mercoledì 23 ottobre 2019

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


DE AGRI COLTURA
ad adele che sa aspettare

Ancora niente? Christian Voltz (trad. Marta Bono)
Kalandraka 2019


ILLUSTRATI PER PICCOLI (da 5 anni)

"Una mattina di buonora, il Signor Louis scavò un'enorme buca nella terra.
In questa enorme buca, il Signor Louis lasciò cadere un piccolo seme pieno di speranze (dal momento che i piccoli semi adorano lasciarsi cadere nella terra). Poi il signor Louis ricoprì l'enorme buca e, con tutte le sue forze, ci saltò sopra per schiacciare schiacciare schiacciare la terra (dal momento che i piccoli semi adorano lasciarsi cadere nella terra ben schiacciata)."

La mossa successiva del Signor Louis fu quella di innaffiare abbondantemente la terra e poi cominciò la lunga attesa. Come spesso accade, il seminatore già nutre grandi speranze nei confronti del seminato.
In agricoltura va così.


Infatti il giorno seguente il Signor Louis è di nuovo lì nel suo terreno a controllare se ci sono state evoluzioni. Nulla di rilevante. Solo un uccello muto lo osserva dall'alto e il terreno è più piatto di del giorno trascorso. E così va anche nel tempo a seguire: nessun segno di vita. Pazienza e comprensione stanno per finire e il Signor Louis decide che basta.


In agricoltura non dovrebbe andar così. Quando anche l'ultima speranza è appassita, ecco che la vita dimostra la sua potenza... e solo chi ha saputo aver pazienza, se la può godere in tutta la sua bellezza.

Correva l'anno 2002, una vita di letture fa, che circolavano in Italia i particolarissimi libri di Christian Voltz. Li pubblicava Arka ed erano piuttosto rari nel loro genere: costruiti visivamente attraverso l'assemblaggio di oggetti di uso comune, possibilmente un po' vecchi e malandati, che diventavano magicamente nasi, occhi, mani, piedi, cappelli, ali, becchi. Tanto fil di ferro usato con la stessa disinvoltura di un matita, frammenti, carte, cordini, stoffe disposti ad arte per dare corpo, nel senso letterale del termine, a omini e donnine e bestie di ogni sorta.
 

Libri che sono - nel contempo - fotografici e illustrati. 
Un'analoga sensibilità, e soprattutto il medesimo registro comico, sembra dimostrare più o meno negli stessi anni un altro grande autore, Gusti, che intorno al 2005 pubblica due piccoli capolavori: Medio Elefante e La mosca.
Amare Gusti è cosa buona e giusta, ma Voltz è un'altra cosa.
Lui riesce a mantenere molto più di qualsiasi altro la qualità 'grafica' di quei buffi assemblaggi di oggetti. Come Gusti e altri è abile nell'uso alternativo degli oggetti, fattore che già rende inevitabilmente comico l'effetto visivo, ma rispetto a loro dimostra una capacità ulteriore di rendere 'disegnati' gli oggetti. E in particolare, con quel fil di ferro, sempre un po' impreciso rispetto alla silhouette di cartoncino bianco con cui costruisce i faccioni, riesce a ottenere effetti esilaranti e inarrivabili per la caratterizzazione espressiva dei suoi personaggi. 
Diventa un marchio inconfondibile.


Tutto questo lavoro sulla materia appoggia su testi che fin dalla nascita denunciano la loro volontà di essere letti ad alta voce. E solo ad alta voce. Le ridondanze diventano ritornelli e in letture condivise, come per incanto, quella che era una voce sola può trasformarsi in coro (di ascoltatori che hanno mangiato la foglia...).
Ma ancora più in profondità, come il fagiolo piantato dal signor Louis, cresce il senso ultimo dell'intera vicenda che, come lui, produce qualcosa di inaspettato, di raro e bello. Sul finale.


Chi ha voglia di coglierlo, lo faccia per tempo.

Carla

Noterella (lunga) al margine. Inevitabili sono una manciata di riferimenti a libri molti diversi, ma che con Ancora niente? hanno analogie interne.
Uno ha a che fare con la medesima questione dell'attesa del trepidante agricoltore, tema interessante già di per sé, e si ritrova in E poi...è primavera, della poetessa Julie Fogliano, illustrato da Erin E. Stead (Babalibri 2013).
Gli altri due (Sam e Dave scavano una buca, Terre di Mezzo 2015 e Questo non è il mio cappello, Zoolibri 2013) invece condividono con il libro di Voltz la sottilissima ironia che lo attraversa per intero. Alimentata solo visivamente, dal gioco di suspense che si crea tra un lettore onnisciente e un protagonista ignaro, sotto il becco di un testimone muto


Espediente caro a Hitchcock per generare nello spettatore che tutto vede la necessaria tensione, mentre nei libri citati, quel che nasce sono risate a crepapelle.
Evviva Kalandraka che non dimentica Voltz e a poco a poco lo ripubblica con la dignità editoriale che merita.

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