la confezione.

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