mercoledì 24 luglio 2019

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)


LE DIVERSE FORME DELL’AVVENTURA

Avrei dovuto dire, i diversi modi di raccontare l’avventura, perché il filo del discorso che seguirà è proprio mettere a confronto due approcci in realtà piuttosto diversi al riscoperto (evviva!) genere del racconto avventuroso.
Il progetto editoriale dei Libri Corsari risale a quasi un anno fa, a opera dell’editore Solferino, che si era affacciato nel mondo dell’editoria per ragazzi proprio con questa collana.


Qui vorrei mettere a confronto due storie, una firmata da Giuseppe Festa, ‘Hiro delle scimmie’, l’altra da Piedomenico Baccalario, che è anche curatore di collana, dal titolo ‘In viaggio con lo zar’.


Il primo è solidamente calato nel presente, non solo per l’ambientazione contemporanea, ma anche per l’aggancio a tematiche forti del nostro presente, come lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali e la conservazione della fauna selvatica in Africa. Tutto questo in meno di 90 pagine? Naturalmente si, e tutto sommato senza nulla togliere ad una storia avvincente, che racconta di un giovane ricercatore che sostituisce il suo Maestro, morto in circostanze misteriose in Congo, mentre era intento a studiare una popolazione di scimpanzé. Hiro, il giovane protagonista, si trova solo a combattere contro i loschi traffici di una compagnia mineraria, alla ricerca dei preziosi materiali che fanno funzionare i nostri cellulari, cercando di salvare l’habitat naturale delle grandi scimmie. E’ evidente il riferimento al lavoro sul campo delle grandi scienziate Jane Goodall e Dian Fossey, e forse un personaggio femminile ci sarebbe stato bene, e alla lotta che hanno condotto in difesa dei primati da loro studiati.
Tematiche attuali e una rappresentazione delle contraddizioni della nostra civiltà che potrebbero interessare lettori e lettrici anche di età superiore a quella che si immagina più vicina a queste letture, ovvero oltre i nove dieci anni che rappresentano il lettore/lettrice tipo per questo tipo di collane di narrativa.
Pierdomenico Baccalario ci porta in un passato più recente, all’inizio del ‘900, per essere esatti all’inizio della costruzione della Transiberiana. Le sue atmosfere sembrano essere più direttamente ispirate alla tradizione letteraria: come non sentire qualche eco di ‘Michele Strogoff’? Il protagonista è il giovane allievo di una guida che conosce a menadito ogni angolo della Siberia e a cui viene dato l’ingrato compito di guidare l’erede al trono della famiglia Romanov in un pericoloso viaggio che lo riporti alla civiltà, mentre già si profilano all’orizzonte i bagliori delle rivolte contadine e poi della Rivoluzione d’Ottobre. Il racconto di questo viaggio è denso di atmosfere magiche, di sciamani, di spiriti guida, ma nello stesso tempo c’è un sottotesto importante, che guida il lettore e la lettrice a confrontarsi con l’Etica e la Storia, con il destino che conduce comunque verso un esito non voluto. Il lettore, dunque, si misura con suggestioni che vanno oltre il racconto dell’avventura di un ragazzo, alle soglie di cambiamenti epocali e costretto a svolgervi un ruolo. Il personaggio principale, Jakov, è preso dalla Storia, è colui che eseguì la sentenza di morte nei confronti della famiglia Romanov, immaginato qui giovanissimo in un ruolo opposto.
Dunque, nella diversità di approccio al tema dell’avventura, nella diversità di stili, vi è comunque un’idea di racconto che contiene innumerevoli spunti di riflessione, più espliciti in Festa, più nascosti in Baccalario. Si può raccontare di ragazzi, e ragazze, avventurosi e , nello stesso tempo dire qualcosa sul mondo, porre domande non necessariamente esplicite, non necessariamente indirizzate ad una risposta univoca. Ed è una gran cosa, avere della narrativa accessibile a lettori e lettrici riluttanti che non li costringa alle letture eticamente corrette che solitamente propone la scuola.
Un ultimo accenno alla ’confezione’ di questi libri: ho apprezzato i commenti finali, che sono affidati ad altri autori del team di Book on a tree, e la piccola raffinatezza, e non è l’unica, di porre in copertina, nell’angolo in basso a sinistra, un oggetto significativo del racconto. Ai lettori e alle lettrici il compito di individuarlo.

Eleonora

“Hiro delle scimmie”, G. Festa, Solferino 2019
“In viaggio con lo zar”, P. Baccalario, Solferino 2018



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