venerdì 8 novembre 2019

ECCEZION FATTA


PIANETA FRAGILE


Non è il nostro blog un luogo dove approfondire analisi sociologiche e politiche; ma ci sono alcuni dati di realtà che impongono una seria riflessione a tutti coloro abbiano a cuore la crescita culturale del nostro Paese o, più semplicemente, della nostra città.
Ancora una volta lo spunto di partenza ci è dato dal preziosissimo Atlante dell’infanzia a rischio, redatto anche quest’anno da Save the Children Italia.
Di questa interessante, e drammatica analisi, che ci consegna la realistica immagine di un’Italia in cui la politica, in particolare negli ultimi dieci anni, ha ignorato non solo il tema ambientale, ma anche quello dell’infanzia, mi ha colpito un aspetto particolare: il movimento Friday for future ha spinto i redattori ad analizzare il rapporto fra le giovani generazioni e il movimento ambientalista.
Ne emerge un dato singolare, e preoccupante, che evidenzia il ritardo degli studenti italiani, rispetto alla media Ocse, nelle materie scientifiche. Quasi uno studente su 4 non è in grado di esprimere tesi scientifiche e di argomentarle; mentre uno su 25 esprime capacità elevate. A monte dei dati riportati nell’inchiesta Ocse Pisa 2018 c’è l’intersecarsi di differenze territoriali e sociali: tutto cambia se si nasce al Sud o al Nord, in una famiglia colta e informata oppure no, se si ha a disposizione una scuola aggiornata o meno.
Ovvero, ancora una volta, e nel focus specifico dell’informazione scientifica, il ritratto dell’Italia è di un paese in cui, negli ultimi dieci anni, sono aumentate le distanze fra regioni e fra gruppi sociali.
C’è dunque chi sposa il movimento di Greta Thunberg e chi non ha la minima nozione di riscaldamento globale e di crisi ecologica. L’accesso alle competenze scientifiche è, di fatto, una questione di classe.
E’ questo un panorama sconfortante: nel mio piccolo, collaborando con le insegnanti di diverse scuole del III Municipio di Roma in occasione di #ioleggoperché, ho visionato moltissime bibliografie, destinate ad accrescere le biblioteche scolastiche: raramente erano presenti testi di divulgazione scientifica. Incontrando le insegnanti, non ho trovato risposte significative alla domanda del perché ci fosse una così evidente cesura nei confronti di un settore dell’editoria, per altro, in questo momento, ricco di proposte.
Questo disinteresse non è certo la causa di un ritardo che ha evidentemente origini diverse, semmai è l’espressione di un dato di fatto cui non si riesce ancora a trovare rimedio.
Se da una parte è preoccupante pensare a una parte dei giovani non informato o anche non interessato alle tematiche ambientali, che sono di evidente urgenza, dall’altra è doloroso constatare che a pagare il prezzo della propria ignoranza sono ancora una volta i più svantaggiati, chi non ha a disposizione l’accesso a dati attendibili e a discorsi scientifici fondati.
Una parte dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze continueranno a pensare che il trucco nella vita è farsi furbi, imitare gli youtuber del momento, acchiappando qualche spicciolo di notorietà. Mentre il mondo affronta una delle crisi climatiche più gravi.
Maggiore attenzione, maggiore impegno nel sostenere la crescita culturale dei più giovani, sono in fondo parole; credo ci voglia un salto di qualità anche nell’azione di chi si occupa di promozione della lettura, ampliando il proprio raggio d’azione anche nei confronti di temi complessi e difficili come quello ambientale. Di spunti ce ne possono essere tanti e abbiamo visto, in questo ultimo scorcio dell’anno, un fiorire di proposte interessanti, di cui abbiamo in parte parlato e di cui parleremo,con la convinzione che una maggiore informazione su questi temi possa dare un contributo a una maggiore consapevolezza. Forse.

Eleonora

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