mercoledì 22 maggio 2019

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


NONOSTANTE TUTTO

La ballata del naso rotto, Arne Svingen (trad. Lucia Barni)
La Nuova Frontiera Junior, 2019


NARRATIVA per GRANDI (dagli 11 anni)

"Il bello della vita è che non sai mai cosa succederà, un po' come se ogni giorno fosse un regalo: scartalo e vedi cosa c'è dentro. Mi serve solo un po' più di ossigeno prima di entrare nel cortile della scuola. Non si può mica essere sempre allegri per tutto, nella vita."

Nella vita di Bart (in onore di quel Bart che tutti conoscono: Bart Simpson) le cose per cui non essere allegri sono un certo numero, ma lui è un ragazzino che dalla vita sa sempre cogliere anche quel poco di buono che pare offrirgli.
Nelle sue ore di scuola, Bart galleggia in una apparente calma piatta: di norma i prepotenti lo ignorano. Studia il giusto per non essere preso di mira dai professori.
Quando non è a scuola, è a casa - minuscola, disordinata e in un palazzo piuttosto degradato. Lì condivide l'unica stanza con sua madre, della quale si prende cura con amore e dedizione.
Quando non è né a scuola, né a casa, vuol dire che è in palestra. Sta imparando a boxare, ma senza grande esito. Troppi pochi muscoli e troppa poca cattiveria nel tirare pugni. Ha una discreta guardia e un'infinita ammirazione per Muhammad Ali e non vuole deludere sua madre che lo ha iscritto lì perché il suo bambino deve imparare a difendersi.
Quando cammina da solo (quasi sempre), quando è a casa da solo (molto spesso) Bart dà spazio alla sua grande passione: il canto. Ma non quello che ogni adolescente ascolta, ma il bel canto, la lirica. Per strada si sfonda le orecchie con i tenori, a casa si esercita, chiuso nel bagno davanti allo specchio. Impensabile esibirsi davanti a chiunque.
Queste sono le sue routine che vengono interrotte rispettivamente da: Ada, la sua amica di scuola che non sa mantenere i segreti e che lo caccia in diversi guai; dalla sua amatissima mamma che non riesce a darsi una regolata e che lo caccia in diversi guai; dal suo vicino di casa tossico, Geir, che nei diversi guai ci si caccia da solo. Unico punto di riferimento, la nonna. E un forse padre all'orizzonte.

In linea con un progetto editoriale coerente, che ha come zona di scandaglio la narrativa nordeuropea, si inserisce questo ultimo titolo di provenienza norvegese. Non il più felice tra tutti, irraggiungibili sono Hotel Grande A e Come ho scritto un libro per caso, ciò nonostante La ballata del naso rotto è capace di non scivolare, se non di rado, nel convenzionale, nel prevedibile, nello stereotipo o nell'inverosimile.
A parte l'originale paradosso nel mettere insieme la boxe e la lirica, che genera un bel po' di scintille narrative, il tono generale invece si stabilizza su una certa moderazione, la mediocritas di cui parla Orazio. Lontano dagli eccessi, Svingen è capace con il suo tono pacato e sottilmente speranzoso, di rendere il contesto, spesso e volentieri duro, tutto sommato percorribile senza troppi danni anche da un ragazzino di dodici anni. Lontano dagli accessi, Bart quindi non è il classico 'sfigato', lasciato ai margini della classe, anche se non gli vengono risparmiate una serie di angherie dall'arrogante di turno. Non è completamente solo, anzi ha addirittura una compagna di banco, amica affettuosa, sebbene un po' troppo chiacchierona. Può contare su una nonna un po' ruvida ma assidua, molto meno può fare affidamento su sua madre, alcolizzata e obesa, sebbene lei, nelle sue tante fragilità, lo ami sopra ogni cosa. Non è un ragazzino senza speranze, da recuperare a fine romanzo; al contrario fin dal principio lui è capace di coltivare delle passioni e un un sogno, quello di cantare e quello di ritrovare suo padre.
Bart, nonostante tutto, cerca il più possibile di andare dritto per la sua strada e, sebbene all'apparenza possa apparire un codardo, in verità ha coraggio da vendere. Questo lo rende immediatamente simpatico ai suoi lettori che non possono non dimostrarsi empatici nei suoi riguardi e fare il tifo per lui.
Sempre, fino all'ultima riga.

Carla

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